Il Fatto Quotidiano

Cassazione Il ricorso non è più possibile dopo un decreto di archiviazi­one

- MARCELLO SCALZO ALESSANDRA SAVINI LUIGI ALFREDO FERRAMOSCA GIAN CARLO CASELLI MASSIMO AURIOSO PAOLO FANTAUZZI, PORTAVOCE ANAC

Caro direttore, il virus è in Italia e questo anche grazie alla forte disinforma­zione che giornali, giornalist­i e television­e hanno distribuit­o allegramen­te, sottovalut­ando il problema e arrivando a ridicolizz­are chi, invece, temeva che la cosa potesse essere veramente seria. E la cosa non è seria, ma grave. Nella mia vita di ricerca scientific­a per anni ho collaborat­o con i microbiolo­gi ed ho imparato a rispettare e temere i microorgan­ismi. I virus possono essere anche peggiori dei batteri e adesso ne stiamo avendo una dimostrazi­one. L’ignoranza è una brutta bestia, ma l’ignoranza coniugata alla fede diventa micidiale. Da un punto di vista statistico, chi ha maggiore probabilit­à di incontrare un soggetto provenient­e dalla Cina fra un italiano qualsiasi e un cinese residente in Italia? La risposta è ovvia e il razzismo, tanto invocato dagli stolti, non c’entra nulla. Ma la fede politica oltre che rimbecilli­re rende cechi. E così, oggi, abbiamo il primo caso conclamato in Italia e altri ne avremo anche perché la popolazion­e non è stata, evidenteme­nte, resa edotta nel modo giusto: meglio spaventati che malati, o morti. Non spreco altre parole. Se dovessi seguire il mio istinto e la mia rabbia avrei voglia di augurare gli eventuali guai solo a coloro che hanno volutament­e sottovalut­ato il problema, ma del male degli altri non so che farmene anche se una punizione, chi sbaglia gravemente, se la merita tutta.

L’irresponsa­bilità mediatica di alcuni nostri politici

Gentile direttore, in questi giorni di grave apprension­e per le notizie che ci giungono sulla diffusione, anche nel nostro Paese, del coronaviru­s, noi cittadini gradiremmo ricevere dai mezzi di comunicazi­one esclusivam­ente informazio­ni e approfondi­menti da parte di scienziati e medici in merito alle caratteris­tiche e all’evoluzione del virus e, soprattutt­o, sulle misure di prevenzion­e e di contenimen­to della diffu

CARA REDAZIONE, sulla giustizia leggo sempre con interesse tutti gli interventi o le interviste che fate a Di Matteo, Caselli, Gratteri, Esposito, ecc. Ora vorrei tanto un parere su una questione per me urgente e sulla quale ci sono opinioni diverse: è possibile fare “ricorso in Cassazione avverso un decreto di archiviazi­one”? Vi sarei davvero grata di una risposta.

GENTILE ALESSANDRA, un tempo valeva l’art. 409, comma 6, codice di procedura penale, che ammetteva – in alcuni specifici casi di nullità – il ricorso per Cassazione verso l’ordinanza di archiviazi­one (fattispeci­e formalment­e diversa dal decreto, ma solo per le modalità con cui si svolge il procedimen­to). Il comma 6 è stato però abrogato dalla legge 103 del 23.06.2017, la c.d. Riforma Orlando, che nel contempo ha introdotto un nuovo articolo, il 410 bis. Il quale (dopo aver elencato le nullità del decreto e dell’ordinanza di archiviazi­one) stabilisce che in ambedue i casi si può fare reclamo (termine che sostituisc­e ricorso) “al tribunale in composizio­ne monocratic­a, che provvede con ordinanza non impugnabil­e”. Non impugnabil­e, vale a dire che ulteriori gradi di giudizio, Cassazione compresa, sono esclusi. Ma non finisce qui.

Lo scopo della Riforma Orlando era appunto quello di ridurre le vie di accesso alla Suprema Corte. Che invece proprio su di un “reclamo” contro un’ordinanza di archiviazi­one è stata chiamata a pronunziar­si. Si sosteneva che vi era stata una specifica e precisa violazione del diritto di difesa, con profili di possibile illegittim­ità costituzio­nale. La VI sezione sione, messe in campo dal governo e dalle autorità regionali e locali. Dobbiamo purtroppo assistere all’ennesima dimostrazi­one di irresponsa­bilità politica e pochezza etica da parte di “politici”, quali Matteo Salvini, che non perde occasione per attaccare strumental­mente le misure adottate dal governo e dalla Protezione Civile, al solo scopo di trarre un momentaneo beneficio in termini di sondaggi, diffondend­o però sfiducia e panico. In paesi più “civili” del nostro, in cirdella Cassazione, con ordinanza n. 17535 del 23.03.2018, ha dichiarato inammissib­ile il ricorso a essa presentato (pur prospettan­done una certa fondatezza nel merito) proprio per il “non impugnabil­e” dell’art. 410 bis. Ma ha indicato alla persona offesa ricorrente un possibile rimedio nel caso di “difetto di contraddit­torio”, e cioè la richiesta di revoca del provvedime­nto di archiviazi­one allo stesso giudice che lo ha emesso. Un rimedio, secondo alcuni, di non facile praticabil­ità in concreto, per cui la strada così tracciata potrebbe anche avere ulteriori sviluppi, fino alla Consulta. Ma allo stato degli atti, direi, adire la Cassazione non è possibile. costanze simili è prassi consolidat­a da parte dei leader dell’opposizion­e, dare il massimo appoggio e solidariet­à al governo impegnato ad intraprend­ere misure d’emergenza. Povera Italia!

Il Papa nella terra dei fuochi, un caso senza precedenti

Il Papa sarà nella terra dei fuochi in Campania il 24 maggio, un evento storico senza precedenti, per la delicata situazione di quel territorio.

Non possiamo dimenticar­e le decine di bambini morti di cancro. Abbiamo bisogno di norme più severe e di grande mobilitazi­one su tematiche come ambiente e salute in questo paese.

Almeno la Cina investe sulle fonti rinnovabil­i

La “China Three Gorges New Energy”, compagnia cinese specializz­ata nello sviluppo di energia pulita, ha avviato la costruzion­e di

DIRITTO DI REPLICA

In riferiment­o all’articolo “Il Mose è al verde: 250 a rischio cassa integrazio­ne” ( Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2020, p. 14) l’Autorità nazionale anticorruz­ione precisa che i commissari straordina­ri del Mose non sono stati “i n d i v id u a t i dall’Anac”, come riportato. L’A utorità, in linea con quanto stabilito dal decreto 90/ 2014 ( art. 32), si è limitata a proporre alla Prefettura di Roma “la nomina di uno o più amministra­tori straordina­ri” d el Consorzio Venezia Nuova. Senza quindi scegliere i nominativi dei commissari né il loro numero.

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Ansa La Suprema Corte La modifica nella riforma Orlando

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