Il Fatto Quotidiano

LA MEDICINA BASATA SU CONFINDUST­RIA

- » DANIELA RANIERI

Ci troviamo nella paradossal­e situazione per cui alle persone comuni – insipienti di epidemie, modelli matematici, profilassi sanitaria e protezione civile – occorre esercitare un surplus di ragionevol­ezza, mentre la cosiddetta classe dirigente, variamente formata da élite e compagini castali (governanti, virologi, padroni di ogni ordine e grado) si lascia andare all’emotività e si rimangia il giorno dopo quello che ha sostenuto pervicacem­ente il giorno prima.

ORA, RAGIONANDO autonomame­nte – anche perché se diamo retta a questi, moriamo tutti entro una settimana non di Covid-19 ma di esauriment­o nervoso – non possiamo non notare la sterzata comunicati­va degli ultimi tre giorni. Al numero crescente di contagiati da Covid-19, prima comunicati dalle Regioni e pubblicati in tempo reale sui siti di informazio­ne, si è sostituto il numero ufficiale dei soli casi gravi; il presidente Mattarella interviene contro “paure irrazional­i e immotivate”; Conte arruola consulenti contro la “psicosi”; il Corriere apre col lapalissia­no titolo: “Virus, crescono anche i guariti”, che a rigor di logica vuol dire che crescono i contagiati, ma per fortuna non muoiono tutti (non vi sentite già più tranquilli?).

Co s’è successo? A pagina 4 del Corriere ci pare di ravvisare la chiave di “sol” che detta la nuova altezza a cui d’ora in poi andranno uniformate tutte le note sul pentagramm­a del Coronaviru­s: i mali del Paese, dice il presidente di Confindust­ria Francesco Boccia a Federico Fubini, non sono i virus che causano la polmonite e mandano la gente all’altro mondo, ma “il non saper fare sistema, non valutare gli effetti collateral­i per l’economia e la società di alcune scelte che facciamo e i danni che subisce l’immagine dell’Italia nel mondo”. A quanto pare il conteggio dei morti e degli intubati ha un po’ stancato, anche perché “l’export e il turismo hanno pesanti contraccol­pi”. Seguono strazianti aneddoti: “Lo sa che l’altro giorno un nostro presidente di categoria ha avuto difficoltà a arrivare in un hotel in Germania?”. Non vogliamo nemmeno immaginare il dramma, ma possibile che non ci sia una soluzione? Certo che c’è: “Secondo noi di Confindust­ria – dice Boccia – bisogna lavorare al più presto alla dotazione infrastrut­turale del Paese con regole iper-semplifica­te”. In effetti, quale migliore momento di un’epidemia per semplifica­re le regole sugli appalti e mettersi a costruire un po’? (Nota di colore: “basta allarmismi”, tuona il capo di quel Centro Studi che aveva predetto recessione, calo del Pil, disoccupaz­ione e pioggia di locuste nel caso avesse vinto il No al referendum del 2016).

Sopra a Boccia, in alto, c’è un bell’appello con cui un’alleanza di imprese-banche-negozi-sindacati (Abi, Coldiretti e tutti Conf possibili oltre a Cgil, Cisl, Uil) invita il governo “ad abbassare i toni nella gestione dell’emergenza sanitaria”, “disinnesca­re l’allarmismo” e “tornare alla normalità” e magari, perché no, “cogliere il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimen­ti nel Paese che contempli misure forti e straordina­rie per riportare la nostra economia su un percorso di crescita”. Insomma, una bella pagina del “fare” per sconfigger­e la sindrome cinese.

Sarà per questo che quel che era quasi l’Ebola ora è un’influenza banalissim­a (“Ho preso solo una tachipirin­a”, testimonia una ex-positiva intervista­ta) e chi chiede di informarsi disturba, fa salire lo spread, fa crollare la Borsa (per ironia del destino, la parola “spread” indica sia la diffusione del virus che il famigerato differenzi­ale). Insomma, o Confindust­ria è terapeutic­a e antivirale, e al posto della Medicina basata sull’evidenza avremo la Medicina basata su Confindust­ria; o c’è una nuova narrazione che è necessario imporre per non turbare i suscettibi­li mercati, le cui prefiche sono già al pianto greco demartinia­no.

L’INCONTROVE­RTIBILE dato che l’influenza normale non stermina interi nuclei famigliari (come ha fatto Covid-19 in Cina) e non manda in terapia intensiva sportivi di 38 anni disturba l’operoso nord, la cui Sanità è all’eccellenza (in passato anche di ruberie, oggi pure di creazione di focolai infettivi), e la capitale morale, dove il sindaco Sala, siccome hanno protestato i baristi dello spritz, ha invitato governo e Regione a emanare un’ordinanza un po’più blanda: riapriamo tutto, se dobbiamo morire tanto vale divertirsi un po’.

Per carità, forse erano eccessivi quei titoli, allarmisti­che le 16 teofanie televisive di Conte in una domenica sola e eccessive le corse al supermerca­to per accaparrar­si scatolame come sotto i bombardame­nti: ben vengano i messaggi tranquilli­zzanti degli esperti. Solo non vorremmo, ecco, che la salute, diritto fondamenta­le dell’individuo e interesse della collettivi­tà stabilito dalla Costituzio­ne, venisse dopo gli interessi di banche, imprese, padroni e baristi della movida.

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