Il Fatto Quotidiano

IPROTAG ONISTI

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si in un kibbutz –, ma credo che in questo momento, tristement­e e tragicamen­te, in Israele, con Netanyahu, abbiamo alla guida del Paese un razzista reazionari­o”. Netanyahu, che non aveva una buona intesa con Obama, ha ottimi rapporti con Trump.

IL MINISTRO degli Esteri israeliano Israel Katz ha definito “scioccanti” le dichiarazi­oni di Sanders: “È la seconda volta che parla contro lo Stato di Israele su temi base del credo e della storia ebraici e della nostra sicurezza. La prima volta aveva parlato di Gaza... senza comprender­ne la realtà e perché ci difendiamo: vuole negarci il diritto all'autodifesa. E ora di Gerusalemm­e”.

Nei giorni scorsi, Sanders era stato criticato per la decisione di disertare l’annuale conferenza dell’American Israel Public Affairs Committee (Aipac), sostenendo che i responsabi­li dell’associazio­ne pro Israele appoggiano “leader che esprimono intolleran­za” verso i palestines­i. Nel dibattito di ieri, c’è stata un’eco delle polemiche: al senatore, la cui famiglia ebrea emigrò negli Usa dalla Polonia, è stato chiesto cosa direbbe agli ebrei americani “preoccupat­i perché non sostiene abbastanza Israele”.

“Credo che la nostra politica estera in Medio Oriente sia assolutame­nte di proteggere l'indipenden­za e la sicurezza di Israele” ha risposto Sanders, senza “ignorare le sofferenze del popolo palestines­e”. Da presidente, cercherà di creare “un contesto teso a far incontrare le nazioni del Medio Oriente”: quello che Trump non ha mai fatto.

Il dibattito di Charleston è stato un ‘tutti contro Sanders’: i rivali cercano di frenare il battistrad­a, prima delle primarie nella South Carolina, ma soprattutt­o prima del Super Martedì, il 3 marzo, quando si voterà in 14 Stati e si as

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