Casellati si fa il consulente
Palazzo Madama dà una consulenza al direttore scientifico Ippolito
La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha preteso il meglio per fronteggiare il rischio contagio da Coronavirus al Senato. E mentre mezza Italia è blindata e l’altra, nel panico, non sa come regolarsi con i figli a scuola, a Palazzo non ci si fa mancare nulla: mascherine e amuchina come se non ci fosse un domani, termoscan organizzati in men che non si dica agli ingressi dedicati ai senatori, al personale e gli addetti i lavori. Mentre invece è ormai interdetto l’accesso agli estranei, il pubblico che viene ad assistere alle sedute o a visitare gli scorci più suggestivi del compendio guidato da Casellati. Che ha ben pensato anche ad assicurare al Senato, data l’aria che tira e la paura che corre, una super consulenza, ovviamente top di gamma: la presidente ha voluto infatti che fosse Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e autorevolissimo esperto della task forcemesso in campo dal Dipartimento della Protezione civile, a dare conforto a Palazzo: quando la struttura dei presidi sanitari del Senato avrà bisogno di consigli e chiarimenti non dovrà fare altro che alzare il telefono per chiedere lumi.
Controlli agli ingressi Speranza: “Misure non fondate sul piano scientifico”. Oggi anche la Camera si adegua
ORA, SULLE MISUREun po’ di polemica c’è e non solo da parte di quei senatori allergici ai controlli e al termometro. Il ministro della Salute Roberto Speranza ad esempio è perplesso per quanto sta succedendo in Parlamento. E ha tuonato contro le mascherine di cui sono stati dotati i commessi. Il ministro, che giovedì riferirà in Aula sull’evolversi dell’emergenza, la tocca piano: “Le misure assunte al Senato le considero non fondate sul piano scientifico”, ha detto suscitando la replica, piccata, di Palazzo Madama, che ha rivendicato il proprio operato con un comunicato ufficiale che ha spiegato che le misure in questione “sono state deliberate all’unanimità e adottate in sintonia con le disposizioni governative e con i protocolli dell’Oms, sulla base di quanto consigliato e validato da esperti virologi che già collaborano ad alto livello con il Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus”.
Per la verità la delibera per l’incarico a Ippolito è stata approvata sì, ma senza unanimità tra i questori del Senato: Laura Bottici del M5S si è rifiutata di sottoscrivere questa decisione ossia la collaborazione con un singolo componente della task force governativa. Ma a tenere banco sono i mugugni dei senatori: quelli per cui le precauzioni sono sempre poche, ma pure quelli refrattari alle file determinate dai controlli, che per tutta la giornata non hanno fatto che chiedersi chi per primo risulterà febbricitante. E cosa accadrà a quelli portati in ambulatorio quando il termometro dovesse segnare più di 37,5.
A UN CERTO PUNTO si è anche rincorsa la voce allarmata di una senatrice risultata “positiva” al controllo della temperatura e che però sarebbe comunque entrata in aula. Il Fatto non è riuscito ad ottenere conferma dell’accaduto, mentre è certo che anche alla Camera la tensione si taglia a fette: nel pomeriggio è arrivata una autoambulanza a sirene spiegate, gettando nel panico alcuni deputati preoccupati per le condizioni di salute di una dipendente di una ditta esterna addetta alle pulizie. che forse si era solo fatta male. Insomma, anche aMontecitorio l’allerta è massima e ieri in serata sono stati varati controlli e restrizioni analoghi a quelli di Palazzo Madama: i due rami del Parlamento hanno deciso che deputati e senatori coinvolti dalle restrizioni delle zone di contagio e in quarantena non risulteranno assenti, ma in missione.