La Rai multata perché indaga sulla sharia nell’Europa del Nord
Si limano virgole e cesellano apostrofi, in via Isonzo 21. Le motivazioni della maxi-multa da 1,5 milioni inflitta il 14 febbraio dall'Agcom alla Rai sono sottoposte da giorni a un finissimo lavoro di revisione e calibratura. Nell'attesa, in un clima da guerriglia attorno all'ad Fabrizio Salini in pieno periodo di nomine di testate e tg, una certezza c'è: tra i “numerosi episodi” contestati a Viale Mazzini figura anche un servizio giornalistico che con le materie di competenza dell'Autorità nulla ha a che fare.
Venerdì scorso sul tavolo dei commissari è finito il pezzo mandato in onda il 19 maggio 2019 dal Tg2 sulla situazione dell’integrazione delle comunità islamiche in Svezia firmato dal vice caporedattore Manuela Moreno, inviata sul posto dopo l’a c c o l t e l l amento della moglie del leader della comunità ebraica di Malmö. “Molte zone sono fuori controllo, la polizia non entra. Sono oltre 60 i quartieri come questo, soprannominato ‘Mogadiscio’ per l’alta presenza di somali, dove vige la sharia, la legge islamica. Una criminalità in forte crescita, con il più alto numero europeo di stupri”, scandisce la giornalista, che intervista imam, studiosi di terrorismo ed esperti di Islam.
IL BUBBONEscoppia il 25 maggio, quando Matteo Salvini dà il filmato in pasto alla sua "Bestia": “Non vogliamo fare la fine della Svezia, questa non è integrazione! No all'Eurabia”, commenta postandolo su Twitterl’ex ministro dell’Interno, allora come oggi quotidianamente impegnato nell’aizzare gli istinti dei suoi elettori sul tema dell’immigrazione. Il giorno dopo dall’ambasciata di Stoccolma a Roma parte la lettera di protesta all’indirizpar condicio,