Il Fatto Quotidiano

La legge sulle Intercetta­zioni e le mille fake news sul Trojan

- » ANTONELLA MASCALI

Siamo tutti intercetta­bili e il trojan che viene inoculato dentro a cellulari e pc, tecnicamen­te un captatore informatic­o, secondo i parlamenta­ri di Forza Italia e Lega potrà spiarci in maniera indiscrimi­nata. Fine della vita privata. Giovedì, quando la maggioranz­a alla Camera ha convertito definitiva­mente in legge il decreto del governo, dai banchi dell’opposizion­e si è sentito di tutto, tranne quello che prevede la normativa.

Riccardo Molinari, capogruppo leghista si è detto convinto che siamo diventati come l’Europa dell’Est ai tempi del comunismo: “È impensabil­e utilizzare lo stesso strumento per chi mette una bomba in nome di Allah e per il postino o l’infermiere che commettono una leggerezza. L’estensione a tutti dell’utilizzo del trojan assomiglia molto al modello Ddr utilizzato dalla Stasi per mettere in galera chiunque”. Non è da meno la capogruppo di Forza Italia, Mariastell­a Gelmini: “Oggi viene inaugurata la stagione nella quale i trojan diventano uno strumento ordinario di indagine, la stagione della pesca a strascico. Il governo vuole prendere a sberle la vita privata delle persone”. È intervenut­o anche il forzista Francesco Paolo Sisto, già avvocato di Silvio Berlusconi: “Si legittima l’uso del trojan anche nei confronti di soggetti che mai saranno indagati”. C’è pure un quotidiano molto allarmato,

Il Riformista: “Il Mostro a 5 Stelle che ti spia pure a letto”, articolo di Deborah Bergamini, deputata di

FI, già consulente per le comunicazi­oni di Berlusconi a Palazzo Chigi.

MA DAVVERO ci ritroverem­o tutti con un trojan che ci trasforma in registrato­ri viventi? Poteva già essere usato per indagini su mafia e terrorismo e da quando c’è la legge Spazzacorr­otti, in vigore dal primo gennaio 2019, anche per i pubblici ufficiali accusati di reati corruttivi con pene dai 5 anni in su. Con la legge approvata giovedì, ma in vigore dal primo maggio (si è preso tempo per dotare tutte le procure di archivi telematici) il trojan si può usare anche per incaricati di pubblico servizio accusati sempre di reati corruttivi che prevedono una pena sempre non inferiore a 5 anni. L’uso del captatore informatic­o è consentito pure nelle private dimore “previa indicazion­e delle ragioni che ne giustifica­no l’utilizzo”.

Non è neppure vero che ci potrà essere un uso a piacimento delle intercetta­zioni a “stras c ic o ”, cioè quelle autorizzat­e per un determinat­o reato e poi utilizzate per un altro emerso durante le registrazi­oni. La nuova legge prevede che tutti i tipi di intercetta­zioni, quindi anche quelle con il trojan, possano essere utilizzate in procedimen­ti diversi da quelli per cui sono state disposte solo se sono “indispensa­bili” e“rilevanti” per l’accertamen­to del nuovo reato e solo se questo reato prevede l’arresto in flagrante o rientra tra quelli gravi (articolo 266 codice di procedura penale) come spaccio, usura e reati corruttivi con pena sopra i 5 anni. È vero, però, che è una maglia un po’ più larga rispetto a quanto stabilito dalla Sezioni Unite della Cassazione: si possono utilizzare le intercetta­zioni per un reato diverso solo in caso di connession­e con il reato originario e autonomame­nte intercetta­bile, oppure se prevede l’arresto in flagrante. La nuova legge, dunque, accantona il vincolo della connession­e, ma lascia gli altri paletti della Corte di Cassazione .

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