Il Fatto Quotidiano

Oggi il Conclave segreto dei Responsabi­li

Al lavoroPolv­erini e Romani hanno convocato forzisti e centristi per un vertice notturno

- » ILARIA PROIETTI E GIANLUCA ROSELLI

Per Giulio Andreotti era un’ombra. Per tutti gli altri resta un mito. I “responsabi­li”, quelli pronti al salto della quaglia pur di salvare la poltrona, in questo momento vorrebbero essere come il potente Franco Evangelist­i. A cui bastava alzare la cornetta per sentirsi chiedere dall’interlocut­ore: “A Fra’, che te serve?”. La posta in gioco – neppure a dirlo – sono le garanzie, immediate o future, nel caso saranno chiamati a stabilizza­re la legislatur­a ma pure all’opposto, laddove dovessero essere determinan­ti per la fine del Conte II.

Ma ci sarà poi un Conte Ter oppure un altro governo con un’altra maggioranz­a, come ha detto ieri Matteo Renzi? “Tra oggi e domani dovrebbe esserci un incontro di questa pattuglia che vuole mettersi sul mercato per alzare il prezzo” spiega uno dei responsabi­li “in sonno”, nascosto nel proprio gruppo di appartenen­za, che nei giorni scorsi è stato contattato in vista del convivio che si svolgerà “certamente fuori dai Palazzi”. Quanti saranno a riunirsi non è noto, anche se pare certo chi sia a organizzar­e l’iniziativa: Renata Polverini alla Camera e Paolo Romani al Senato sono indaffarat­issimi. Avevano sperato che Mara Carfagna s’intestasse un’iniziativa di rottura con Forza Italia. Ma poi quella “si è convinta che i tempi non erano maturi e ha smesso di scalpitare pensando in prospettiv­a. La sua”.

I NOMI sono quelli circolati negli ultimi giorni: pezzi di “liberal” di FI, adepti del centro di Lorenzo Cesa, totiani, cani sciolti del “misto”, ex pentastell­ati e pure renziani di ritorno. A Palazzo Madama ce ne vorrebbero 17, tanti quanti i senatori di Italia Viva, ma potrebbero bastarne anche una decina, dovendo pescare tra le sensibilit­à più varie. C’è chi non vuole morire salviniano e chi giura “mai col centrosini­stra”. Giovanni Toti la mette così: “Se questo esecutivo andasse in crisi, la via maestra sarebbe un governo elettorale, scelto dal presidente Mattarella, visto che il voto subito è impossibil­e: prima c’è il referendum sul taglio dei parlamenta­ri, poi le Regionali di primavera…”. Ma di qui all’autunno la strada è lunga e può succedere di tutto.

Quelli dell’Udc hanno già tentato di convincere Berlusconi a mettere in campo un progetto più ampio di Forza Italia, ma per ora lui è rimasto freddino. Risultato? Si presentera­nno alle Regionali con la loro lista scudocroci­ata, nel centrodest­ra ma con la speranza di rosicchiar­e i voti agli azzurri. Tra le ammosciate truppe berlusconi­ane, al netto dell’insonnia che affligge chi si vede già disoccupat­o, c’è pure che si è messo comodo: all’ex Cavaliere sarebbe stato assicurato che i nuovi componenti dell’Agcom non saranno ostili alle sue aziende, quindi nulla accadrà.

Poi ci sono i renziani. Tra di loro alcuni, se non proprio pentiti, sono “perplessi”. Non capiscono lo scopo di questa guerriglia a bassa intensità con Conte e Zingaretti, se non ad alzare il prezzo in vista di una maggiore voce in capitolo su legge elettorale e nomine. Perché “questa tattica finora non ci ha portato un voto in più”. E “se Renzi strappa, e non lo farà mai sulla prescrizio­ne, non tutti lo seguiranno”, assicura una fonte. Chissà come si traduce “re sp on sab il i” tra le montagne del Pakistan…

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Ansa Disponibil­i Gli ex forzisti Renata Polverini e Paolo Romani
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