Il Fatto Quotidiano

“Da operaio la svolta è arrivata con i dolci”

DAMIANO CARRARA Tuta blu a Lucca, ora ha aperto tre pasticceri­e negli Usa e ha un programma tv

- » LIA ROMAGNO

Dalla Toscana alla California, passando per l’Irlanda. I luoghi segnano le tappe della vita e della carriera di Damiano Carrara: 34 anni, ex metalmecca­nico a Lucca, bartender a Dublino. Negli States si reinventa pasticcier­e, quindi concorrent­e nei talent e poi giudice-star nei cooking show della Food Network America. Dal 24 gennaio è su Real Time con la nuova stagione di Cake Star, che conduce per il secondo anno insieme a Katia Follesa. Come ci si trasforma da operaio in pasticcier­e?

Si decide di cambiare vita. Avevo 18 anni e tanta voglia di migliorarm­i e crescere. Sono partito per Dublino dove ho fatto per un anno e mezzo il bartender, poi sono tornato in Italia, e mi sono reso conto che all’estero si imparava molto di più. Così sono ripartito, destinazio­ne Stati Uniti.

Crescere e realizzars­i è più facile lontano dall’Italia?

No, ma bisogna avere in testa che lo studio è alla base di tutto e che è importanti­ssimo migliorars­i e non sentirsi mai arrivati. Io avevo bisogno di andar via. La situazione familiare è stato lo stimolo più forte, si arrivava a stento alla fine del mese. È stata dura, anche perché a Los Angeles la competizio­ne è fortissima.

E in Italia aveva finalmente l’agognato contratto a tempo indetermin­ato. Ha pesato di più la determinaz­ione o la follia?

Un po’ di follia ci vuole, ma conta più la voglia di fare. Deve la passione per la pasticceri­a a suo fratello, Massimilia­no, che oggi segue gli affari di famiglia mentre lei è diventato una celebrity.

Lui, a 14 anni, saltava la scuola per andare in laboratori­o a imparare il mestiere. Mi ha trasmesso questa passione, gli devo tutto. Il primo marzo apriremo il nostro terzo negozio negli Stati Uniti.

Perché il cibo ha così successo in Tv?

È parte di noi, è la nostra benzina. Fa parte della nostra cultura. A tavola ci si ritrova, ci si racconta, il cibo è una passione che ci accomuna e ci tiene sempre insieme.

Latte, farina, sale e zucchero, gli ingredient­i principali delle sue ricette, sono considerat­i i “kil ler

bianchi” per la salute. Come pasticcier­e, posso solo dire che i dolci sono un vero salvavita perché sono un toccasana per le giornate no. I dolci ci rincuorano dalle delusioni o quando ci arrabbiamo. Mi è capitato di consolare dei clienti che arrivavano al locale tristi con una fetta di torta. Certo, come in tutte le cose non bisogna abusarne per restare in salute. Io mangio molti dolci, però mi alleno anche tanto.

Qual è il primo dolce che ricorda?

Lo zuccotto che faceva la mia nonna, ma non potevo mangiarlo perché c’era l’alchermes.

La situazione familiare è stata lo stimolo più forte, si arrivava a stento alla fine del mese: era dura

 ?? LaPresse ?? Peccati di gola Damiano Carrara
LaPresse Peccati di gola Damiano Carrara

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