Il governo contro le Marche: “C’è il rischio di emulazione”
Così l’esecutivo contesta l’ordinanza regionale che chiude le scuole Chigi insiste con la linea morbida: “Situazione da non drammatizzare”
L’effetto era facilmente prevedibile, tanto è vero che è stato previsto: tutti vogliono partecipare allo show del coronavirus. Per questo il governo ha chiesto ieri mattina al Tar delle Marche “l’immediata sospensiva” dell’ordinanza con cui, contro il parere dello stesso esecutivo e della Protezione civile, il presidente Luca Ceriscioli - iscritto al Pd e in attesa di ricandidatura (non così scontata) alle Regionali di primavera - ha chiuso le scuole e vietato le manifestazioni pubbliche sottolineando proprio “la gravità delle conseguenze che deriverebbero da interventi emulativi di altre Regioni”.
FINORA PERÒ, Ceriscioli a parte, i presidenti di Regione sono stati buoni in attesa forse di vedere come finisce con le Marche, mentre allo spettacolo della pubblica paura che non ha mai fine si sono iscritti i sindaci. Una chiusura qua, una là, non costa nulla e fai bella figura. Menzione d’onore per il primo cittadino di Saronno (Varese), il leghista Alessandro Fagioli, che ha chiuso il mercato - ma solo per ieri mattina - perché se l’intera città venisse contagiata, calcolando una mortalità del 3%, “rischieremmo di avere 1.200 decessi”. Lo ha scritto su Facebook insieme alla frase: “Si tratta di un dato non estrapolabile scientificamente”.
Fagioli s’è poi scusato nel pomeriggio, non prima però che Walter Ricciardi - membro italiano dell’Oms e consulente del ministero della Salute per l’emergenza coronavirus - lo usasse da “esempio di come una frammentazione decisionale non basata sull’evidenza scientifica può distruggere la fiducia, la reputazione e l’economia di un Paese”. Parole rivolte al sindaco di Saronno - ma che forse valgono anche per quello di Napoli, che ha chiuso le scuole per una “sa nif ica zio ne straordinaria” degli istituti come ha fatto pure il presidente siciliano a Palermo e Catania - che seguono quelle altrettanto dure che Ricciardi aveva rivolto alle Regioni il giorno prima: “La frammentazione regionale in Italia ha fatto perdere l’evidenza scientifica”. Affermazione cui è però seguito il rifiuto esplicito delle Marche di adeguarsi al nuovo piano meno emergenziale e urlato del governo con una ordinanza che ora è al giudizio del Tar. I giuristi dell’esecutivo ne denunciano plurimi problemi: dalla “carenza di potere” di un presidente di una Regione che si attribuisce poteri che un recente decreto attribuisce al presidente del Consiglio all’ovvia violazione del principio di leale collaborazione; dalla “illegittima attribuzione” di autorità su organi statali come la Prefettura o la Protezione civile al “difetto di proporzionalità e ragionevolezza” della disposizione in assenza di focolai locali di coronavirus nelle Marche (finora tre casi, tutti venuti fuori ieri, in attesa delle controanalisi dello Spallanzani), interventi giustificati con la vicinanza all’Emilia.
C’È UNA CERTA fiducia a Palazzo Chigi attorno alla pronuncia (oggi) del Tar, ma a questo punto è urgente pure il provvedimento “calma-sindaci” chiesto martedì persino dall’Anci per bocca del presidente Antonio Decaro: una momentanea sospensione dei poteri di intervento in caso di emergenza assegnati ai primi cittadini. Per farlo servirà un decreto.
Più complicato, dopo le immagini di quarantene garantite dall’esercito dei giorni scorsi, calmare le acque con gli altri Paesi: il ministro Luigi Di Maio ci prova - senza molte speranze ormai - con un piano di comunicazione “anti-fake news” che la Farnesina dovrebbe realizzare con le ambasciate; Giuseppe Conte ne avrà l’occasione da oggi a Napoli col vertice italo-francese col presidente Emmanuel Macron. “Non dobbiamo avere paura, né drammatizzare”, dice il premier pensando anche alla querelle marchigiana. L’impressione, però, è che il circo del coronavirus non si fermerà così facilmente.
E ora anche i sindaci... Non solo le Regioni, pure le città vanno da sole L’Anci: “Vanno sospesi i nostri poteri straordinari” È già stato inviato alle ambasciate nel mondo il report con tutti i dati sui contagi: sarà aggiornato ogni giorno
LUIGI DI MAIO