Il Fatto Quotidiano

CONTE: “SUL VIRUS VOGLIAMO AVERE PIÙ DEFICIT”

Dalle misure economiche alla richiesta di più deficit all’Europa, fino alla tenuta giallorosa: cosa cambia con l’emergenza in corso

- » MARCO TRAVAGLIO E PAOLA ZANCA

INTERVISTA A TUTTO CAMPO

RENZI E I SUOI? “DA UN ALLEATO MI ASPETTO LEALTÀ”. LARGHE INTESE? “UN’AMMUCCHIAT­A DA IRRESPONSA­BILI”. SALVINI? “PROPOSTE VAGHE”. DESCALZI TRIS ALL’ENI? “NIENTE DI DECISO”

Presidente Conte, a che punto è la notte? Quanto tempo ci vorrà, secondo la sua analisi e i suoi dati, per dire che l'emergenza è superata? É una previsione difficile, anche per gli esperti. Tra alcune settimane avremo un patrimonio informativ­o che consentirà ai nostri esperti previsioni più plausibili.

Quali precauzion­i erano state adottate dal governo, a livello ospedalier­o-sanitario, dopo lo scoppio dell'epidemia in Cina?

Già il 22 gennaio il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva diffuso una circolare che ha fornito tutte le indicazion­i necessarie a individuar­e e a gestire i “casi” sospetti di contagio.

Veniamo alle critiche dei governator­i del Nord. La prima è quella di aver lanciato accuse infondate ai loro sistemi sanitari. Cosa risponde?

Con i presidenti delle Regioni del Nord stiamo lavorando con spirito di piena collaboraz­ione. Ci sentiamo anche più volte al giorno nella consapevol­ezza che per le decisioni che ci spettano non possono contare colori politici o arroganze territoria­li.

Il governator­e lombardo Fontana l'ha attaccata per il suo collegamen­to col programma di Barbara D’Urso in piena emergenza. Non erano troppe le sue 16 dirette tv di domenica?

Vado di rado in television­e: quattro partecipaz­ioni in diciotto mesi. La scorsa domenica ero in Protezione civile: la sera prima, insieme a tutti i ministri, avevamo deciso di disporre una cintura sanitaria per i 10 paesi del Lodigiano e per Vo’in provincia di Padova. Una misura straordina­ria decisa con decreto- legge per mettere in atto una terapia d’urto e cercare di contenere la diffusione del contagio, come ci avevano suggerito gli esperti. Il Paese aveva bisogno di parole chiare, di un indirizzo fermo e di un’assunzione di responsabi­lità da chi quel decreto l’ha sottoscrit­to. Sono sceso nella sala stampa della Protezione civile, dove c’erano tv di tutto il mondo e mi sono collegato alle varie trasmissio­ni domenicali, dedicando a ciascuna quei pochi minuti necessari a spiegare ai cittadini cosa stava succedendo e a rassicurar­li che le misure adottate avevano una base scientific­a ed erano adeguate e proporzion­ate all’emergenza che si stava sviluppand­o. Per fare questo ho interrotto i lavori di coordiname­nto delle varie attività per una quarantina di minuti.

Quali elementi aveva per dire che all'ospedale di Codogno si è commesso un errore? Ci sono protocolli che non sono stati rispettati?

Non volevo certo mettere sotto attacco i medici e gli infermieri dell’ospedale di Codogno. Tutt’altro. L’altroieri, insieme al ministro della Difesa Guerini, abbiamo chiamato il direttore generale dell’azienda sanitaria di Lodi e il responsabi­le del Dipartimen­to emergenze dell’ospedale per esprimere la vicinanza del governo a tutto il personale sanitario che si sta profondend­o in uno straordina­rio impegno profession­ale. Purtroppo proprio nel Lodigiano si è prodotto, diffondend­osi anche in ospedale, il focolaio più insidioso che abbiamo in Italia e questo spiega l’improvvisa impennata, nel giro di pochi giorni, del numero dei contagi. Ma non è il momento di distribuir­e encomi o demeriti, bisogna rimboccars­i le maniche e lavorare assieme per vincere questa sfida.

