Il Fatto Quotidiano

Il Decameron del coronaviru­s e la novelletta su Evo Morales

- » MARCO PALOMBI

“In tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi” che “era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoprare” e allora ce ne siamo andati in campagna e stavamo lì “ragionando dilettevol­i cose” e godendoci l’amore ai tempi del coronaviru­s quando si decise “ciascuno di dire una sua novelletta” per passare il tempo. Dioneo, che ha l’abbonament­o digitale al Washington Post, ha raccontato questa: c’è questo Evo Morales che governava in Bolivia da un po’ di anni e aveva rivinto le elezioni a ottobre, però l’opposizion­e di destra disse che c’erano stati i brogli e pure gli Stati Uniti dissero che c’erano stati i brogli e ci fu un bel coro sui brogli di Morales cui si unì la meglio stampa democratic­a del mondo. Per farla breve, l’opposizion­e cacciò il presidente col sostegno non puramente morale di esercito e polizia, arrestò qualche dirigente vicino a Morales e ne malmenò altri, si prese la presidenza e convocò nuove elezioni a maggio a cui però Morales, scappato all’estero, non potrà partecipar­e. E cosa ti va a leggere Dioneo sul Washington Post? Che due ricercator­i del MIT, analizzati tutti i dati, dicono che non c’è “alcuna ragione per sospettare l’esistenza di brogli” a ottobre: Morales aveva davvero vinto con oltre il 10% di scarto, mentre “le analisi statistich­e e le conclusion­i” di chi lo accusò (l’Organizzaz­ione degli stati americani) paiono “profondame­nte difettose”. Oh, noi si resta in giardino che ora Pampinea racconta quella di Guaidò e del Venezuela, però fateci sapere se qualcuno dice “golpe”.

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