La legge sulle Intercettazioni e le mille fake news sul Trojan
Siamo tutti intercettabili e il trojan che viene inoculato dentro a cellulari e pc, tecnicamente un captatore informatico, secondo i parlamentari di Forza Italia e Lega potrà spiarci in maniera indiscriminata. Fine della vita privata. Giovedì, quando la maggioranza alla Camera ha convertito definitivamente in legge il decreto del governo, dai banchi dell’opposizione si è sentito di tutto, tranne quello che prevede la normativa.
Riccardo Molinari, capogruppo leghista si è detto convinto che siamo diventati come l’Europa dell’Est ai tempi del comunismo: “È impensabile utilizzare lo stesso strumento per chi mette una bomba in nome di Allah e per il postino o l’infermiere che commettono una leggerezza. L’estensione a tutti dell’utilizzo del trojan assomiglia molto al modello Ddr utilizzato dalla Stasi per mettere in galera chiunque”. Non è da meno la capogruppo di Forza Italia, Mariastella Gelmini: “Oggi viene inaugurata la stagione nella quale i trojan diventano uno strumento ordinario di indagine, la stagione della pesca a strascico. Il governo vuole prendere a sberle la vita privata delle persone”. È intervenuto anche il forzista Francesco Paolo Sisto, già avvocato di Silvio Berlusconi: “Si legittima l’uso del trojan anche nei confronti di soggetti che mai saranno indagati”. C’è pure un quotidiano molto allarmato,
Il Riformista: “Il Mostro a 5 Stelle che ti spia pure a letto”, articolo di Deborah Bergamini, deputata di
FI, già consulente per le comunicazioni di Berlusconi a Palazzo Chigi.
MA DAVVERO ci ritroveremo tutti con un trojan che ci trasforma in registratori viventi? Poteva già essere usato per indagini su mafia e terrorismo e da quando c’è la legge Spazzacorrotti, in vigore dal primo gennaio 2019, anche per i pubblici ufficiali accusati di reati corruttivi con pene dai 5 anni in su. Con la legge approvata giovedì, ma in vigore dal primo maggio (si è preso tempo per dotare tutte le procure di archivi telematici) il trojan si può usare anche per incaricati di pubblico servizio accusati sempre di reati corruttivi che prevedono una pena sempre non inferiore a 5 anni. L’uso del captatore informatico è consentito pure nelle private dimore “previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l’utilizzo”.
Non è neppure vero che ci potrà essere un uso a piacimento delle intercettazioni a “stras c ic o ”, cioè quelle autorizzate per un determinato reato e poi utilizzate per un altro emerso durante le registrazioni. La nuova legge prevede che tutti i tipi di intercettazioni, quindi anche quelle con il trojan, possano essere utilizzate in procedimenti diversi da quelli per cui sono state disposte solo se sono “indispensabili” e“rilevanti” per l’accertamento del nuovo reato e solo se questo reato prevede l’arresto in flagrante o rientra tra quelli gravi (articolo 266 codice di procedura penale) come spaccio, usura e reati corruttivi con pena sopra i 5 anni. È vero, però, che è una maglia un po’ più larga rispetto a quanto stabilito dalla Sezioni Unite della Cassazione: si possono utilizzare le intercettazioni per un reato diverso solo in caso di connessione con il reato originario e autonomamente intercettabile, oppure se prevede l’arresto in flagrante. La nuova legge, dunque, accantona il vincolo della connessione, ma lascia gli altri paletti della Corte di Cassazione .