Verso 1000 contagi, 4 morti Allarme Iran: “211 vittime”
Scuole, si cerca accordo per riaprirle. L’Oms aumenta il livello di rischio
Le scuole rimarranno chiuse in Lombardia, anche se è possibile l’avvio di programmi di e-learning e insegnamento a distanza. Dovrebbero riaprire in parte del Veneto, dove il governatore Luca Zaia ieri spingeva in questo senso e aspettava con una certa impazienza il via libera da Roma. Riapertura probabile domani in Piemonte, in Liguria e in Emilia-Romagna oltre che in Campania, in Trentino-Alto Adige, a Palermo e a Taranto. Vedremo nelle Marche visto che il governatore Ceriscioli insiste. Il governo si è preso un giorno in più, l’ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Oggi il provvedimento che dovrebbe essere controfirmato dai governatori per evitare altre scenette da federalismo disordinato e un po’ cialtrone.
I CONTAGI crescono ancora: erano 888 alle 18 di ieri, quando la Protezione civile ha fatto il punto. Oltre il 30 per cento in più rispetto a giovedì sera. La curva continua a impennarsi, si viaggia verso i mille. Alle 18 si contavano anche 46 guariti (e 21 morti); degli 821 in trattamento 345 sono ricoverati, 47 in terapia intensiva e 412 in isolamento a casa. I morti ieri sono stati 4, tre in Lombardia e uno a Piacenza anche se residente nel Lodigiano. Non erano giovanissimi, un 77enne e tre over 80, tutti con diverse patologie. Come ha ricordato il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, sarà l’Istituto superiore di sanità ha certificare che il nuovo Coronavirus è la causa dei decessi.
La mappa dei contagi resta quella che era, non ci sono cioè nuovi focolai e la concentrazione resta fortissima in Lombardia, 531 casi per lo più (85%) nelle province di Lodi, Pavia, Cremona, Bergamo. È un dato che si conferma anche in base al rapporto con i tamponi effettuati: in Lombardia sono stati 4.835, molti meno del Veneto che ne ha fatti 7.414 per un totale di 151 risultati positivi, per lo più attorno al focolaio di Vo’ Euganeo e all’ospedale di Treviso; dato di poco superiore a quello dell’Emilia-Romagna che ne ha 145, in larga parte a Piacenza e con appena 1.277 test praticati. Dunque non è vero che i contagi aumentano solo facendo più tamponi, dipende dove, quando e a chi.
Aumenta la preoccupazione a livello internazionale con gli Usa che potrebbero elevare a livello 3 (su quattro) il warning sui rischi dei viaggi in Italia. E soprattutto sarebbero 211 i morti in Iran, molti di più dei 34 indicati da Teheran: il dato è stato diffuso dalla Bbc. L’Iran, dove lavora un numero significativo di cinesi, ha chiuso il Parlamento e sospeso la preghiera del venerdì. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel briefing a Ginevra sull’epidemia, ha detto che
“il livello di rischio di diffusione globale è stato elevato a molto alto”. Fuori dalla Cina siamo a 4351 casi in 49 Paesi e 67 vittime. “Danimarca, Estonia, Lituania, Olanda e Lituania
– ha detto ancora Adhanom Ghebreyesus
– hanno registrato i loro primi casi, tutti hanno legami con l’Italia. Sono 23 i casi ‘esportati’ dall’Italia in 14 Paesi, 97 quelli ‘esportati’ dall'Iran in 11 Paesi”. In Cina 329 nuovi casi, il dato giornaliero più basso dell'ultimo mese.
Dopo la Francia, anche la Germania ha raddoppiato i contagi dichiarati, da 30 a 60, in un giorno. In parte legati all’Italia, in parte no. “Quello che abbiamo visto in Veneto e Lombardia è uno scenario simile a quello che si vedrà negli altri Paesi europei”, ha detto ieri Bruno Ciancio dell’Ecdc, il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie di Stoccolma.
Nel mondoWarning Usa sul nostro Paese, contagi raddoppiati in Germania “Anche in Europa scenario simile a quello italiano”