Caso Open Arms, Salvini si difende: “Ho fatto solo l’interesse dell’Italia”
▶QUELLO della comandante della Open Arms, Carola Rackete, è stato “un attacco preventivato al ministro che difendeva l’Italia e gli italiani”. Ne è convinto Matteo Salvini, che ieri ha depositato la sua memoria difensiva alla
Giunta del Senato che dovrà decidere sulla autorizzazione a procedere richiesta dal Tribunale dei ministri di Palermo: l’accusa è di sequestro aggravato di persona e rifiuto di atti d’ufficio per la gestione dei migranti a bordo di quella che l’ex inquilino del Viminale definisce una “nave pirata”. “L’Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza”, si legge nel documento di 20 pagine depositato da Salvini che punta il dito contro la Spagna e Malta. E contro soprattutto Carola Rackete, responsabile di un’imbarcazione omologata per ospitare solo 19 persone che per questo avrebbe dovuto dirigersi verso la Spagna, Malta o la Tunisia già subito dopo il salvataggio dei primi 55 migranti tratti in salvo al largo delle coste libiche. E che invece avrebbe “arbitrariamente” e “deliberatamente” scelto l’Italia come luogo di attracco e sbarco. “Io – scrive ancora Salvini – ho solo difeso l’interesse dello Stato italiano”