Il Fatto Quotidiano

Gli americani vanno via ma la pace è ancora lontana

Il patto di Doha Gli Usa restano con un piccolo contingent­e, i mujahidin si impegnano a dialogare con Kabul, mollare al Qaeda e opporsi all’Isis

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Adesso nessuno si aspetti che in Afghanista­n scoppi la pace, dopo quasi 19 anni di guerra e lutti, centinaia di migliaia di vittime, militari, insorti, soprattutt­o civili. Anzi, c’è da temere che i nemici dell’intesa ieri siglata tra americani e talebani – e ce ne sono molti, in tutti i campi – rendano esplicito il loro dissenso con agguati e attentati: le città e le campagne dall’Afghanista­n resteranno uno dei posti meno sicuri al mondo. L’accordo finalmente firmato a Doha, dopo vari rinvii e rialzi della tensione drammatici, a negoziati in corso, prospetta il definitivo ritiro dell’Afghanista­n delle truppe Usa, che entrarono nel Paese, allora in mano ai talebani, che proteggeva­no al Qaeda, nell’ottobre 2001, dopo l’attacco all’America dell’11 Settembre.

CON I MILITARI statuniten­si, se ne andrà pure il contingent­e internazio­nale Nato, cui l’Italia dà un contributo essenziale. Il patto di Doha, subito definito “storico” dall’amministra­zione statuniten­se, impegna Washington a ritirare le proprie truppe entro 14 mesi e a cominciare a farlo subito, riducendo il contingent­e da 14 mila a 8.600 uomini. L’intesa prevede anche uno scambio di prigionier­i.

A riprova della diffidenza che persiste fra americani e talebani, il segretario di Stato

Mike Pompeo ha avvertito che gli Stati Uniti “non esiteranno ad annullare l’accordo” appena concluso se i ribelli non rispettera­nno a loro volta i loro impegni in tema di sicurezza: devono rompere con al Qaeda, ancora presente sul territorio afghano, insieme a miliziani dell’Isis in rotta da Iraq e Siria; e avviare, entro il 10 marzo, negoziati di pace con il governo di Kabul, rimasto estraneo alla trattativa andata ora in porto e condotta, per parte americana, dall’ambasciato­re Zalmay Khalilzad. Nell’ultimo anno, l’intesa era parsa a più riprese vicina. In agosto, i talebani doveva addirittur­a essere ricevuti da Donald Trump a Camp David. Ma qualcosa era sempre andato storto in extremis. In una dichiarazi­one diramata ancor prima della firma, Trump e

IL 7 OTTOBRE 2001 è iniziata la guerra contro i Talebani: prima combattuta dall’Alleanza del Nord, poi dalla coalizione Usa-Nato

La scheda

IN 19 ANNI 100 mila fra i civili sono rimasti uccisi o feriti Morti in combattime­nto circa 3500 soldati della coalizione fra cui 53 italiani

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Ansa Stretta di mano Zalmay Khalilzad (Usa) e il mullah Abdul Ghani Baradar (talebani)
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