LOMBARDIA E LAZIO SANITÀ COLABRODO
LOMBARDIA: “FRA 72 ORE RIANIMAZIONI AL COLLASSO” ROMA: AGENTE INFETTO METTE A RISCHIO 100 PAZIENTI
Quasi una settimana in giro per gli ospedali romani prima della diagnosi di positività al Coronavirus. Soprattutto, una notte passata al pronto soccorso, dove potrebbe aver contagiato chiunque. È caos al Policlinico Tor Vergata di Roma dove sono stati messi in quarantena domiciliare sei fra medici e infermieri e sono state richiamate 98 persone – di cui 15 con i sintomi dell’infezione da Covid-19 – fra quelle che hanno frequentato il reparto di primo intervento del nosocomio alla periferia est della Capitale, il 26 e il 27 febbraio scorsi. Un caso che ricorda da vicino quello dell’ospedale di Codogno, dal quale è partita l’emergenza lombarda. Salvo che quello era un piccolo ospedale di provincia e questo il policlinico della seconda università romana.
IL “PAZIENTE 1”, in questo caso, è un poliziotto 53enne residente a Torvajanica, frazione marittima di Pomezia, alle porte di Roma. L’agente, impiegato presso il commissariato di Spinaceto, ha accusato i primi sintomi “influenzali” martedì 25 febbraio, quando si è messo in malattia. Vista la febbre alta, il giorno successivo è andato all’ospedale Sant’Anna di Pomezia, dove è stato invitato a recarsi in strutture “meglio attrezzate”. Qui la decisione di andare al Policlinico Tor Vergata, dove l’uomo è stato accolto nel tardo pomeriggio in codice verde al pronto soccorso e, a quanto si apprende, è rimasto a dormire su una barella. Le disposizioni del ministero della Salute, in realtà, per il Centro Italia indicano chiaramente di far riferimento all’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dove viene attivata la profilassi per il Covid-19. Ma qualcosa è andato storto. “Ci siamo subito messi in contatto con lo Spallanzani – spiega al Fatto il professor Massimo Andreoni, direttore della Uoc di Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata – ma loro ci hanno detto che non c’era la sintomatologia e che non gli avrebbero fatto il tampone”. Così il 53enne il giorno successivo è stato dimesso pur essendogli stata diagnosticata una leggera polmonite. L’uomo però ha continuato a stare male e sabato si è recato al Policlinico Gemelli, ospedale cattolico nella zona nord-ovest di Roma. Qui i medici hanno attivato la stessa procedura, che però stavolta è andata a buon fine. Domenica il trasferimento allo Spallanzani e ieri la conferma: positivo al Covid-19. Sono risultati positivi anche la moglie del poliziotto e i due figli, 20 e 17 anni. Nel bollettino emanato ieri mattina dallo Spallanzani, si afferma che l’uomo ha “un link epidemiologico lombardo”, probabilmente una persona ospitata in casa per qualche giorno. Ma fonti del ministero dell’Interno smentiscono.
Ieri pomeriggio a Tor Vergata è scattata la procedura d’emergenza. Un intero piano è stato chiuso e sono state avviate le procedure di disinfezione, con la distribuzione di occhialini e mascherine. Due medici e quattro infermieri venuti a contatto con il poliziotto sono stati messi in quarantena domiciliare precauzionale. Insieme a loro, un agente di polizia e due operatori della vigilanza in servizio presso l’ospedale. Inoltre, in serata il servizio regionale per l’ep idemiologia ha comunicato di aver fatto richiamare 98 persone fra quelle che potrebbero essere entrate in contatto con l’uomo, fra cui 15 che risultano sintomatici. Non è tutto. In quarantena domiciliare anche cinque agenti del commissariato di Spinaceto, fra cui la vicina di scrivania che sabato pomeriggio ha svolto il servizio di pre-filtraggio allo stadio Olimpico prima della partita di Serie A fra Lazio e Bologna. Preoccupazione anche a Pomezia, dove è stato chiuso il liceo scientifico Blaise Pascal dove è iscritto un figlio del poli
La spiegazione Il Policlinico ha chiamato lo Spallanzani: non si sono capiti Smentiti legami con la Lombardia
ziotto e sono stati richiamati tutti gli alunni e gli insegnanti, mentre l’Università Sapienza di Roma ha provveduto a chiudere e sanificare caffè l’aula A1 dell’edificio della facoltà di Matematica, presso la città universitaria di piazzale Aldo Moro, dove si svolgono le lezioni di Informatica frequentate dall’altro figlio dell’agente.
L’ALTRO FRONTE romano riguarda un giovane allievo vigile del fuoco di stanza nella caserma di Capannelle. Il ragazzo, originario di Piacenza ma residente a Terni, è risultato positivo ed è stato trasferito ieri allo Spallanzani. Si cerca di ricostruire i suoi spostamenti negli ultimi giorni. Alla serata di ieri, i casi accertati a Roma e provincia erano 10: il poliziotto e la sua famiglia (5 persone), il vigile del fuoco, una donna di Fiumicino con marito e figlia e una persona che avrebbe contratto il virus in Veneto. Infine, a Formia (Latina), una donna di Cremona si è sentita male dopo aver fatto visita ai parenti ed è stata portata allo Spallanzani: anche lei positiva. Ieri sera, la Protezione civile ha montato triage in tenda in 22 ospedali del Lazio nel tentativo di contrastare l’eventuale moltiplicarsi dei contagi. E infine una donna di Fiuggi (Frosinone) è risultata positiva ed è ricoverata allo Spallanzani in discrete condizioni: dal 16 al 23 di febbraio era stata in Lombardia e Veneto. Il 25 i primi sintomi.