L’avvocato dei Gilet gialli dietro ai video hot
L’anti-Macron accusato di essere la mente del “complotto” contro Griveaux. Lui nega
“Non è stata una mia iniziativa”. Juan Branco ripete che non è sua l’idea di rendere pubblici i video hot che hanno precipitato la candidatura di Benjamin Griveaux a sindaco di Parigi, ma in tanti pensano che il ruolo del giovane avvocato vada oltre il semplice “parere legale”. Quando una giornalista di Bfm Tv insinua che potrebbe essere lui il “manipol atore ” di tutta la vicenda, Branco annuncia di fare ricorso al Csa, il “gendarme” dell’audiovisivo, per violazione della presunzione di innocenza. A 30 anni, ex consigliere di Julian Assange e avvocato dei Gilet gialli, Branco è il terzo personaggio dello scandalo a sfondo sessuale che ha costretto LaRem, il partito di Macron, a scegliere d’urgenza un nuovo candidato per Parigi, Agnès Buzyn, ex ministra della Sanità. Gli altri due, l’attivista russo Piotr Pavlenski, che ha rivendicato la pubblicazione del video hot di Griveaux, e Alexandra de Taddeo, la studentessa di 29 anni, compagna di Pavlenski ed ex amante di Griveaux, sono stati incriminati ieri per violazione della privacy. La giovane donna, destinataria dei video, nega di aver partecipato alla loro diffusione. Il solo responsabile sarebbe dunque Pavlenski, indagato anche per una rissa scoppiata durante il veglione di Capodanno a cui lui e la compagna erano stati invitati proprio da Branco. Il giovane avvocato, apertamente anti- Macron, nel dicembre 2018 pubblica online un pamphlet, Crépuscule, in cui sostiene che il presidente è “illegittimo” perché eletto grazie ai ricchi. Nel marzo 2019 il testo è edito da Au diable Vauvert e vende più di 75 mila copie, ma è stroncato dalla critica per i contenuti sbagliati o non verificabili. Il 5 gennaio 2019 Branco è tra i Gilet gialli che con un veicolo da cantiere sfondano il portone del ministero dei rapporti con il Parlamento: dentro ci sono Griveaux, all’epoca portavoce del governo, e i suoi collaboratori che vengono evacuati d’urgenza.
SUL SUO BLOG HA più volte preso di mira l’ex candidato che “si crede futuro sindaco di Parigi – scrive – senza aver mai fatto nulla nella vita”. L’avvocato, figlio di un produttore di cinema portoghese e una psicanalista spagnola, cresce nella Parigi bene di Saint-Germain des Près. Frequenta le migliori scuole. Nel 2015 entra nel team di avvocati di Assange, nel 2017 difende Jean-Luc Mélenchon della France Insoumise, nel 2019 diventa il legale del controverso Gilet giallo Fly Rider. Da ieri non è più l’avvocato di Pavlenski.
La procura aveva già rifiutato di affidargli la difesa dell’attivista per “rischio di conflitto di interessi”. Un nuovo avvocato lo seguirà, Yassine Bouzou. Così, secondo lui, si vuole solo “attaccare una persona che ha destabilizzato uno dei pilastri della Macronia”.