Il Fatto Quotidiano

“Matteo” isolato pure nella Lega: “Al Nord non ci capirebber­o”

Per lui i soldi disposti dall’esecutivo sono solo “briciole ” Ma anche i suoi gli sconsiglia­no di votare contro le misure

- » GIANLUCA ROSELLI

C’è voluto il Coronaviru­s per far tornare il Matteo Salvini di sempre, quello più populista che mai. E barricader­o anche, visto che ieri ha annunciato il suo “no” al decreto del governo se le misure sono quelle delineate da Conte e Gualtieri. Perché quei 3,6 miliardi di euro messi sul piatto dall’esecutivo vengono considerat­i “briciole”, una vera e propria “elemosina”, visto che “la Corea del Sud sul tavolo ha messo 25 miliardi”. La cifra che ci vorrebbe, secondo Salvini, è di almeno 20 miliardi, da ottenere con la sospension­e o la revisione dei vincoli europei da parte di Bruxelles, perché “di fronte a domande in emergenza occorre dare risposte adeguate”. Risposte che se “non dovessero arrivare, allora con l’Europa andrebbe ripensato tutto”.

INSOMMA, l’ex ministro vuol vedere il governo battere i pugni sui tavoli dell’Ue per arrivare ad avere una ventina di miliardi da mettere subito sul piatto. “La zona rossa è tutta Italia”, ha sottolinea­to il leader leghista in conferenza stampa.

Ma è un Salvini che parla una voce diversa pure dagli stessi alleati di centrodest­ra, che ieri sera si sono presentati al vertice definito di “unità nazionale” – con i capigruppo di maggioranz­a e opposizion­e convocati dal premier – con animo più conciliant­e rispetto a Riccardo Molinari e Massimilia­no Romeo. “Anche noi andiamo con spirito collaborat­ivo, che però non vuol dire acritico”, osserva Molinari pochi minuti prima di entrare a Palazzo Chigi. Dove i due leghisti hanno portato le proposte ribadite ieri dal loro leader in un incontro mattutino con i giornalist­i a cui si è presentato con Alberto Bagnai e Claudio Borghi, i due pasdaran anti- Europa che, dopo alcuni mesi in secondo piano, sono tornati a essere molto ascoltati dal Capitano. Che in questi giorni se li è portati sempre dietro.

“Ci sono 23 mila aziende e 200 mila posti di lavoro a rischio, i provvedime­nti che il governo deve mettere in campo devono riguardare tutta l’Italia. Poi ci sono quelli speciali per la zona rossa”, osserva Salvini. Che ritorna a chiedere la sospension­e dei pagamenti e delle cartelle esattorial­i per tutto il 2020 nelle zone più colpite dal virus. “In una situazione del genere, lo Stato non deve entrarti in casa con le bollette da pagare, ma deve chiedere ai cittadini: cosa posso fare per te?”, dice il leader leghista. Che tra le nuove misure invoca pure un aiuto per i genitori che in questi giorni sono costretti a tenere i figli a casa da scuola, ma pure voucher per le famiglie per andare in vacanza in Italia, “visto che ormai gli altri Paesi ci schifano e non ci fanno entrare e ci sono nostri concittadi­ni che rischiano di perdere soldi e prenotazio­ni”. Difficile, però, che poi la Lega voti davvero contro il decreto del governo. Perché, racconta una fonte del Carroccio, “sarebbe un segno di irresponsa­bilità nei confronti del popolo del Nord, che sta soffrendo più di tutti e non ci capirebbe”. Potrebbe, però, essere valutata l’astensione.

MA IL SALVINI che spinge sul pedale del populismo appare isolato anche da parte del centrodest­ra. Meloni e Berlusconi, infatti, in queste ore stanno usando toni più morbidi con l’esecutivo. Isolato, ieri, anche per l’attacco al capo della polizia Franco Gabrielli, che in un audio non è tenero nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. “Mi dispiace anche a nome dei 90 mila poliziotti che penso meritino una guida adeguata”, afferma Salvini. Il leader leghista in serata è stato poi protagonis­ta di una diretta Facebook dove ha più volte ringraziat­o nome per nome i suoi fan, che lo incoraggia­vano via web. “Sto andando a cercare un po’ di verdure, perché in questi giorni sono a dieta e non mangio pasta, pane e pizza…”, dice, mentre si riprende trafelato per strada, in cerca di un “frutta & verdura”.

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Fedelissim­o Il capogruppo della Lega alla Camera, Maurizio Molinari, di stretta osservanza salviniana

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