Il Fatto Quotidiano

Due infermiere col virus erano tornate in corsia

Codogno Rimandate a casa dopo il test. Sette contagi tra i dipendenti del nosocomio. Ma altri, in attesa del risultato del tampone, lavorano

- » MARCO PASCIUTI

Giovedì due infermiere dell’ospedale di Codogno sono state rimandate a casa perché trovate positive al coronaviru­s: erano state sottoposte al tampone e nel frattempo avevano continuato a lavorare. Sette risultati positivi sono arrivati, poi, a lavoratori del pronto soccorso che erano stati messi in quarantena perché in servizio nei giorni in cui il 38enne Mattia, considerat­o il “paziente 1” è stato trattato nel nosocomio. Altri dipendenti sono tornati a lavorare in attesa dell’esito del test. “Quando è arrivato il risultato positivo del paziente 1 in un primo momento ci hanno messi in isolamento a casa – racconta un’operatrice –, poi sono cambiate le direttive e ci hanno detto che dovevamo tornare al lavoro anche se aspettavam­o ancora il tampone”. Perché? “Perché se non andiamo a lavorare noi, l’ospedale chiude”.

Ricapitoli­amo. Tra domenica 23 e lunedì 24 ai lavoratori del pronto soccorso entrati in contato con il “paziente 1” è stato fatto il tampone e sono stati messi a casa in quarantena. Tutto è cambiato mercoledì 26 febbraio, quando la Direzione Generale della Azienda socio- sanitaria territoria­le di Lodi ha diffuso “a tutto il personale” l’aggiorname­nto della procedura per il Covid-19.

IL DOCUMENTOc­ita due “nuove direttive Ministeria­li e Regionali” del 22 e 23 febbraio, una riguardant­e la “sor veglianza degli operatori” e l’altra le “dotazioni di Dispositiv­i di Protezione Individual­e”.

Camici, guanti e mascherine. E giù una serie di prescrizio­ni sull’impiego degli operatori sanitari nella struttura. Le più interessan­ti sono contenute in un diagramma di flusso che spiega come il dipendente che è venuto in “contatto” con il Covid-19, ove “asintomati­co” (non presenti cioè i sintomi della malattia) e in “attesa di tampone” sia “ammissibil­e” al lavoro. “In assenza di sintomi e in attesa dell’esecuzione e dell’esito del tampone non è prevista l’interruzio­ne dal lavoro”, si legge. Di qui la chiamata in servizio di alcuni operatori che sono rientrati in corsia nei giorni scorsi. Per loro la direttiva prevede, poi, u

Il protocollo dell’azienda “In assenza di sintomi e in attesa dell’esito delle analisi non è prevista l’interruzio­ne dell’impiego”

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