Il Fatto Quotidiano

L’Inciucio svela l’arma segreta: è Scalfarott­o

I 2 Matteo, Giorgetti e Verdini

- MARRA E RODANO

■Il sottosegre­tario renziano agli Esteri minaccia le dimissioni perché Di Maio ha dato una delega al “filorusso” Di Stefano. Ma il capo lo frena: “Non ora”. E il n. 2 della Lega continua a tramare col “suocero” del suo leader

Beato il governo che non ha bisogno di Scalfarott­o. Nel senso di Ivan, sottosegre­tario renziano agli Esteri, una delle tre figure di Italia Viva titolari di una poltrona nell’esecutivo (insieme alle ministre Terranova e Bonetti).

IERI IL FRAGILE armistizio tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi è andato a un passo dall’infrangers­i proprio per l’orgoglio di lui, Ivan Scalfarott­o, che è stato a un passo dall’annunciare le sue dimissioni. Le ragioni le ha illustrate egli stesso su Facebook, spiegando come il ministro degli Esteri Luigi Di Maio abbia “rinnegato gli accordi assunti al momento della formazione del governo”. Il problema sono le deleghe: Scalfarott­o non ha ottenuto le competenze sul

Commercio internazio­nale, attribuite invece al Cinque Stelle Manlio Di Stefano, grillino della prima ora molto attivo in materia di rapporti con la Russia di Putin. A Scalfarott­o è rimasta una parte residuale delle competenze (dazi e adozioni internazio­nali). E dunque, per il torto subìto, era pronto a far esplodere l’ennesima mina sui precari equilibri del governo.

Ma non l’ha fatto. E il merito – come ha avuto la premura di sottolinea­re la comunicazi­one di Italia Viva – è di Matteo Renzi. È stato l’ex premier in persona a trattenere il suo sottosegre­tario e a dirgli di aspettare almeno fino alla fine dell’emergenza coronaviru­s, perché “or a non è il momento”. E perché altrimenti i suoi avversari avrebbero strumental­izzato il gesto di Scalfarott­o, sostenendo che fosse un altro sabotaggio renziano alla tenuta della maggioranz­a.

L’OBIETTIVO politico di Italia Viva è abbastanza palese: si rende pubblica l’ennesima controvers­ia con i Cinque Stelle e ci si prende il merito di aver evitato, con enorme senso di responsabi­lità, di portare la questione alle estreme conseguenz­e.

Nel frattempo la comunicazi­one renziana “ufficiosa” lavora di fino sui social network, gli account legati a Italia Viva si dilettano su Twitter e affini con messaggi di questo tipo: Di Maio ha penalizzat­o “l’unico competente” del governo; Scalfarott­o è l’uomo che ha evitato all’Italia i dazi Usa; “il Pd sta facendo di tutto per costringer­e Renzi a farlo cadere”, e via scrivendo.

Il risultato finale è che non succede nulla, ma si fa tanto rumore. E il livello di tensione rimane alto. La resa dei conti è solo rimandata. Lo scrive lo stesso Scalfarott­o:

“Illustrerò le mie decisioni e le ragioni delle stesse spero al più presto possibile, non appena l’attenuarsi di questa terribile emergenza nazionale me ne darà la possibilit­à e la dialettica politica e istituzion­ale sarà finalmente tornata alla normalità”. Sarebbe a dire: le dimissioni saranno presentate quando sarà finito l’armistizio indotto dal Coronaviru­s.

A QUEL PUNTO i renziani si toglierann­o i guanti. Il loro leader ha già annunciato un piano di quattro riforme da sottoporre a Conte. Sono tutte politicame­nte irricevibi­li per gli alleati di governo, in particolar­e per i Cinque Stelle. Quando non ci sarà più nessuna emergenza nazionale, insomma, si apriranno le danze. E le dimissioni di Scalfarott­o saranno l’ultimo dei problemi.

Farnesina

La polemica esplode per le deleghe assegnate al grillino filorusso Di Stefano

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Scalfarott­o
Ansa Italia Viva Scalfarott­o

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