Il Fatto Quotidiano

Finalmente piove (ma l’Australia è andata in fumo)

- » LUCA MERCALLI

In Italia – Marzo ha riportato una parvenza di normalità meteorolog­ica dopo settimane di caldo fuori misura e siccità. Con le perturbazi­oni atlantiche di lunedì 2 e giovedì 5 al Settentrio­ne sono finalmente tornate precipitaz­ioni diffuse, che al Nord-Ovest mancavano dal 20 dicembre. Lo scirocco che le ha precedute ha fatto impennare le temperatur­e al Sud ( 26,5 ° C domenica scorsa presso Cefalù), mentre fino ai piedi delle Alpi s’è rivista la neve: 25 cm lunedì a 500 metri tra Varese e Lugano e 50-80 cm in quota dalle Orobie alle Giulie, nonché in alta Val d'Aosta giovedì. A Torino 11 mm di pioggia hanno appena lavato la polvere di due mesi; rovesci più intensi invece sulle Prealpi centro-orientali e dal Genovese al Pistoiese (sempre lunedì, 100-150 mm), fiumi gonfi in Liguria ed Emilia, vento e mari agitati. Un po’ d’acqua è arrivata anche in Sicilia, dove l’inverno, di solito il periodo più piovoso, è stato tra i più secchi in due secoli: solo 12 mm in gennaio-febbraio a Palermo, 10 per cento del normale e minimo nella serie pluviometr­ica dal 1797, tra le più lunghe d’Italia. La stagione ha poi stupito per il caldo eccezional­e al Nord (3 °C sopra media), eguagliand­o il record dell’inverno 2006-07 a livello regionale in Piemonte ed Emilia-Romagna, ma talora superandol­o in città come Torino, Aosta, Parma e Modena. In Valpadana la neve ha fatto solo fugaci comparse il 12-13 dicembre 2019, con meno di 5 cm. La carenza di innevament­o è tra le cause di sofferenza di centinaia di impianti sciistici su Alpi e Appennini: ne parla il rapporto “Nevedivers­a 2020” di Legambient­e. Un settore da ripensare alla luce dei cambiament­i climatici, come in Francia, dove molte stazioni specie sotto i 1300 metri sono state chiuse definitiva­mente.

NEL MONDO – Anche nell’insieme d’Europa secondo il servizio Copernicus è stato l’inverno più caldo con 3,4 °C di troppo, ma perfino 5-6 °C in più tra Scandinavi­a e Russia. Per la prima volta in 200 anni di misure Mosca ha registrato una temperatur­a media invernale sopra zero (0,2 °C) e la neve non ha superato gli 11 cm di spessore, un altro primato. L’anomala frequenza di tiepide tempeste atlantiche, una dozzina solo nell’ultimo mese, ha scaricato piogge record in febbraio sul Regno Unito (media nazionale di 209 mm, più del doppio del normale). È di 25 vittime il devastante bilancio dei tornado di martedì notte nel Tennessee, uno dei quali di grado EF4 presso Nashville (venti a 267-322 km/h); la città fu colpita anche il 14 marzo 1933 (44 morti) e il 15-16 aprile 1998. Il Sud-Est americano è subissato dalla pioggia, Starkville (Mississipp­i) ha vissuto il febbraio più piovoso dal 1891 con 374 mm, mentre la California è di nuovo al secco, neanche una goccia a Sacramento, caso unico in questo mese in oltre un secolo e mezzo. Nuove alluvioni e frane in Brasile dopo gli episodi di gennaio 2020: colpiti la zona di Rio de Janeiro e lo stato di San Paolo, qui per diluvi fino a 280 mm in 12 ore, almeno 23 morti. Il Rural Fire Service del Nuovo Galles del Sud comunica che dopo otto mesi di emergenza sono finalmente estinti tutti gli incendi boschivi, grazie alle piogge e all’alacre lavoro dei pompieri. Sono andati in fumo oltre undici milioni di ettari, il 21% della superficie forestale dell’Australia, una proporzion­e mai riscontrat­a in nessun continente secondo lo studio “Unpreceden­ted burn area of Australian mega forest fires”, su Nature Climate Change. Il rapporto “Attributio­n of the Australian bushfire risk to anthropoge­nic climate change”, coordinato dal Royal Netherland­s Meteorolog­ical Institute, segnala peraltro che il riscaldame­nto globale ha già reso più probabile del 30 per cento un pericolo di incendi elevato come nei mesi scorsi, e ancor più lo farà in futuro.

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