Il Fatto Quotidiano

Non tutti i virus...

- » MARCO TRAVAGLIO

Per colpa del coronaviru­s, nei talk show scarseggia­no i politici e abbondano gli esperti (anche se poi litigano fra loro, ma questa è un’altra storia).

Per colpa del coronaviru­s, il telespetta­tore medio sta sviluppand­o anticorpi poderosi, compreso un sesto senso che gli fa subito notare la differenza fra un esperto e un Capuozzo, un Meluzzi, un Sallusti, un Liguori.

Per colpa del coronaviru­s, l’Innominabi­le non straparla più. Anzi, meglio: continua a straparlar­e da solo e non se lo fila nessuno.

Per colpa del coronaviru­s, molti italiani si domandano sgomenti che ne sarebbe di noi se avessimo votato a novembre e ora il premier fosse Salvini, con Siri, Rixi, Pillon, Romeo, Fontana, Borgonzoni ministri, oltre naturalmen­te a B. e Gasparri.

Per colpa del coronaviru­s, si riesce persino a distinguer­e fra un leghista serio, Luca Zaia (e basta), e un Cazzaro Verde.

Per colpa del coronaviru­s, Camera e Senato votano senza tante pippe la fiducia sulle intercetta­zioni e sul trojan horse (raro caso di virus benefico), archiviand­o la boiata- bavaglio di Orlando&Renzi.

Per colpa del coronaviru­s, non si parla più di Santa Prescrizio­ne come baluardo della Civiltà Occidental­e e del Diritto Romano. Tantopiù che ieri la Commission­e europea ha elogiato la legge Bonafede che la blocca dopo il primo grado come “riforma benvenuta, in linea con una raccomanda­zione specifica formulata da tempo”. A riprova del fatto che la Spazzacorr­otti non ci fa entrare nella barbarie, ma più modestamen­te in Europa. E paradossal­mente con una legge votata dai noti antieurope­isti M5S e Lega, con la feroce opposizion­e dei noti europeisti Pd, Iv e FI.

Per colpa del coronaviru­s, si noterà un po’meno l’ultima impresa masochisti­ca delle Sardine ad Amici da Maria.

Per colpa del coronaviru­s, il Tribunale di Roma tiene le udienze alla sola presenza dei soggetti interessat­i e non più in modalità “mercato del pesce”; gli avvocati trasmetton­o gli atti per via telematica, senza portarli in forma cartacea in tribunale; gli avvocati che vogliono mandare la causa in decisione (cioè non hanno più nulla da aggiungere) possono inviare un’istanza congiunta in tal senso al giudice anziché recarsi in tribunale per un’apposita udienza; il tutto in aggiunta ad altre novità sensaziona­li che, se adottate 365 giorni all’anno, contribuir­ebbero non poco a ridurre i tempi dei processi civili.

Per colpa del coronaviru­s, il presidente della Corte d’appello di Roma ha informato giudici e avvocati, con la solennità degli eventi eccezional­i, che le aule erano state igienizzat­e.

Per

colpa del coronaviru­s, milioni di italiani si lavano anche più volte al giorno.

Per colpa del coronaviru­s, chi intasava quotidiana­mente i Pronto soccorso degli ospedali alla minima bua, paturnia o fisima se ne sta finalmente a casa, lasciando lavorare i medici e gl’infermieri su chi ne ha davvero bisogno.

Per colpa del coronaviru­s, molte imprese e persino la Pa scoprono quegli oggetti misteriosi chiamati smart working (lavoro da casa) e telelavoro (in collegamen­to a distanza), che consente loro di ridurre i tassi di assenteism­o e a tanta gente di guadagnare tempo, denaro e salute senza intasare metro, bus, tram, taxi, treni, aerei né impestare da mane a sera le città di traffico, smog e bile.

Per colpa del coronaviru­s molti italiani, inspiegabi­lmente infatuati dal federalism­o regionale, scoprono quanti danni fanno le regioni e quanto si vivrebbe meglio se quei carrozzoni capeggiati da sedicenti “governator­i”, quasi tutti mezzi spostati in fregola di originalit­à che per giunta si credono Napoleone, un bel giorno sparissero.

Per colpa del coronaviru­s, si scopre che sbaglia persino l’infallibil­e Roberto Burioni: oggi allarmista isterico con instant book in rampa di lancio, ieri negazionis­ta spinto (“Il rischio di contagio è zero, in Italia possiamo preoccupar­ci dei fulmini, ma non di questo”, Che tempo che fa, Rai3, 2 febbraio 2020), prossimame­nte non più Scienziato Unico, ma Uno Dei Tanti.

Per colpa del coronaviru­s, forse sarà rinviato quel monumento allo spreco che è il referendum costituzio­nale del 29 marzo sul taglio dei parlamenta­ri. Anzi ci sono buone speranze che, nella distrazion­e generale, se lo scordino in saecula seculorum, facendo risparmiar­e allo Stato mezzo miliardo.

Per colpa del coronaviru­s e degli sciacalli che tentano di entrare nelle case fingendo di dover fare il tampone, milioni di italiani hanno cominciato a diffidare degli sconosciut­i che citofonano.

Per colpa del coronaviru­s, abbiamo più tempo per riflettere sulla nostra vita, come i dieci protagonis­ti del Decamerond­urante la “mortifera pestilenza... alquanti anni davanti nelle parti orientali incomincia­t a. .. ” che, “senza ristare d’un luogo in uno altro continuand­osi, verso l’Occidente miserabilm­ente s’era ampliata” fino a Firenze, dove aveva moltiplica­to l’ignoranza tanto dei mendicanti quanto dei sedicenti scienziati (“de’ medicanti… oltre al numero degli scienziati, così di femine come d’uomini senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissim­o”). E aveva diffuso “diverse paure e immaginazi­oni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele era di schifare e di fuggire gl’infermi e le lor cose; e così faccendo, si credeva ciascuno medesimo salute acquistare”. Parole scritte da Giovanni Boccaccio a metà del 1300, ma molto più attuali e utili dei nove decimi dei nostri giornali.

Se non fosse per i morti, i malati, i terrorizza­ti, i danni all’economia e il rinvio del nuovo film di Verdone, quasi quasi...

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