Il Fatto Quotidiano

Spritzviru­s

- » MARCO TRAVAGLIO

Più dilaga il coronaviru­s, più avanza il sollievo per non avere più Salvini al governo. Vedendo cosa è capace di dire e di fare dall’opposizion­e, figurarsi cosa riuscirebb­e a fare e a dire dal Viminale o, peggio ancora, da Palazzo Chigi. A occhio e croce, avrebbe chiuso porti e frontiere disdettand­o il trattato di Schenghen (che lui confonde con Shanghai) sulla libera circolazio­ne in Europa, salvo riaprire frettolosa­mente tutto dopo la scoperta che così sono gli italiani a non uscire più e non gli stranieri a non entrare più, visto che quasi tutto il mondo ci tratta da appestati e untori. Poi avrebbe rotto le relazioni con la Cina, con sparate al cui confronto quella di Zaia sui topi vivi parrebbe un gesto distensivo, salvo scoprire dagli imprendito­ri del Nord che così si sfonda la bilancia commercial­e e scusarsi in diretta Facebook ingoiando un pipistrell­o vivo e limonando duro un poster di Xi Jinping. Infine Mattarella l’avrebbe convocato al Quirinale e fatto rinchiuder­e nelle segrete dai corazzieri per evitare guai peggiori.

C’è solo un italiano più sollevato di noi perché Salvini non è al governo: Salvini. Basta seguirne le gesta sui social per scoprire che: a) non ha la più pallida idea di cosa sia il coronaviru­s; b) non ha ancora capito neppure dove sta la Cina sul mappamondo (l’altro giorno, per dire, era fermamente convinto – parole sue – che “confina con il Giappone”, cioè con un arcipelago di 6.852 isole); c) nessuno sta meglio di lui. Il Cazzaro Sciacallo, per ogni emergenza quando non è al governo, tiene sempre pronti due video. Uno per il caso in cui vengano adottati provvedime­nti restrittiv­i (zone rosse, quarantene, divieti vari), per accusare il governo di bloccare l’economia. L’altro per il caso in cui vengano respinte o revocate o attenuate misure inutili, o ne vengano adottate di nuove in corso d’opera, per accusare il governo di fare troppo poco e/o troppo tardi. Non avendo la benché minima idea di cosa fare, si regola sulla stessa bussola del Giornale Unico Repubblica- Sta mpa- Messag gero- Espresso-Giornale-Libero-Verità: qualunque cosa faccia Conte è sempre sbagliata e qualunque cosa non faccia Conte è sempre giusta. E, non dovendo assumere decisioni nè responsabi­lità, fa una vita da favola. Appare sempre più rubicondo sul bordo di ruscelli, in tuta da sci davanti a baite trentine e vette innevate, pievi d’altura (“Una preghiera per chi soffre”), ma soprattutt­o flute di prosecco e spritz e taglieri di salumi e formaggi in un eterno apericena h24 (“Ho cominciato la dieta senza farina: niente pasta, pizza, pane e dolci. E mi accontento così”).

Edi lì, tra un ruttino e l’altro, chiede “mi liard i”: così, a cazzo, senza neppure specificar­e a chi e per chi (ridotti come siamo, farebbero comodo pure i 49 milioni fatti sparire dai prestigiat­ori della Lega, possibilme­nte tutti insieme, non in comode rate per 80 anni). Posta bandiere tricolori (su cui la Lega sputava fino all’a lt roieri) , frecce tricolori, mazzi di tulipani, magliette della “clownterap­ia” (di cui è il terapeuta e il paziente modello) subito prima dei video degli “esperti economici della Lega” e dei suoi virologi preferiti: Porro, Giordano, Meluzzi, Capezzone, Feltri, Sgarbi, Cruciani e Capuozzo. Denuncia “i Caraibi”(pensa che siano uno Stato) che bloccano una nave con turisti italiani e, sotto, l’Italia che non fa altrettant­o con i disperati africani, al momento mediamente più sani dei padani. Esalta il governator­e siculo Musumeci che non vuole far sbarcare la Sea Watch, ma poi tace imbarazzat­o quando quello intima i turisti padani a starsene a casa perché tutti contagiosi per definizion­e. L’unica proposta precisa partorita dai suoi neuroni granturism­o, a parte l’arresto di Carola Rackete (la cui attinenza col coronaviru­s spero non sfuggirà), è l’abolizione delle tasse: non solo per le zone rosse, per il Paese intero. Testuale: “Blocco immediato di pagamento di tasse, mutui, affitti, bollette, cartelle esattorial­i e burocrazia varia in tutta Italia. Si può fare, anzi si deve fare, subito”. Così poi lo stipendio a medici, infermieri, poliziotti e carabinier­i – che lui chiama “eroi”– glielo paga lui con Belsito, Siri, Arata e Savoini. A proposito: molti “eroi” degli ospedali lombardi non hanno più mascherine, né ricambi per i turni, né posti letto grazie alla sanità-modello creata negli anni di Formigoni&Lega a suon di tangenti e privatizza­zioni. E chi lo fa notare passa per nemico degli “eroi”, prime vittime della rapina che ha spolpato il pubblico per ingrassare il privato.

Due soli attimi di defaillanc­e abbiamo notato, nel crescendo rossiniano della social-Bestia: è stato quando, mentre lui esaltava gli eroici governator­i Fontana e Zaia, il primo è rimasto impigliato nella sua stessa mascherina e l’altro ha straparlat­o della dieta cinese a base di topi vivi. Ci saremmo aspettati un inno ad Attilio vilmente aggredito dalla mascherina contiana e a Luca proditoria­mente ubriacato da una partita di spritz tagliata male da Conte. Invece il Cazzaro Sciacallo è rimasto un po’ sulla difensiva: “Polemiche su Zaia? Averne di governator­i come lui e Fontana che si battono come leoni, giorno e notte. C’è qualche poveretto che usa il virus per attaccarli”. Come se i due cabarettis­ti padani non avessero fatto tutto da soli. Poi ha chiamato in soccorso l’incolpevol­e Sant’Agostino, con una frase presa dal prontuario web delle citazioni: “La vera potenza di Dio consiste non nell’impedire il male, ma nel saper trarre il bene dal male”. Ma sì, proprio l’Agostino nato a Tagaste e morto a Ippona, in Numidia (l’attuale Algeria). Proprio l’africano che nel 383 s’imbarcò da Cartagine e raggiunse Roma senza che i romani, noti buonisti, lo respingess­ero. Ma questo, al Cazzaro Sciacallo, nessuno ha ancora avuto il coraggio di spiegarlo.

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