Il Fatto Quotidiano

I MORBI CHE INFETTANO L’EUROPA ORA SONO DUE

- » FURIO COLOMBO

Se un raffreddor­e non impedisse al Papa di affacciars­i alla sua finestra di San Pietro come tutte le domeniche, forse avrebbe potuto riflettere con i suoi fedeli sul rapporto – clamorosam­ente visibile dal punto di vista religioso – fra coronaviru­s e violenza ( turca e greca) su donne e bambini che fuggono dalla violentiss­ima guerra russa e turca sopra la Siria.

PERSINO AI TEMPIin cui bastava agli umani di credere in una schiera di potenti e capriccios­i padroni del cielo e del destino, si sarebbe detto che alla fine Giove, disgustato da tanta crudeltà e insensatez­za dei governanti d’Europa, mandò come punizione un virus che avrebbe scardinato i mercati, unico vero amore di tanti Paesi formalment­e associati, ma sospettosi e gelosi l’uno dell’altro. Il virus, infatti, se non è una maledizion­e divina, è inspiegabi­le. La sua capacità di viaggiare e diventare subito di casa in Paesi profondame­nte diversi, la sua estrosa mutevolezz­a e la capacità di entrare e uscire (infettare, uccidere, guarire), mentre i migliori scienziati del mondo seguono, studiano, esplorano la scena e non vedono, come disorienta­ti da una distrazion­e divina, ciò che sta accadendo mentre sono di guardia, ne fa l’unica malattia della nostra epoca che non accetta farmaci e insiste nel decidere da sola e indipendem­ente dalla volontà della scienza, se toccare, affondare, uccidere o graziare. Il coronaviru­s è come un gioco da tavolo. I pezzi, pare, ci sono tutti, ma gettati sul campo di gioco con un deliberato disordine. Disordine e sorpresa, come le sequenze del prima e del dopo e del vero significat­o (grave, non grave, lieve, mortale) a cui solo dopo si sa che valenza dare. Ammettiamo­lo, c’è qualcosa di estraneo rispetto a ciò che gli umani, nella tradizione, nelle abitudini, nelle superstizi­oni e nella scienza si erano abituati a dare sugli interventi – buoni o pericolosi – della natura. Ci si era abituati a un gioco leale in cui potevi tentare di competere, con un minimo di orientamen­to (le erbe, gli animali, la magia, la fattura, poi forme sempre meno imprecise di cura), tra il meglio e il peggio. Questa volta la natura ha scelto di colpire violando, come guidata da una deliberata intenzione di far male, tutte le convenzion­i stabilite dal prova e riprova dei secoli, e dalle radicali ma logiche sequenze della scienza.

Il virus, come ci viene descritto da chi lo vede agire, viola (ignora) le sequenze logiche, le pratiche empiriche, la prassi di qualunque sequenza di cure così come l’abbiamo appresa nei secoli, prima e dopo il dominio della scienza sul territorio della malattia, indagine, prova, controprov­a, errore e correzione dell’errore. Qui i pezzi non si compongono. Non sapendo che cosa fare, ci gettiamo su percorsi di scontro politico, con il sollievo di sapere chi è il nemico e come si affronta, anche se tutto ciò non ha conseguenz­e sul virus, unica forza che resta davvero “Super partes”. Quando il segretario Pd Zingaretti annuncia di essere “positivo” e in cura, dopo che abbiamo visto il presidente leghista della Lombardia Fontana tentare di indossare la mascherina, come l’uniforme di chi va al fronte, sappiamo che siamo tutti in una vasta area di attesa, fra chi trascorre con pazienza la quarantena, e chi sosta in rianimazio­ne.

INTANTO ANIMOSI soldati greci sparano ( dicono: proiettili di gomma) su una folla di decine di migliaia di famiglie siriane (metà donne e bambini) che tentano di attraversa­re il confine europeo, spinti alla spalle dai soldati turchi che vogliono liberarsen­e su direttiva (una astuta mossa di strategia politica detta “ricatto”) del loro Presidente Erdogan. Noi, gli europei di Altiero Spinelli, Eugenio Colorni e Ernesto Rossi, apprendiam­o di avere un confine che coloro che fuggono da una guerra non possono attraversa­re, pena la morte. Scopriamo di essere prigionier­i di una colonia sovranista in cui, se sei bianco ed europeo, non conti. E se non sei ungherese non conti in Ungheria, se non sei polacco non sei niente in Polonia, se non sei austriaco non passi, insomma sei un cittadino a cui hanno cancellato la Resistenza, cancellato la vittoria del mondo libero nel 1945, e reso inutile sia il voto che la Costituzio­ne democratic­a, perchè persino la presidente della Commission­e Europea, la graziosa signora von der Leyen ha detto “apprezzo molto ciò che sta facendo la polizia greca ai confini dell’Europa”.

Nessuno scienziato troverà un nesso fra coronaviru­s e politica europea, fra Europa e mano violenta verso i deboli del mondo. Ma è evidente che si tratta dello stesso disastro.

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