Il Fatto Quotidiano

Grande fuga dal Nord I siciliani tornano e Musumeci ha paura

Verso Sud Studenti e lavoratori rientrano nell’isola: “Meglio fare la quarantena qui”. Il governator­e: “Non c’è controllo”

- » ALAN DAVID SCIFO

Fuga dal Nord per i tanti siciliani che lavorano o studiano in Lombardia, in Veneto o nelle altre regioni dove sono stati registrati casi di contagio. Dal primo caso in Lombardia, dopo l’annuncio della chiusura di scuole, locali e università, è iniziato il ritorno alla terra d’origine dei tanti fuorisede, tra chi parte per paura e chi per godersi una vacanza non prevista. “Tra i più giovani che hanno tra i venti e trent’anni c’è un misto di paura e ansia – racconta Stefano, ragazzo che raccoglie nella pagina Facebook ‘Il terrone fuorisede’ tutte le esperienze dei giovani emigrati al Nord –. In particolar­e, a scatenare questa psicosi sono i genitori che chiedono di ritornare per ‘stare al sicuro’. Alcuni padri, appena saputa la notizia dei primi contagi, sono partiti con la macchina dalla Sicilia per riportare sull’isola i propri figli. Io ho detto che sarebbe opportuno evitare di spostarsi, ma quasi nessuno mi ha dato retta. C’è paura del virus e paura di rimanere da soli”.

GLI STUDENTI e i lavoratori che tornano arrivano quasi tutti dalla Lombardia, in particolar­e da Milano, ma anche dal Veneto. Come Alberta, psicologa catanese, che lavora all’Università di Padova: “Il telelavoro mi permette di lavorare da casa – racconta –, così ho deciso di tornare in Sicilia per far stare tranquilla la mia famiglia ed evitare di dover affrontare da sola una possibile quarantena”. Tra chi torna, in pochissimi sono coloro che avvisano l’Asl del loro ritorno, come invece è sollecitat­o dal provvedime­nto emanata dal governo: “Tutti i cittadini provenient­i dalle Regioni in cui risulta accertato almeno un caso di contagio devono comunicare la propria presenza nel territorio regionale al proprio medico”.

Tra i mezzi scelti si predilige l’aereo, nonostante biglietti arrivati alle stelle (anche 300 euro per la tratta Milano-Catania) e i treni, ma si utilizzano anche autobus e automobili per ritornare in Sicilia. L’esodo in massa ha allarmato il governator­e dell’isola, Nello Musumeci, dopo che lamenta l’assenza di controlli all’arrivo negli aeroporti: “Chiederò al governo nazionale di potenziare le attività di controllo sui passeggeri in arrivo – ha detto –, le misure fin qui adottate presentano gravi carenze”.

C’è chi sicurament­e non sarà sottoposto ad alcuna visita dopo il ritorno dalla Lombardia in macchina: “Sono rientrato per il mio bene considerat­o che Milano centro è una zona a rischio contagio – racconta Adriano, ritornato a Favara dalla Lombardia, dove insegna –. Potevo evitare di rimanere a Milano, così ho deciso di tornare in Sicilia: se devo stare chiuso in casa, preferisco farlo qui. Ma ho deciso comunque di isolarmi per far stare al sicuro la mia famiglia pur non avendo alcun sintomo. Come me – racconta ancora Adriano – sono tornati tantissimi miei amici che lavorano o studiano in Lombardia, nessuno dei quali ha subito controlli”.

NEI GIORNI SCORSI, infatti, i controlli della temperatur­a all’aeroporto di Catania erano quasi assenti per coloro che arrivavano dalla Lombardia, nonostante i primi casi accertati di contagio. Come Adriano, tra coloro che hanno deciso di mettersi in quarantena volontaria, ci sono anche i quattro operai ritornati a Mussomeli (Caltanisse­tta) da Vò Euganeo (Padova), il paese al centro del focolaio veneto e quindi inserito nella zona rossa. E ancora, due insegnanti che insegnano nel Lodigiano oggi sono chiusi nelle loro case a Santo Stefano Quisquina (Agrigento). Tra le centinaia di persone tornate in Sicilia c’è chi decide di rimanere: “Ritornare lì è da incoscient­i – dice Gianluca, che lavora a Bergamo per un’azienda pubblica e si è messo in ferie –, preferisco rimanere qui”. E per chi ritorna non sempre però sono baci e abbracci: “Alcuni ragazzi che sono ritornati in Sicilia si sono già pentiti della scelta – racconta ancora Stefano –, perché c’è gente diffidente che li guarda come degli appestati e li evita”.

Le testimonia­nze Alberta, psicologa catanese, vive a Padova: “C’è il telelavoro, posso stare a casa”

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“Il terrone fuorisede” ha colleziona­to 569.156 like. È gestita da Stefano Maiolica, studente di Salerno a Milano, noto anche per aver contribuit­o a organizzar­e un servizio di autobus dal capoluogo lombardo alla Sicilia. Nei giorni scorsi ha consigliat­o a chi voleva lasciare il Nord per via dell’emergenza coronaviru­s che era meglio non moltiplica­re viaggi e spostament­i

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Ansa A Milano Viaggiator­i alla Stazione Centrale

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