La Chiesa (un po’ irritata) accetta le porte chiuse
Il vescovo Nosiglia (Torino): “Speriamo per domenica sia tutto ok”
La
Chiesa s’arrende al coronavirus. Alla scienza, per la prima volta. Ieri l’agenzia Sir dei vescovi italiani ha avvisato i fedeli che a Milano i matrimoni e i funerali si possono celebrare con la presenza dei soli parenti stretti. E per domenica l’arcivescovo Mario Delpini ha comunicato che l’apertura della quaresima ambrosiana avrà luogo nella cripta dei canonici del Duomo: accesso negato ai fedeli e nessuna deroga prevista, però diretta televisiva su Rai3 per “unirsi in comunione spirituale da casa”.
Per contenere gli effetti di una “iniziativa che non ha precedenti”, scrive la diocesi, il vescovo ha preparato un video e un sussidio per pregare in famiglia. Sempre ieri, mercoledì delle ceneri, messe a porte chiuse a Torino e Bologna. Acquasantiere vietate al pubblico, parrocchie deserte, oratori serrati e visite pastorali sospese nelle regioni colpite dal virus. La Chiesa ha accolto le disposizione governative con un po’ di fastidio.
Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha riscontrato un eccezionale successo con l’eucarestia su Facebook con migliaia di visualizzazioni, ma ha scagliato un messaggio non proprio pacifico per la regione che ha emanato le ordinanze restrittive: “Mi auguro che la domenica sia salvaguardata come lo è stata fino adesso, perché altrimenti sarebbe una cosa molto pesante da poter accettare e so che i vescovi piemontesi non sarebbero d’accordo”. E i sacerdoti, infastiditi dal panico creato dai media, si chiedono perché le chiese siano blindate e i supermercati no. Delpini ha detto ai fedeli collegati via internet che “l’emergenza può essere un’occasione per intensificare la relazione con Dio”. E ribadire un concetto semplice con i sagrati sbarrati è complesso.
Il Vaticano ha reagito con più leggerezza – mentre papa Francesco in udienza s’è gettato di slancio a baciare fedeli con la mascherina – e ha affidato il commento in prima pagina dell’Osservatore Romano a don Iginio Passerini, parroco di Codogno, un focolaio dell’epidemia in Italia: “A Codogno siamo nell’occhio del ciclone. Nella tempesta mediatica manca solo la fake news che proveniva dalla Fiera di Codogno anche il pipistrello che ha generato il coronavirus in Cina. Intanto siamo chiusi a chiave dal cordone sanitario della zona rossa, applicato a tutela del mondo circostante e fino all’esaurimento del contagio tra tutti noi. La Quaresima per noi si chiama quest’anno quarantena. Cerco di esorcizzare il clima che si respira. Ma devo arrendermi al progressivo aumento di quanti risultano positivi ai test sanitari, allarmati per la diffusione del virus fra i familiari confinati nelle proprie abitazioni. Sono ancora diverse le chiamate che non ottengono risposta per mancanza di materiale sanitario e soprattutto per carenza di personale idoneo a fronte del carico di questa emergenza”.
Una settimana fa il cardinale Pietro Parolin, segretario di
Stato, riferiva ai vescovi riuniti in Vaticano dell’intollerabile aumento del prezzo delle mascherine. Qualche giorno prima la farmacia vaticana era riuscita a mandarne circa 700.000 in Cina al costo di pochi centesimi ciascuna, mentre l’indomani, con l’aumento dei contagi in Italia, i fornitori pretendevano addirittura otto euro. E ancora don Passerini, in un testo di certo condiviso dal Vaticano, ha assunto una posizione assai conciliante sulle messe a porte chiuse: “Ci costa sicuramente rinunciare alla celebrazione domenicale nella quale ci sentiamo ‘ popolo fedele ’, ma accogliamola sospensione come una forma del digiuno quaresimale e come una pedagogia a percepire la fame di chi sente di non poter vivere senza l’Eucaristia”. Ieri papa Francesco ha confermato tutti gli appuntamenti in pubblico: “Esprimo vicinanza ai malati, agli operatori sanitari e alle autorità civili che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio”. E pazienza per i banchi vuoti in Chiesa.
Il Papa bacia tutti Nel Milanese, matrimoni e funerali con parenti stretti E Delpini celebrerà su Rai3