La guerra di Scala dei Turchi: ambientalisti vs ambientalisti
AGRIGENTO Legambiente e MareAmico divisi dalla scogliera
Dovrebbe essere Patrimonio dell’Umanità, ma si è trasformata negli ultimi anni in una specie di lite di condominio. È Scala dei Turchi, la celebre parete di roccia bianca a picco sul mare lungo la costa di Realmonte (Agrigento), bene dichiarato giovedì “di proprietà demaniale” dalla Procura di Agrigento, che ha posto i sigilli sulla roccia. Ora indaga per occupazione di suolo pubblico e danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale il 74enne Ferdinando Sciabarrà, colui che fino a oggi era considerato (o si considerava) il proprietario della grande e fragile marna bianca: “Le visure catastali non costituiscono titoli costitutivi della proprietà”, recita il fascicolo a carico del pensionato, ex dipendente della Camera di commercio.
È l’epilogo di una storia che da sei anni vede la Scala dei Turchi al centro di una battaglia i cui protagonisti non sono solo il Comune di Realmonte e il supposto proprietario della Scala, ma anche – su opposte fazioni – due associazioni ambientaliste, animate non solo da sani principi ispirati alla tutela di un bene patrimonio dell’Umanità, ma anche, forse, dall’allettante prospettiva di una possibile ( e proficua) gestione del sito turistico.
MA ANDIAMO con ordine. La bagarre per accaparrarsi la gestione della preziosa scogliera, visitata da migliaia di turisti ogni anno, è iniziata nel 2014, quando l’allora sindaco di Realmonte, Piero Puccio, scopre attraverso le visure catastali che l’area della Scala sarebbe di proprietà di un privato e non del Comune.
Dopo alcuni mesi comincia il braccio di ferro con il nuovo sindaco Lillo Zicari e una guerra giudiziaria che, pochi mesi fa, era arrivata tra le polemiche a un accordo: Sciabarrà cedeva definitivamente al Comune di Realmonte la Scala in cambio del 70% dei “diritti d’immagine” per i futuri 70 anni. Il consiglio comunale del piccolo comune (4 mila abitanti) blocca l’accordo a gennaio, in piena campagna elettorale (si vota a maggio), quando la questione Scala dei Turchi è diventata anche politica. “Molti consiglieri della maggioranza e della minoranza avevano detto prima di sì all’accordo – spiega il sindaco Lillo Zicari – ma adesso la vicenda, a pochi mesi dalle elezioni, è politica. Io ho deciso di non ricandidarmi, speravo di chiuderla perché questa discussione mi ha portato i capelli bianchi”. A liberare da ogni compito il primo cittadino è arrivata adesso la Procura di Luigi Patronaggio, che ha svelato quelle che potremmo chiamare le “verità nascoste” sulla proprietà, esplorando archivi e documentazioni storiche riportando il bene al demanio pubblico.
Ma torniamo alle associazioni ambientaliste. Da una parte della barricata si è sempre schierata MareAmico, associazione che oggi esulta per il sequestro disposto della Procura, ma che nel 2016 appoggiava apertamente il pensionato Sciabarrà, al punto di affiancarlo durante la conferenza stampa in cui si annunciava l’accordo con il Comune per la gestione del bene in cambio degli introiti dei biglietti (3 euro ciascuno), introiti comunque mai concretizzatisi.
Negli anni non sono mancate le liti tra l’associazione e il sindaco Zicari, sfociate anche in un concitato consiglio comunale in cui il primo cittadino accusava MareAmico di “atti denigratori” contro la Scala dei Turchi. Nel 2016, infatti, l’associazione denunciò una l’aggressione da parte di una presunta ruggine che avrebbe deteriorato la marna, fenomeno in realtà naturale che tuttavia veniva imputato all’abusivismo: “È la normale azione degli agenti atmosferici” spiega il sindaco Zicari.
A OPPORSI a MareAmico è stata anche Legambiente (già gestore di altri beni in Sicilia, come l’Isola dei conigli) schieratasi prima contro la privatizzazione, poi contro l’accordo tra sindaco e privato sui diritti d’immagine, E ora, da vincitrice, si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Esprimiamo grande soddisfazione per le conclusioni a cui è giunta la Procura di Agrigento – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia –. Speriamo che adesso abbia il buon gusto di tacere e, magari, farà mea culpa, chi, facendo finta di fare una battaglia per la tutela di questo meraviglioso sito, si era già adoperato, sottobanco, per organizzare un proprio, privato, business a scapito della collettività, vera e unica proprietaria di questo bene naturalistico e culturale”.
La proprietà
Nella lite tra pubblico e privato c’erano fazioni opposte anche tra le associazioni
La scheda
LA DECISIONE La Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio (foto) ha dichiarato bene demaniale la Scala dei Turchi di Realmonte (Agrigento), ponendo fine a un contenzioso tra il comune e un privato (ora indagato per occupazione di suolo pubblico) che ne rivendicava la proprietà