Il Fatto Quotidiano

Guidesi, il deputato leghista recluso a Codogno

Zona rossaL’unico parlamenta­re bloccato a casa difende il suo paese: “Il contagio non è partito da qui”

- » GIANLUCA ROSELLI

Non può uscire dalla zona rossa, quei dieci Comuni a sud di Milano come Lodi e la sua Codogno. Parliamo di Guido Guidesi, deputato della Lega, l’unico parlamenta­re bloccato a casa per il coronaviru­s, dal 21 febbraio. Ci resterà almeno fino a domenica 8 marzo, quando scadrà l’ordinanza, che però potrebbe essere prolungata. Per l’Ufficio di presidenza di Montecitor­io è considerat­o “in missione”.

Ma per equiparare i numeri, ogni volta che si vota, il capogruppo del Pd Graziano Delrio non partecipa. “In segno di solidariet­à ma anche per ristabilir­e il giusto equilibrio tra maggioranz­a e opposizion­e”, ha spiegato Delrio.

Da Codogno, 16mila anime nel Lodigiano, Guidesi non può muoversi. “In realtà lavoro 20 ore al giorno. Tengo i contatti con sindaci, ospedali, Regione Lombardia, la prefettura di Lodi”, ha raccontato lui in un’intervista, concessa ieri via web, alla stampa estera. Occasione che gli è servita per sferrare un duro attacco al governo. “Le misure annunciate dal ministro Gualtieri sono un’elemosina ridicola e inaccettab­ile. In questo territorio ci sono 3.400 imprese, molte medio-piccole, a conduzione familiare. Ora sono ferme e i negozi chiusi. Rischiamo il tracollo. Ci vuole un piano di intervento preciso che renda questa zona a economia speciale”, è il suo grido d’allarme. “Siamo gente seria che sta vivendo questa situazione con grande senso di responsabi­lità. Per questo l’attacco di Conte al nostro ospedale ci ha offeso. Non è detto che il virus sia partito da qui, non siamo gli appestati d’Italia”, avverte Guidesi.

NON È uno qualsiasi, Guido Guidesi, cui una casualità alfabetica assegna le stesse iniziali del suo mentore: GG, Giancarlo Giorgetti. Guidesi, infatti, è l’ombra silenziosa del numero due del Carroccio. Quarantun anni, cresciuto a pane e

Lega, Guidesi ha iniziato la sua gavetta tra Lodi, Codogno e Casalpuste­rlengo. Nel 2009 è segretario provincial­e. Nel 2013 fa bingo con l’elezione alla Camera, dove diventa capogruppo leghista in commission­e bilancio. È qui che Guidesi si fa stimare dal numero due, tanto da stringere con lui un sodalizio inossidabi­le, basato sulla passione per i numeri ma non solo: caratteria­lmente si prendono.

Non viene dalla Bocconi, ha solo un diploma da ragioniere, ma dove va Giorgetti, un passo indietro c’è Guidesi. Quando Giorgetti ha una grana da sbrigare, chiama Guidesi. Rieletto il 4 marzo 2018, Matteo Salvini lo arruola come sottosegre­tario alla presidenza, con delega ai Rapporti col Parlamento. È lui a interloqui­re col ministro Fraccaro. In quel governo sono noti i briefing mattutini, all’alba, tra i due GG. Pure in Transatlan­tico Guidesi inizia a esser guardato con rispetto: “Chel lì l’è inscì col Giorgetti, occhio a quel che dice…”, dicono i lombardi. Non solo numeri, però. Di lui si ricorda anche la lotta alle nuove moschee, la richiesta per la riapertura dell’indagine sulla morte di Marco Pantani e un ddl per la disciplina della caccia alle nutrie che, in bassa padana, bucano gli argini del Po e rovinano le coltivazio­ni.

Montecitor­io Alla Camera figura in missione e il dem Delrio non partecipa alle votazioni per solidariet­à

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LaPresse Quarantena G. Guidesi
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