Un tavolo da poker con quattro giocatori per sostituire Conte
Trame e complotti guardando il Coronavirus Giorgetti tesse la tela da mesi e Verdini lavora nell’ombra per un esecutivo di centrodestra sull’asse Renzi-Salvini
Più che a una cabina di regia assomiglia a un tavolo da poker (peraltro virtuale) il “gruppo” che sta lavorando alla sostituzione di Giuseppe Conte. Matteo Renzi e Matteo Salvini, che hanno in comune tendenza ad esagerare, tempismo non proprio azzeccatissimo, attitudine ad accentrare, tra un bluff e l’altro sembrano essere arrivati a un punto di contatto: dopo Conte va bene lavorare a un altro esecutivo, non per forza votare.
Il “merito” è soprattutto di Giancarlo Giorgetti, trasversale sia per rapporti che per credibilità, che da tempo spinge per un governissimo. La variabile è rappresentata ancora una volta da Denis Verdini, l’impresentabile per antonomasia, che studia tutte le variabili dei vari piani in campo.
LO SCENARIO reale potrebbe essere, allora, un esecutivo di centrodestra con l’appoggio di Matteo Renzi. L’ideologo numero 1 del patto tra Renzi e Salvini è proprio Verdini. Vicino all’ex premier da sempre, è entrato in stretta relazione con il leader della Lega per il rapporto tra costui e sua figlia Francesca. In questa fase ha le sue idee. Dopo l’ennesima porta sbattuta in faccia all’idea del governo di unità nazionale, soprattutto da parte di Giorgia Meloni, del Pd e di Leu, l’ipotesi su cui lavorare dovrebbe essere quella di un esecutivo di centrodestra.
La cosa non è senza ostacoli. Prima di tutto, bisognerebbe convincere la Meloni a entrare in una maggioranza nella quale c’è Renzi. Forse sarebbe più facile che indurla a dare il suo appoggio a un governissimo con dentro tutti.
Poi c’è la questione della tenuta di Italia viva, che potrebbe spaccarsi. “Noi non ci stiamo a ipotesi alternative a Conte”, dicono voci interne ai renziani del Senato. E dunque si pone un problema di numeri. A Palazzo Madama, Lega, Iv, Fi e Fdi fanno 156. Comunque sotto la maggioranza, anche volendo scommettere su una compattezza che non ci sarà. E che però dovrebbe essere compensata da altri arrivi: parte dal Misto, parte dalle Autonomie, parte pure dai Cinque Stelle.
La convinzione di chi lavora a questo dossier è che molti nel Movimento abbiano nostalgia del governo gialloverde. E che tra questi ci potrebbe essere anche Luigi Di Maio, la cui rivalità con Conte non è un mistero per nessuno.
IN CASA L ega, intanto, ieri tenevano i toni bassi. Ma certo per loro non finisce qui. Sono quasi tre mesi che Giorgetti lavora a un’ipotesi di governo di unità nazionale, arrivando persino a offrire un tavolo di riforme. Fino a un certo punto, Salvini non era convinto. Poi, invece, gli ha dato ragione. E la conferma che l’evoluzione di questo tavolo può portare anche ad altri esiti, arrivava anche dalla Lega. Perché adesso si aspetta di vedere come l’emergenza coronavirus si intreccia con l’evoluzione del quadro politico.
In molti sono convinti che abbia messo un “tappo” alle tensioni nella maggioranza. Ma anche che di fronte a uno scenario che continui ad apparire fuori controllo, il premier non possa reggere. Come di fronte a segnali sempre più inquietanti per l’economia.
D’ALTRA parte, Salvini a parlare con Sergio Mattarella ci è andato. E anche se non gli ha prospettato cambi di maggioranza, ha comunque dato un segnale di disponibilità a farsi carico di una fase difficile.
Raccontano – un po’ scherzando – che il Presidente a questo punto tenda a fidarsi persino più di lui che di Renzi. Ma per chiunque conosca l’ex premier, questo genere di mancanza di considerazione è un motivo in più per cercare di farsi spazio. Sa che la strada è stretta e che la maggior parte dei ponti sono per lui bruciati. Una mossa al momento sbagliato proprio non se la può permettere. E dunque va avanti per stop and go, minacce e rassicurazioni. “Rinnovo l’invito a tutti, soprattutto agli amici di Italia Viva: non cadiamo nelle polemiche dei soliti noti o nei consueti retroscena interessati. Ora è il momento della massima collaborazione con tutti”, scriveva ieri su Facebook. Fino alla prossima puntata.
Numeri
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Gli inciuci li lascio ad altri, ma ritengo di avere il diritto di far di tutto per mandare a casa il signor Conte: non lo ritengo all’altezza MATTEO SALVINI
Intese
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