Conflitti di interessi
Privilegi, il Senato rinvia la “sentenza” annunciata
Eadesso? Dopo l’invito di Maria Elisabetta Alberti Casellati ai membri della commissione Contenziosa del Senato a dimettersi e dopo la piazza scatenata dal M5s, cosa sarà dei vitalizi? Per il 20 febbraio era stata fissata la camera di consiglio per cancellare il taglio imposto un anno fa: le polemiche hanno indotto il presidente della Contenziosa, Giacomo Caliendo, a sconvocare la seduta in attesa che venga presa una decisione sul suo passo indietro con l’annunciata astensione dal giudizio. Quella che sembrava una partita chiusa, con una sentenza già preconfezionata, come rivelato dal Fatto, è adesso tornata in alto mare. Provocando le proteste degli ex parlamentari capeggiati da Antonello Falomi che è tornato a reclamare che il Senato si pronunci immediatamente. “I termini sono scaduti” ha detto mettendo sulla graticola la presidente Casellati, rea, a suo dire di aver ammesso l’esistenza di un conflitto di interesse e avallato “la vergognosa gogna mediatica a cui sono stati sottoposti i membri della commissione, a partire da Caliendo”.
IL M5S non molla la presa, ringalluzzito dal bagno di folla a piazza Santi Apostoli. E prepara la prossima mossa. “Abbiamo apprezzato che la Casellati abbia esortato i componenti della Contenziosa a fare un passo indietro, anche se è un invito tardivo. Evidentemente ha compreso la necessità di arrivare a una nuova composizione della commissione” dice il capogruppo al
Senato Gianluca Perilli. A inizio settimana i pentastellati valuteranno comunque che fare laddove non dovessero arrivare le dimissioni innanzitutto dei due componenti laici dell’organismo, l’ex magistrato Cesare Martellino, relatore dei ricorsi sui vitalizi e l’avvocato di Tivoli Alessandro Mattoni. Il primo in rapporti di antica data con Francesco Nitto Palma, capo di gabinetto di Casellati, che lo ha nominato nel collegio. Un dettaglio non da poco dato che il suo amico Palma, è uno strenuo difensore dei vitalizi vecchia maniera, tanto da aver fatto ricorso contro il ricalcolo, salvo ritirarlo per le accuse di conflitto di in
teressi che hanno minato l’immagine della Contenziosa. Perché tanta attenzione dai pentastellati verso i due “giudici”? Perché se dovessero davvero fare un passo indietro, nella partita per il ripristino “del più odioso dei privilegi”, non ci sarebbe la possibilità di rimpiazzarli essendosi nel frattempo dimessi i loro due potenziali sostituti, i membri supplenti del collegio. Ossia gli avvocati Mario Santaroni e Marianna De Cinque, quest’ultima anch’essa in posizione delicata perché figlia di un vecchio parlamentare della Dc, Germano De Cinque, morto nel luglio 2019, titolare di un vitalizio di tutto rispetto dopo cinque legislature, oggi trasferito alla vedova in regime di reversibilità.
NELL’ATTESA delle decisioni di Martellino e Mattoni un’altra carta da giocare i 5 Stelle l’avrebbero, quella di far dimettere dal collegio, dopo Elvira Evangelista, l’altra loro senatrice che l’ha sostituita, Alessandra Riccardi. Ma, per quello che risulta al Fatto, almeno per il momento preferiscono temporeggiare in modo che sia il fronte avverso a scoprire le carte. Insomma è una guerra di posizione in cui anche la Lega, con Simone Pillon, altro membro della Contenziosa da noi interpellato, sembra non ancora pronta a decidere. A questo punto però a togliere tutti dall’imbarazzo potrebbe essere la Camera: nei giorni scorsi è tornato a riunirsi il Consiglio di giurisdizione (l’equivalente della Contenziosa), organo di primo grado del sistema di giustizia interna di Montecitorio, alle prese anch’esso con i ricorsi degli ex deputati. Ancora una volta l’esito è stato un nulla di fatto, ma una decisione, secondo una fonte qualificatissima della Camera, “è attesa a brevissimo, entro febbraio”. Se arriverà, come in passato è regolarmente successo per consuetudine, al Senato non resterebbe che allinearsi.