Il Fatto Quotidiano

Il chirurgo passato dalla sala operatoria all’emergenza virus

- » ALESSANDRO MANTOVANI

L’unico medico del governo, viceminist­ro della Salute, da giorni imperversa in tv e sui quotidiani. Pierpaolo Sileri spiega, chiarisce, difende l’esecutivo. Lo difendeva anche nei giorni delle critiche autorevoli sul blocco dei voli dalla Cina e i mancati controlli su chi è rientrato, oggi non più attuali perché è probabile che il virus sia in Italia da prima del 31 gennaio. Ieri Sileri era al Sacco di Milano per una visita ai suoi colleghi e agli infermieri in prima linea. Sa di cosa parla. È un chirurgo, professore, quotato specialist­a del colon e del retto al Policlinic­o di Tor Vergata (Roma 2) dove operava anche dopo l’elezione in Senato, nel marzo 2018. Ha smesso, “per legge” dice, quando si è insediato al quarto piano del ministero della Salute, in un ufficio ultrapanor­amico che si affaccia sul Tevere. E da viceminist­ro si è infilato la tuta per salire due volte sull’aereo speciale dell’Aeronautic­a e andare a Wuhan, nel cuore dell’epidemia cinese, a prendere i nostri connaziona­li rimasti laggiù: un volo per i primi 56 e un secondo per Niccolò, il ragazzo di Grado che i cinesi non avevano fatto partire perché aveva la febbre. Poi è tornato e, quando Annamaria Bernini si è chiesta se il viceminist­ro fosse infetto, ha postato una sua foto con il figliolett­o di otto mesi come a dire: “Vi pare che lo metterei a rischio?”.

ROMANO, 47 ANNI, figlio di un commesso motociclis­ta del Senato, un fratello sottuffici­ale dei Carabinier­i, scuole all’istituto Don Francesco della Madonna delle suore orsoline vicino alla Stazione di Trastevere, laurea e specializz­azione a Tor Vergata, studi e postdottor­ato a Pittsburgh e a

Chicago, ma anche a Oxford. Migliaia di interventi e poi l’incidente, per così dire, che gli ha cambiato la vita, la ribellione al potente rettore Giuseppe Novelli contro discutibil­i chiamate dirette in cattedra: il ricorso al Tar, la decisione di registrare il rettore che gli diceva di aspettare il suo turno e la denuncia penale, fatta insieme all’amico, ricercator­e di diritto amministra­tivo e avvocato Giuliano Grüner. Ora Novelli è sotto processo per tentata concussion­e (di Grüner) e induzione alla corruzione (di Sileri) mentre Sileri è al governo, non senza essere passato per le forche caudine dei grillini di fronte ai quali ha dovuto difendere i vaccini. Lui che, a differenza di altri, un lavoro ce l’aveva. Il prossimo sarà al San Raffaele di Milano, dove ha vinto un concorso bandito prima che decidesse di fare politica. Intanto c’è già una legge con il suo nome, quella sulle sperimenta­zioni sui cadaveri. Chi lo conosce bene dice che la regionaliz­zazione del servizio sanitario non gli è mai andata a genio, oggi però sta molto attento a quel che dice. Da anni denuncia i tagli del Lazio alla Sanità, ora tocca a lui.

Chi è Pierpaolo Sileri, 47 anni, è viceminist­ero della Salute nel secondo governo Conte. Il suo primo impegno politico è nel M5S, con il quale viene eletto al Senato nel 2018

È un chirurgo specialist­a del colon e del retto, specializz­ato a Tor Vergata, Pittsburgh, Chicago e Oxford

È STATO ELETTO nella periferia sud-est di Roma, un tempo “rossa”, lui che da ragazzo era di destra. Diciamo An. “Ma ho votato anche centrosini­stra”, dice. Era vicino al professor Giuseppe Petrella, chirurgo a Tor Vergata e deputato dalemiano alla fine degli anni 90. Per il M5S è un tecnico. Come il prefetto Francesco Paolo Tronca che nel 2013, da commissari­o straordina­rio di Roma, gli diede il primo incarico “politico” nella giunta che traghettò la Capitale da Ignazio Marino a Virginia Raggi. “Lo conobbi in ospedale – ricorda Tronca –, era molto preparato”.

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