Il Fatto Quotidiano

Dai serbi di Amerika alle curve Milano è la nuova narco-city

- » DAVIDE MILOSA

Primo fotogramma: cittadina austriaca di Villach. Due uomini: il primo è un emissario di Cosa Nostra legato al clan Fidanzati, l’altro si chiama Humolli Mete, detto Met, trafficant­e serbo. Stanno concordand­o otto chili di cocaina da far arrivare a Milano. Cosa Nostra acquista, Met, che ha agganci con grossisti in Spagna, vende. Secondo fotogramma: Milano, via Marco Aurelio. Il blitz è rapido, gli investigat­ori arrestano due tagliatori di coca albanesi. La storia dei nuovi narcos a Milano inizia da qua e si riannoda attraverso le ultime acquisizio­ni degli investigat­ori della Guardia di finanza di via Fabio Filzi e della sezione Gico. Una vera avanguardi­a nel contrasto al narcotraff­ico. Investigat­ori esperti, capaci non solo di intercetta­re, pedinare, ma anche di studiare nomi e collegamen­ti. Tanto da comporre, attraverso atti giudiziari oggi depositati in Procura a Milano, una rete inedita che tiene assieme trafficant­i di Belgrado legati ai narco-cartelli di Darko Saric e del famigerato “gruppo Amerika”, viceré di Cosa Nostra e ‘ndrangheta, pro-consoli della malavita milanese in rapporti con esponenti del tifo organizzat­o di Inter e Milan, come Mimmo Bosa e il pregiudica­to per droga Enzo Aghinelli ferito con diversi colpi di pistola in un agguato il 12 aprile scorso in via Cadore.

È narco- city all’ombra della Madonnina. Qualcosa di mai visto e che va ben oltre l’im maginazion­e di fiction in stile Zero Zero Zero.

Humolli Mete entra in contatto con l’e mi s s a r i o di Cosa Nostra grazie ai buoni uffici di Lasic Miroslav, trafficant­e serbo tra Spagna e Italia, uno dei personaggi chiave di questa storia. Soprannomi­nato Miki, oggi vive a Milano. È lui ad agganciare i siciliani. Intercetta­to spiega: “È gente molto potente”. Ed è sempre Lasic, stando alla ricostruzi­one dei segugi della Finanza, lo snodo per arrivare a un cartello serbo-pugliese e ai rapporti tra un narcos montenegri­no e la famiglia calabrese dei Flachi. Prima di tutto, però, Lasic qui

L’intercetta­zione Uno dei capi, condannato a 7 anni, è scappato negli Stati Uniti: “È il miglior lavoro al mondo”

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