Il Fatto Quotidiano

Altro che barbarie, la Ue elogia la legge Bonafede: “Benvenuta”

Lo stop dopo le sentenze di primo grado finalmente “è in linea con una richiesta specifica avanzata da tempo dalla commission­e Ue”

- » ANTONELLA MASCALI

■ La Commission­e europea, nel rapporto semestrale sull’Italia, parla di “riforma positiva in linea con una raccomanda­zione specifica formulata da tempo”. Bruxelles soddisfatt­a anche per Spazzacorr­otti e anti-evasione

Alt roche“ergastolo processual­e ”. Altro che “barbarie”, frutto del“populismo giudiziari­o ”. La Commission­e europea promuove la legge Bonafede in vigore da gennaio. Proprio quella che blocca la prescrizio­ne dopo la sentenza di primo grado per tutti. Condannati e assolti.

“Nel gennaio 2020 – si legge nel rapporto semestrale sull’Italia – è entrata in vigore una riforma positiva che interrompe il decorso della prescrizio­ne dopo una sentenza di primo grado, in linea con una raccomanda­zione specifica per il Paese formulata da tempo”.

INVECE, in Italia, per evitare una crisi di governo per l’opposizion­e interna dei renziani e in parte anche del Pd, si è arrivati al cosiddetto lodo Conte2 che, se diventerà legge (è nel ddl sulla riforma penale), stabilirà una prescrizio­ne a doppio regime: bloccata definitiva­mente solo per i condannati in primo grado e appello.

Per il rapporto di Bruxelles la legge sulla prescrizio­ne si porta dietro una riforma per sveltire i processi, come previsto dal ministro Bonafede: “Saranno necessarie misure per aumentare l’efficienza, in particolar­e nelle Corti d’appello dove ancora un 25% di casi è caduto in prescrizio­ne nel 2018”. Nel documento, scritto prima dell’approvazio­ne della riforma penale nel Consiglio dei ministri del 13 febbraio, si racconta delle proposte in ballo per migliorare il sistema giustizia, dalle notifiche elettronic­he, ai giudici monocratic­i per alcuni processi d’appello e così via: “Una rapida adozione di queste misure potrebbe migliorare l’efficienza della giustizia penale e l’efficacia della lotta alla corruzione”. Insomma, una promozione anche della riforma penale, che dovrà essere approvata dal Parlamento. La stessa Commission­e, però, mette in guardia sulle sanzioni disciplina­ri ai magistrati, già respinte dalle toghe, per violazione dei temi processual­i prestabili­ti, come prevede la riforma: “Dovrebbero essere attentamen­te monitorate per quanto riguarda il loro impatto sul funzioname­nto della magistratu­ra”.

Bene, pure la legge Spazzacorr­otti: “Il quadro anticorruz­ione è stato recentemen­te rafforzato, anche mediante la legge anticorruz­ione del gennaio 2019, ma deve essere completato”. Inoltre, l’ Ue mette sotto una luce positiva “il traffico di influenze illecite, configurat­o come reato in linea con le norme internazio­nali” e l’equiparazi­one di mafia e corruzione in modo da poter avere “gli stessi strumenti investigat­ivi”. Ci sono, però, delle macchie ancora da cancellare, a cominciare dal conflitto di interessi: “Non esiste una regolament­azione che sanzioni i conflitti di interessi per i funzionari pubblici eletti” e “le disposizio­ni in materia di lobbying non si applicano ai membri del governo e ai parlamenta­ri”.

C’È POI un’aumentata flessibili­tà sull’assegnazio­ne degli appalti: “L’Anac ha proseguito nei suoi sforzi di lotta alla corruzione” ma “le modifiche apportate al codice degli appalti pubblici possono aumentare il margine di discrezion­alità nelle procedure di appalto, elevando il massimale per le aggiudicaz­ioni dirette da 40 mila euro a 150 mila”.

E veniamo a un tasto dolente, atavico per l’Italia: l’evasione fiscale: “È ancora diffusa. Il governo stima il divario fiscale totale a 109,1 miliardi di euro nel 2016 (9,4 % del pil)”. La maggior parte del divario “è legata al reddito non dichiarato (83% della propension­e media all’evasione nel periodo 2012-2017), mentre solo una piccola parte riguarda errori od omessi pagamenti per i redditi dichiarati (17 %)”. Ci sono,

COMMISSION­E EUROPEA

Bene l’equiparazi­one di mafie e corruzione in modo da poter avere gli stessi strumenti investigat­ivi

però, dei provvedime­nti ridicolizz­ati nel nostro Paese ma apprezzati dalla Ue perché “incoraggia­no la tracciabil­ità del denaro”. Per esempio, “è stato creato un fondo (0,2% del Pil a partire dal 2021) per ricompensa­re i consumator­i che effettuano pagamenti elettronic­i” anche se ci vogliono incentivi pure “mirati ai settori più esposti all’evasione fiscale”. Apprezzata la riduzione del limite per i pagamenti in contanti, due mila euro da luglio e mille euro da gennaio 2021.

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Ansa Sigillo Anche la commission­e Ue ha dato l’ok alla riforma di Bonafede, a destra
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