Salvini vuole Roma: “Troppi aborti nei pronto soccorso”
Il “moderato” Raggi: “Chiacchierone, ha tolto soldi ai romani”
Termovalorizzatori, incentivi all’edilizia, revisione “all’indietro” del codice degli appalti. La Roma che sogna Matteo Salvini somiglia a quella che fu di Gianni Alemanno. A partire dagli uomini, quelli che ieri pomeriggio hanno fatto da cornice al leader leghista in un Palazzo dei Congressi dell’Eur strapieno.
INCLÌTI protagonisti di una stagione che si ricompone attorno al Carroccio. Sul palco c’era Davide Bordoni, all’epoca assessore alle Attività produttive; in platea, il capo delegazione di FdI, Fabrizio Ghera, assessore ai Lavori pubblici dell’ex sindaco. Fra il pubblico, tanti ex esponenti del fu Pdl romano e laziale, oggi con la maglietta bianca e la scritta “Salvini premier”.
Ma è dalle “proposte tecniche” che emerge il déjà-vu. La più evocativa è di Pasquale Cialdini, ex presidente di Roma metropolitane, scelto e poi spinto alle dimissioni da Virginia Raggi: “Sul codice degli appalti dobbiamo tornare indietro, snellire le procedure – afferma – perché per evitare le ruberie non serve cambiare le regole, ma la testa della gente”. Gli fa eco Giuseppe Amatilli, presidente del Consorzio recupero periferie, che ricorda con nostalgia come “dal 2013 siamo fermi con le opere di urbanizzazione” e che “ci sono 230mila domande di condoni da esaminare che potrebbero fruttare decine di milioni di euro”. Il clima da restaurazione lo suggella il “capitano”:
“Qui un terzo della ricchezza è prodotta dall’edilizia – dice Salvini – se il pubblico non dà risposte, serve un meccanismo basato sul silenzio-assenso”. Al “Voglio 200mila cantieri aperti” e “le piste ciclabili sono roba da radical-chic”, la sala esplode in un applauso. Accade anche quando il capo attacca sui rifiuti: “Basta con i ‘signor no’ come Raggi e Zingaretti, si facciano questi benedetti impianti di termovalorizzazione”.
L’altra dichiarazione “forte” è sull’aborto: “Se si arriva alla settima interruzione di gravidanza significa che si sbaglia stile di vita. Il pronto soccorso non è un bancomat sanitario per gli incivili”.
LA SFIDA È LANCIATA: “Non voglio un sindaco leghista, ne voglio uno capace”, ripete Salvini, ammiccando alla possibilità di lasciare la testa della corsa agli alleati. È “un chiacchierone: lo scorso anno ha affossato il Salva Roma, togliendo milioni ai romani”, gli rinfaccia su Twitter la Raggi. Anche lei lo sa: è cominciata la discesa della nuova Lega su Roma. Che “torna Capitale”, recita la scritta sul palco. La dimensione da considerare è quella temporale: si torna ad Alemanno.