“Salvini è spiazzato dall’emergenza: ora attaccare non paga”
Roberto Biorcio Il politologo: “Lega in affanno”
La mascherina sul volto del governatore lombardo Attilio Fontana, i cinesi che divorano topi nelle parole del governatore veneto Luca Zaia. Il Coronavirus ha fatto sbandare gli amministratori della Lega, e magari non è un caso. “Questi episodi raccontano la difficoltà attuale del Carroccio” commenta Roberto Biorcio, sociologo, docente presso l’università Bicocca di Milano, che sulla Lega ha scritto libri e pubblicazioni.
Perché il Carroccio sarebbe in affanno?
Perché deve collaborare con il governo contro l’emergenza, ma nel contempo cerca di differenziarsi, di mantenersi critico. E non è affatto semplice trovare un equilibrio.
Eppure Matteo Salvini ha invocato più volte un governo di unità nazionale (anche se ieri su Facebook ha negato: “Mai con il Pd”).
La proposta è parsa subito improbabile. Voleva fare le scarpe a Giuseppe Conte, di fatto. Ma non è la fase giusta: non a caso Matteo Renzi ha smesso di criticare il governo in questi giorni. E nello stesso centrodestra Giorgia Meloni e Forza Italia stanno di fatto sostenendo le misure dell’esecutivo. Hanno capito che non è il momento per attaccare, non in una situazione di emergenza come questa.
Salvini ha sbagliato mossa quindi?
L’esplodere del virus lo ha un po’ spiazzato. Tanto è vero che in questi giorni si è fatto da parte, esponendosi meno di quanto faccia abitualmente.
Ma anche i governatori Fontana e Zaia sembrano molto confusi...
Certo, perché loro scontano in prima persona la contraddizione di dover collaborare con l’esecutivo e contemporaneamente di criticarlo. Non riescono a gestirsi, a leggere una situazione che per loro è oggettivamente difficile, visto che l’emergenza è scoppiata nelle loro regioni. E forse avvertono anche una responsabilità per questo.
Magari pensano che sia popolare mantenersi critici verso il governo, no?
Credo che tutto sommato la maggioranza degli italiani ritenga che il governo stia facendo quanto deve sul Coronavirus.
Esiste un problema di classe dirigente troppo fragile per la Lega?
La proposta di un governo di unità nazionale è parsa subito improbabile Voleva fare le scarpe a Giuseppe Conte Ma anche Meloni e Forza Italia collaborano con l’esecutivo
Chi è
Roberto Biorcio, politologo, insegna presso il dipartimento di Sociologia dell’università degli Studi di Milano-Bicocca. Ha scritto diversi libri su partiti politici, tra cui
“La rivincita del Nord - la Lega dalla contestazione al governo” (Laterza)
Il Carroccio non ha alternative rispetto agli esponenti storici, che sono tutti del Nord. In questi anni Salvini ha lavorato per espandere la Lega in tutta Italia, ma nelle altre regioni non si è ancora consolidato, quindi altrove non ha nomi su cui puntare. Dopodiché c’è un nodo più generale.
Cioè?
L’ex ministro dell’Interno non riesce più a gestire come prima la sua leadership. Una parte della Lega, a cominciare da Giancarlo Giorgetti, vuole una linea meno aggressiva.
E Salvini sta cercando di adeguarsi?
Come ho detto prima, in questi giorni si è meno esposto. Lui ha costruito i successi elettorali della Lega sulla capacità di tenere assieme la tradizione e i contenuti storici del Carroccio a trazione Nord con la capacità di dare voce alla gente e di parlare di certi filoni molto popolari a destra, come la riduzione delle tasse, la sicurezza e l’immigrazione. Ma nel momento in cui la forza della Lega al Nord viene scalfita, uno dei fattori viene chiaramente a mancare.
Le scivolate sulla comunicazione degli ultimi giorni possono davvero costare voti e consenso in prospettiva?
Occorre del tempo perché certo elettorato abbandoni il Carroccio. Bisogna aspettare qualche settimana e guardare i sondaggi. Cosa farà ora il segretario della Lega?
Potrebbe anche aver compreso che adesso fare una forte opposizione può togliergli consenso.
@lucadecarolis