Subito il mini-deficit, ma il conto salirà: si tratta con Bruxelles
Manovra Italia in recessione, nel Def il disavanzo aumenterà ancora. Per ora ci sono i 3,6 miliardi
Il governo prepara il nuovo decreto per fronteggiare l’impatto economico dell’epidemia di Coronavirus. Dopo il primo, di venerdì - peraltro ancora non pubblicato - che riguardava le zone dei focolai, il prossimo dovrà affrontare i risvolti macroeconomici sull’intero Paese. Al ministero dell’Economia si aspettano un nuovo picco di contagi nelle prossime due settimane ed è ormai chiaro che quest’anno l’Italia entrerà in recessione. Resta solo da stimare quanto sarà profonda. Numeri concreti, però, ancora non c’è ne sono.
L’UNICA certezza è che il disavanzo salirà subito di almeno 3,6 miliardi, lo 0,2% del Pil, come annunciato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri domenica. Servirà a inserire nel decreto alcune misure d’emergenza: un credito d’imposta per le imprese che hanno perso un quarto del fatturato; sostegno al settore turistico in ginocchio; la Cassa integrazione in deroga a tutte le aziende colpite, anche quelle che normalmente non ne avrebbero diritto; un sostegno al servizio sanitario nazionale per aumentare i posti letto di terapia intensiva e accelerare l’assunzione di personale. Per farlo, il governo chiederà al Parlamento di autorizzare lo sforamento degli obiettivi di bilancio concordati con Bruxelles. Passaggio obbligatorio avendo inserito il pareggio di bilancio in Costituzione. Da Bruxelles è già arrivato il via libera informale a Gualtieri. Ieri Ursula von der Leyen ha annunciato un’unità di crisi di cui faranno parte i commissari alla Gestione crisi, agli Interni, alla Salute, ai Trasporti e all’Economia. Quest’ultimo, Paolo Gentiloni, è stato più esplicito: “Il virus sta continuando a diffondersi, è tempo di dire che la Ue è pronta a usare tutte le opzioni disponibili, se e quando necessario, per salvaguardare la crescita”.
Intanto Roma, che ha i contraccolpi più forti, si porta avanti. Sulla carta, per la verità, il governo italiano può contare su numeri perfino migliori del previsto. Ieri l’Istat ha svelato che il Deficit 2019 - l’anno del governo dei barbari, di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza che dovevano scassare le finanze pubbliche secondo la meglio stampa - si è fermato all’1,6% del Pil, il più basso da 12 anni e 0,6 punti più basso delle stime del governo. L’avanzo primario - la differenza fra entrate e uscite dello Stato al netto del costo del debito - è salito all’1,7% del Pil, il più alto dal 2013. Numeri oltre le previsioni, dovuti a una crescita del Pil, seppur anemica, migliore del previsto (+0,3%, contro lo 0,1% stimato dal governo ad aprile) e a un incremento delle entrate (imposte dirette e indirette). L’ufficio parlamentare di Bilancio stimava un disavanzo in calo al 2%: si è fermato 3 decimali sotto. Il dato ha un effetto di trascinamento sul 2020, consentendo di partire da un deficit più basso. E cosa succederà? Senza grandi stravolgimenti e in caso di recessione contenuta (Pil in calo dello 0,2%) il Deficit/Pil si fermerà intorno al 2,4%, lo stesso che spinse Luigi DI Maio a esultare sul balcone a ottobre 2018, salvo poi fare bruscamente marcia indietro. Al Tesoro, però si aspettano una recessione profonda, specie negli altri Paesi europei il contagio avrà presto i numeri che oggi si osservano in Italia. A quel punto, il disavanzo arriverà - riducendo il Pil - ben oltre il 2,4% e la discussione sugli zero virgola sarà archiviata.
I N S O M M A, il decreto contiene provvedimenti doverosi, ma la recessione – se l’emergenza dovesse estendersi o durare a lungo – richiederà ben oltre i 3,6 miliardi previsti da Gualtieri. Il governo si aspetta questo secondo scenario, tanto più che la recessione sembrava alle porte già prima del coronavirus. “Il disavanzo salirà ancora, ma verrà deciso nel Documento di economia e finanza di aprile”, fanno sapere fonti Pd. Il confronto con Bruxelles, quindi, si farà a tappe. Intanto, il governo
Sorpresa, i dati Istat Quota 100 e Reddito non hanno causato l’apocalisse Conti pubblici migliori degli ultimi dieci anni
giallorosso vuole portare la richiesta di sforare il deficit già mercoledì in aula, possibilmente con un via libera unanime e cerca l’appoggio dell’opposizione. Il premier Conte ha convocato per martedì sera a Palazzo Chigi i capigruppo dei partiti
per condividere le prossime mosse. Forza Italia ha già detto che lo voterà. Fratelli d’Italia aspetta di vedere il testo. L’incognita è la Lega. “I 3,6 miliardi di Gualtieri non servono nemmeno per iniziare, significa non aver contezza del disastro in atto”, spiegano gli uomini vicini a Salvini. Ognuno porterà le sue proposte. Ieri i ministri 5Stelle ne hanno discusso in conclave, anche per il malumore verso l’attivismo del Pd, che la chiamata di Gualtieri al reggente Vito Crimi ha provato a stemperare.