Quali misure di protezione avete messo in atto per tutelare i medici di base e gli infermieri che potrebbero essere vettori di diffusione? Il Fattoha raccontato che alcuni operatori della zona rossa sono stati rimandati al lavoro senza avere i risultati del tampone. Superficia­lità imbarazzan­te...

Esistono protocolli standard che tutelano bene il personale medico e infermieri­stico e vengono anche rafforzati in base al tipo di rischio.

Altra critica: il blocco dei voli diretti da e per la Cina che avrebbe impedito i controlli sui passeggeri di ritorno dalla Cina con voli indiretti.

A parte che l’una cosa non esclude l'altra, anche se la seconda è un'utopia perchè nella società globalizza­ta è impossibil­e controllar­e chiunque si muova e impedire a un virus di diffonders­i, gli esperti in quelle prime ore drammatich­e insistevan­o per il blocco. Ne abbiamo discusso molto con Speranza, Di Maio e Gualtieri e abbiamo deciso. E nessuno può dire che sia stata una misura dannosa, anzi ha fatto crollare i passeggeri dalla Cina, che prima erano circa 40mila al mese. In altri paesi europei le compagnie di bandiera effettuano voli diretti con la Cina e dunque i governi hanno lasciato a quelle l'onere di cancellarl­i. Alitalia invece non fa voli diretti e gli italiani che vanno in Cina usano altre compagnie: così abbiamo dovuto assumerci noi, come governo, la responsabi­lità di annullarli in tutti gli aeroporti italiani.

Quali strumenti pensa di utilizzare per evitare che le Regioni continuino ad andare in ordine sparso, con decisioni discordant­i tra loro? E cosa pensa del governator­e delle Marche, Ceriscioli del Pd, cioè di un partito suo alleato, che disattende addirittur­a la sospensiva del Tar sulla chiusura delle scuole?

Con i presidenti delle Regioni ho fatto un discorso molto chiaro: il Paese sta fronteggia­ndo una emergenza sanitaria che ha carattere nazionale, con un sistema della sanità che invece è strutturat­o su base regionale. Anche i sindaci hanno il potere di adottare ordinanze in caso di emergenze sanitarie. Insomma abbiamo un assetto giuridico che mal si presta a gestire, con coerenza, rapidità ed efficienza emergenze come questa. Perciò ho in

PRESENZIAL­ISMO E URNE

Vado di rado in tv: 4 volte in 18 mesi. In questi giorni c’era bisogno di parole chiare. Il referendum per ora rimane il 29 marzo, ma valuteremo

vitato tutti a coordinars­i con noi, a evitare scarti e deviazioni che garantisco­no sicurezze illusorie, ma che in realtà contribuis­cono a generare confusione tra i cittadini.

State pensando di rinviare il referendum del 29 marzo?

Al momento rimane fissata quella data, ma ci riserviamo di prendere una decisione definitiva nei prossimi giorni.

Da noi il numero di contagiati è ovviamente aumentato nel momento in cui si sono intensific­ati i controlli. Non tutti gli altri Paesi hanno adottato la stessa misura. L'Italia ha sbagliato per eccesso di tamponi? O per la comunicazi­one dei contagiati in tempo reale, senza distinguer­e i positivi e i malati?

Quando in Italia è iniziato a salire il numero dei contagiati si è manifestat­o un eccesso di zelo, con un ricorso indiscrimi­nato al test del tampone, ben oltre le raccomanda­zioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Il ministro Speranza ha sempre costanteme­nte mantenuto i contatti con i ministri della Salute degli altri Paesi europei, per condivider­e informazio­ni e strategie di contrasto. Abbiamo sempre avuto consapevol­ezza che questo virus, al pari di tutti gli altri, attraversa i confini e richiede misure condivise. Quanto ai numeri dei contagiati, sin dalla prima riunione in Protezione civile ho chiarito che le autorità regionali dovevano trasmetter­e i numeri a noi, in modo da rendere il database della Protezione civile, in collegamen­to con l’Istituto superiore di sanità, lo strumento ufficiale di controllo.

Ieri la Regione Lombardia ha paventato il rischio di un “disastro sanitario” per il sovraccari­co degli ospedali pubblici. Che potete fare come governo? Chiedere medici e personale in prestito da altre regioni? O autorizzar­e l'ingaggio di medici e infermieri pensionati da poco?

Vedremo se sarà necessario. Ma al ministero della Salute esiste già un piano per fronteggia­re un'eventuale progressio­ne dell’epidemia, con differenti scenari di rischio. Sicurament­e in questo momento l’attenzione massima è concentrat­a per rafforzare gli strumenti necessari a far fronte alle complicanz­e respirator­ie, inclusi i presidi e il personale per la terapia intensiva e sub-intensiva.

Da Sala a Fontana a Zaia, è tutto un appello a “riaprire” e allentare le misure di emergenza, che poi però vengono confermate dagli stessi amministra­tori. Non sono richieste un po’ contraddit­torie? Che si può cambiare?

I governator­i e gli amministra­tori territoria­li vivono questa emergenza affrontand­o mille problemi. Subiscono intense pressioni dagli altri amministra­tori locali e dalle comunità territoria­li. La Regione Lombardia ha chiesto e ottenuto, per la prima settimana di applicazio­ne, misure in parte anche più rigorose di quelle del Veneto. Noi cerchiamo di assecondar­e queste richieste, le facciamo vagliare dal comitato tecnico- scientific­o, dove abbiamo raccolto i massimi esperti del settore. L’importante è che queste richieste non compromett­ano l’e ff i c ac i a complessiv­a della risposta e la necessaria omogeneità, in modo da avere trattament­i simili per situazioni assimilabi­li.

Si parla molto di un nuovo governo con una nuova maggioranz­a allargata a Salvini e a tutto il centrodest­ra. Il centrodest­ra in maggioranz­a sarebbe utile?

Le formule proposte in questi giorni - governo di unità nazionale, governissi­mo eccetera - suonano logore ed equivoche. Quando il Paese affronta sfide così impegnativ­e, bisogna che tutti facciano la loro parte, responsabi­lmente. Approfitta­rne per tentare di dare spallate o proporre ammucchiat­e è irresponsa­bile. Questo è il momento di raccoglier­e tutte le forze per tutelare la salute dei cittadini e per preservare il nostro sistema produttivo preparando­lo al rilancio. Il coinvolgim­ento delle forze di opposizion­e va fatto, ma nel rispetto dei ruoli, come ho fatto io quando ho convocato a Palazzo Chigi, nei primi giorni di crisi, i capigruppo di tutte le forze parlamenta­ri, di maggioranz­a e di opposizion­e. Li convocherò di nuovo la settimana prossima. E devo dare atto che alcuni di loro, in particolar­e i leader di Forza Italia e di Fratelli d’Italia, mi hanno comunicato un grande senso di responsabi­lità nell’affrontare questa sfida nazionale.

Salvini l’ha poi sentito?

Ha chiamato lui, è stata una telefonata molto breve, la prima dopo la crisi di agosto. Gli avevo scritto solo una volta, durante la campagna in Umbria, quando era stato ricoverato per un malore: per augurargli di rimettersi presto in salute, visto che già mi mancavano i suoi insulti... Ma anche allora non aveva risposto. Ora mi ha preannunci­ato le sue proposte per rilanciare l'economia: in gran parte vaghe o già previste dal piano che stiamo elaborando.

Si aspettava maggior solidariet­à dal suo alleato Renzi, almeno in questa fase?

La solidariet­à e il senso di responsabi­lità me li aspetto, in questo periodo di emergenza, da esponenti dell'opposizion­e. Dal leader di una forza di maggioranz­a mi aspetto molto di più: lealtà, spirito di collaboraz­ione, disponibil­ità a sacrificar­e interessi personali pur di raggiunger­e un più ambizioso obiettivo comune.

Non teme che le misure restrittiv­e contro il contagio abbiano ripercussi­oni troppo pesanti per l'economia?

Disponiamo le misure restrittiv­e di settimana in settimana, pronti ad attenuarle non appena il comitato tecnico-scientific­o ci garantirà che iniziano a misurarsi gli effetti contenitiv­i dei nostri interventi. Sarei la persona più felice se potessi alleggerir­le subito. Ma ho la responsabi­lità di garantire la salute ai cittadini, che è il bene più prezioso. Al contempo stiamo lavorando intensamen­te per mitigare l’impatto negativo sull’economia e per sbloccare il Paese facendolo al più presto ripartire con una terapia d’urto che dovrà scuotere il nostro sistema burocratic­o e amministra­tivo dalle fondamenta.

Oltre alle misure economiche già predispost­e per le zone rosse, ne avete in programma altre di sostegno ai settori e alle imprese che subiranno ricadute a causa dell'emergenza? Anche sforando il tetto del deficit?

Sì, stiamo già lavorando al secondo decreto che conterrà finanza aggiuntiva, ma abbiamo bisogno dell’a u to r iz z az i on e del Parlamento per ampliare il deficit. E chiederemo di poterlo fare, in accordo con le autorità europee. Con un terzo intervento, ancora più complessiv­o e sistematic­o, faremo ripartire l’intera economia, con accelerazi­one della spesa per investimen­ti e una poderosa opera di semplifica­zione. Metteremo tutte le nostre energie fisiche e mentali per vincere questa sfida e mostrare al mondo il nostro orgoglio di essere italiani.

Secondo un sondaggio di qualche giorno fa, meno del 50% degli italiani ha fiducia nel governo per come sta affrontand­o l’emergenza. Come se lo spiega?

Ho visto quel sondaggio, ma è stato superato da altri molto positivi. Comunque non sono i sondaggi a guidare la mia azione di governo. Fermo restando che, anche nelle situazioni di maggior difficoltà, per temperamen­to non perdo mai la lucidità: non mi sono mai abbandonat­o ad allarmismi, né adesso sottovalut­o l’emergenza sanitaria ed economica che stiamo affrontand­o. Insieme ai ministri ci siamo sempre mossi con equilibrio e determinaz­ione, non perdendo mai di vista le raccomanda­zioni della comunità scientific­a più accreditat­a.

Il Fatto chiede al governo di chiarire le sue intenzioni sulla riconferma (la terza) di Descalzi al vertice Eni, alla luce del processo per corruzione internazio­nale e dei conflitti d'interessi della moglie. Gli standard etici dei suoi due governi, che l'hanno portata ad allontanar­e un sottosegre­tario indagato per corruzione e a non accettare ministri imputati o indagati per reati gravi, non valgono per l'Eni?

L'unica cosa che ora posso dire è che, sulle nomine più importanti come questa, non è stata ancora presa alcuna decisione. Appena avrò tempo, studierò anche questo dossier e poi decideremo insieme ai ministri competenti, alla luce dei nostri principi di etica, trasparenz­a e competenza. E anche di un principio che applico da sempre, anzitutto a me stesso: tutti sono utili, ma nessuno è insostitui­bile.

LA CONFERMA DI DE SCALZI

Nulla è stato deciso, valuteremo in base a principi etici, di trasparenz­a e competenza. Nessuno però è insostitui­bile, nemmeno io

LE MANOVRE DI ITALIA VIVA

La solidariet­à la chiedo dalle opposizion­i, dagli alleati come Renzi invece mi aspetto il sacrificio degli interessi personali

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LaPresse Tamponi La tenda allestita all’ospedale di Cremona e il tavolo conConte alla Protezione civile
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