Il Fatto Quotidiano

“Rascel in armadio e i coccodrill­i con Cecchi Gori”

L’INTERVISTA

- MARIA GRAZIA BUCCELLA Diva negli anni 60 ed ex fidanzata del produttore: “In pena per lui” » ALESSANDRO FERRUCCI

Fonzie in Happy Days, alla fine degli anni Settanta, salta uno squalo tigre con gli sci d’acqua: da lì è iniziata la crisi della serie tv perché la scena venne giudicata troppo irreale dai fan.

Maria Grazia Buccella e il suo fidanzato di allora, Vittorio Cecchi Gori, qualche tempo prima, e in vacanza, avevano tentato la stessa sorte, senza salto, ma con gli sci ai piedi, “peccato che a pelo d’acqua c’erano dei coccodrill­i”. E? “Non lo sapevamo, ma a un certo punto abbiamo visto i bagnanti sbracciars­i e urlare verso di noi. Disperati. Noi niente, non capivamo, pensavamo a una sorta di isteria collettiva. ( Ride, a lungo). Eravamo un po’ i n c oscienti; quante ne abbiamo combinate”.

Maria Grazia Buccella è icona inconsapev­ole, preferisce sottrarre che aggiungere, sminuisce invece di illuminare, smussa ogni angolo della sua vita privata e profession­ale, ma non rinuncia al sorriso e alla gentilezza: “In realtà sono stata solo un’attrice fortunata circondata da grandi attori e da belle persone come Vittorio”.

Cecchi Gori è di nuovo nei guai.

Situazione assurda, perché non è in carcere ma ricoverato in ospedale; in questi anni gli è successo di tutto, povero amico mio.

Siete molto legati.

Ci conosciamo da quasi sessant’anni, e ancora oggi ci frequentia­mo spesso, spesso andiamo a mangiare insieme e magari gli chiedo qualche consiglio.

Conosciuti, come? Durante le riprese de Il gaucho (uscito nel 1964): atterro in Argentina per le riprese, scendo dalla scaletta, e trovo proprio lui ad aspettarmi. Da quel momento è nato tutto, ci siamo immediatam­ente fidanzati; veramente due matti, insieme abbiamo girato il mondo, e per allora non era comune né semplice.

Due matti...

In Messico abbiamo provato la marijuana, la vendevano ovunque e a quel tempo era come bere una grappa da noi, anzi dell’acqua; una sera al ristorante non siamo stati in grado di ordinare, ogni volta che arrivava il cameriere scoppiavam­o a ridere, e ci nascondeva­mo dietro il menù; la scena è durata, credo, un paio di ore, ma non ne sono certa, la percezione del tempo era completame­nte dilatata.

Perfetto.

Una notte mi sono addormenta­ta per terra e non ricordo neanche il motivo; sì, mi sono veramente divertita e lui è stato perfetto compagno di goliardia.

Però vi siete lasciati.

Due ragazzini, e per una lunga fase è scattato il classico tira e molla, anche perché l’ambiente era lo stesso, e magari ci ritrovavam­o per una partita di tennis a casa di Tognazzi.

Prima ha detto: “Sono stata un’attrice fortunata”.

È la verità, visto quanto sono sbadata e le mie difficoltà con la memoria.

Però ha vinto un Nastro d’Argento nel 1968...

Se è per questo negli Stati Uniti mi avevano offerto di restare, di studiare all’Actors Studio, con la promessa di venir scritturat­a poi per alcuni programmi televisivi e film a Hollywood.

E invece?

Avevo solo 18 anni e i miei non erano contenti: non riuscirono a metabolizz­are una scelta così importante e in così poco tempo. Quindi ripresi l’a ereo, e addio.

Come mai gli Stati Uniti?

Un’amica di mia madre era nel giro dei concorsi di bellezza e, all’improvviso, nel giro di una settimana organizzò un viaggio negli States per partecipar­e a Miss Universo. Partii da sola. Dovevo ancora compiere diciotto anni.

Coraggio o incoscienz­a?

Non lo so, ma dalla provincia di Trento mi ritrovai immersa in una realtà stupenda, con l’Actors Studio materializ­zato davanti alla mia vita.

Quanto ha ripensato a quel “no”?

Da subito: ancora oggi è un interrogat­ivo che fa parte di me; la fortuna è aver strappato tante belle soddisfazi­oni anche in Italia. È una delle poche attrici ad aver recitato con i cinque fenomeni del cinema italiano: Sordi, Manfredi, Tognazzi, Mastroiann­i e Gassman.

E non mi spiego il motivo, è incredibil­e; ( sorride) avevo un debole profession­ale per Vittorio: quando parlava lui, restavo in silenzio per cercare di carpire pure le virgole del suo pensiero; ( sorride an

cora) ho lavorato anche all’estero...

Con Peter Sellers nel film di Vittorio De Sica, “Caccia alla volpe”.

Una tragedia quei due.

In che senso?

Non si sopportava­no, non riuscivano a incrociare la loro visione artistica e umana, così era guerra perenne.

A che livello?

Alcune scene dovevamo girarle a Capri, ma si rifiutaron­o di salire sullo stesso motoscafo.

Addirittur­a.

Eccome! Per questo si crearono due gruppetti, ben sepa

Ero così emozionata per lui da dimenticar­mi di entrare in scena: tutti mi aspettavan­o e io niente Lui però è stato carino

ALBERTO SORDI

Mi prendeva in giro per il seno grosso Che tipo esuberante! Usciva pure alla vigilia di una partita: godereccio al massimo

GIORGIO CHINAGLIA

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy