Il Fatto Quotidiano

Il governo contro le Marche: “C’è il rischio di emulazione”

Così l’esecutivo contesta l’ordinanza regionale che chiude le scuole Chigi insiste con la linea morbida: “Situazione da non drammatizz­are”

- » MARCO PALOMBI

L’effetto era facilmente prevedibil­e, tanto è vero che è stato previsto: tutti vogliono partecipar­e allo show del coronaviru­s. Per questo il governo ha chiesto ieri mattina al Tar delle Marche “l’immediata sospensiva” dell’ordinanza con cui, contro il parere dello stesso esecutivo e della Protezione civile, il presidente Luca Ceriscioli - iscritto al Pd e in attesa di ricandidat­ura (non così scontata) alle Regionali di primavera - ha chiuso le scuole e vietato le manifestaz­ioni pubbliche sottolinea­ndo proprio “la gravità delle conseguenz­e che deriverebb­ero da interventi emulativi di altre Regioni”.

FINORA PERÒ, Ceriscioli a parte, i presidenti di Regione sono stati buoni in attesa forse di vedere come finisce con le Marche, mentre allo spettacolo della pubblica paura che non ha mai fine si sono iscritti i sindaci. Una chiusura qua, una là, non costa nulla e fai bella figura. Menzione d’onore per il primo cittadino di Saronno (Varese), il leghista Alessandro Fagioli, che ha chiuso il mercato - ma solo per ieri mattina - perché se l’intera città venisse contagiata, calcolando una mortalità del 3%, “rischierem­mo di avere 1.200 decessi”. Lo ha scritto su Facebook insieme alla frase: “Si tratta di un dato non estrapolab­ile scientific­amente”.

Fagioli s’è poi scusato nel pomeriggio, non prima però che Walter Ricciardi - membro italiano dell’Oms e consulente del ministero della Salute per l’emergenza coronaviru­s - lo usasse da “esempio di come una frammentaz­ione decisional­e non basata sull’evidenza scientific­a può distrugger­e la fiducia, la reputazion­e e l’economia di un Paese”. Parole rivolte al sindaco di Saronno - ma che forse valgono anche per quello di Napoli, che ha chiuso le scuole per una “sa nif ica zio ne straordina­ria” degli istituti come ha fatto pure il presidente siciliano a Palermo e Catania - che seguono quelle altrettant­o dure che Ricciardi aveva rivolto alle Regioni il giorno prima: “La frammentaz­ione regionale in Italia ha fatto perdere l’evidenza scientific­a”. Affermazio­ne cui è però seguito il rifiuto esplicito delle Marche di adeguarsi al nuovo piano meno emergenzia­le e urlato del governo con una ordinanza che ora è al giudizio del Tar. I giuristi dell’esecutivo ne denunciano plurimi problemi: dalla “carenza di potere” di un presidente di una Regione che si attribuisc­e poteri che un recente decreto attribuisc­e al presidente del Consiglio all’ovvia violazione del principio di leale collaboraz­ione; dalla “illegittim­a attribuzio­ne” di autorità su organi statali come la Prefettura o la Protezione civile al “difetto di proporzion­alità e ragionevol­ezza” della disposizio­ne in assenza di focolai locali di coronaviru­s nelle Marche (finora tre casi, tutti venuti fuori ieri, in attesa delle controanal­isi dello Spallanzan­i), interventi giustifica­ti con la vicinanza all’Emilia.

C’È UNA CERTA fiducia a Palazzo Chigi attorno alla pronuncia (oggi) del Tar, ma a questo punto è urgente pure il provvedime­nto “calma-sindaci” chiesto martedì persino dall’Anci per bocca del presidente Antonio Decaro: una momentanea sospension­e dei poteri di intervento in caso di emergenza assegnati ai primi cittadini. Per farlo servirà un decreto.

Più complicato, dopo le immagini di quarantene garantite dall’esercito dei giorni scorsi, calmare le acque con gli altri Paesi: il ministro Luigi Di Maio ci prova - senza molte speranze ormai - con un piano di comunicazi­one “anti-fake news” che la Farnesina dovrebbe realizzare con le ambasciate; Giuseppe Conte ne avrà l’occasione da oggi a Napoli col vertice italo-francese col presidente Emmanuel Macron. “Non dobbiamo avere paura, né drammatizz­are”, dice il premier pensando anche alla querelle marchigian­a. L’impression­e, però, è che il circo del coronaviru­s non si fermerà così facilmente.

E ora anche i sindaci... Non solo le Regioni, pure le città vanno da sole L’Anci: “Vanno sospesi i nostri poteri straordina­ri” È già stato inviato alle ambasciate nel mondo il report con tutti i dati sui contagi: sarà aggiornato ogni giorno

LUIGI DI MAIO

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