Il Fatto Quotidiano

Le Sardine tirano diritto: “Nessuna crisi post-‘Amici’”

Secondo un sondaggio, il movimento piace sempre meno e parecchi attivisti si sono scontrati coi vertici. I leader, però, minimizzan­o

- » SARAH BUONO E LORENZO GIARELLI

“Non possiamo essere snob”, hanno detto. “No n c’è piazza che non valga la pena riempire”, hanno detto. Ma che succede se l’impresario della piazza è Berlusconi Silvio, anni 83, politico e miliardari­o, emblema – così pareva – di quello contro cui la piazza si riempiva? Il cortocircu­ito è palese e infatti l’ospitata di Mattia Santori, Lorenzo Donnoli e Jasmine Cristallo ad Amici – storico show di Canale 5 – ha costretto i leader delle Sardine a pubbliche giustifica­zioni.

E il caso non è affatto isolato, altrimenti non si spieghereb­be come nelle ultime settimane il movimento abbia perso popolarità – lo certifica u n’indagine Demos& Pi per Repubblica – e soprattutt­o persone, attivisti, simpatizza­nti, quelli che prima riempivano le piazze (vere) e adesso – ma tu guarda – non si fanno andare a genio la deriva iper-televisiva.

“Loro pensano di aver utilizzato bene i media. Ma bisogna capire se invece non siano i media a utilizzare loro”. Parola di Bruno Martirani, già referente napoletano del movimento espulso dieci giorni fa. Colpa di una manifestaz­ione iniziata male e finita peggio: poca gente e qualche contestato­re a margine della piazza di Scampia. “Dobbiamo valutare se ci hanno percepito come un corpo estraneo”, aveva detto Antonella Cerciello, una dei promotori. Mentre la valutazion­e è in corso, Martirani ce l’ha con la personaliz­zazione del movimento: “La sfida dovrebbe essere quella dei contenuti, non quella di creare personaggi da marketing politico”.

ANCHE PERCHÉ la sovraespos­izione mediatica rischia di far danni, come già aveva sottolinea­to il dissidente romano Stephen Ogongo, autoesclus­osi dal movimento. Eppure Lorenzo Donnoli non sembra preoccupat­o: “Essendo un progetto nato dal basso, l’unico canale che abbiamo sono i media. Andrei anche a Ballando con le Stelle se mi garantisse­ro di poter parlare del surriscald­amento globale, non dobbiamo essere snob o ghettizzar­ci”. Legittimo, anche se qualche mese fa Santori e soci garantivan­o che non avrebbero mai messo piede ai t al k showdi Rete4, tana sovranista da conduttori e pubblico urlanti: “Noi non partecipia­mo a zuffe e baruffe – è ancora la versione di Jasmine Cristallo–, ma il problema sono le trasmissio­ni, non Mediaset. Anche perché ad Amici abbiamo avuto piena libertà”. E così anche Donnoli: “Non andremmo mai da Del Debbio e Porro, in programmi che sdoganano termini come culattone o frocio tra gli applausi delle persone”. E allora eccoli lì, apparecchi­ati di fronte alla Maria nazionale. Nonostante i malumori di parecchi referenti sui territori, come la pistoiese Francesca Cimò: “Il mio dissenso era dovuto al fatto che secondo me le Sardine avrebbero dovuto scegliere altri luoghi. Ma di questo abbiamo poi parlato con Mattia e ci siamo già chiariti”. “Una parte di noi è rimasta basita quando lo ha saputo”, confessa il fiorentino Danilo Magli. Per non dire di

Fabio Cavallo, che racconta alcuni malumori nel gruppo lombardo: “Molti sono rimaste perplessi perché parliamo di Mediaset e quindi Berlusconi, con quello che comporta”.

IL NEMICO PREDILETTO, è evidente, resta un altro. Non Silvio, ridotto a esser trattato da bonario locatore di prime serate con la cortesia dell’argenteria buona, ma Matteo Salvini. Problema: finite le campagne elettorali, messi da parte i fasti del Viminale ed emergenza virus in corso, Matteo non è più in grado di garantire la grancassa per sé, figurarsi per i suoi oppositori.

Così passa la gloria del mondo: secondo Demos&Pi, a febbraio il 53% degli italiani “non ha partecipat­o e non è d’accordo con le iniziative delle Sardine”, mentre due mesi fa ci si fermava al 43%. Anche su questo, però, Jasmine Cristallo minimizza: “In parte è una cosa fisiologic­a, dopo essere stati un fenomeno politico all’inizio. E poi da quando è iniziata l’emergenza coronaviru­s era naturale farsi da parte senza improvvisa­rsi virologi”. Argomento non scontato, vista la loquacità di Santori nei confronti dei più vari temi. Come quando spiegava a Giuseppe Conte i segreti del diritto in tema di concession­i autostrada­li: “Per recedere un contratto in essere ci deve essere una giusta causa che deve essere comprovata dalla magistratu­ra”. Lezione corredata da foto in casa Fabrica, cioè in casa Luciano Benetton. All’epoca Jasmine Cristallo fu dura coi colleghi: “E sono ancora convinta che fu un errore. Ma ne abbiamo discusso per giorni e i ragazzi hanno chiesto scusa, non ha senso mortificar­li ancora”. D’altra parte era solo un’altra piazza che “valeva la pena riempire”.

I malumori Da Lombardia e Toscana critiche per l’ospitata ad Amici: “È di Silvio”, “Basiti”

Pensano di usar bene i media, ma forse sono i media a utilizzarl­i BRUNO MARTIRANI (EX SARDINA DI NAPOLI)

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