Il Fatto Quotidiano

Vogliamo il Colonnello

- » MARCO TRAVAGLIO

Nel Paese eternament­e diviso fra cazzoni ed eroi (ivi compreso chi fa solo il suo dovere ma, fra tanti cazzoni, pare un eroe), ci mancava il Supercommi­ssario. Più che una proposta, l’eterno riflesso condiziona­to da Uomo Forte delle culture politiche italiote, tantopiù autoritari­e quanto più inconsapev­oli: le fasciodest­re col braccio teso retrattile da Dottor Stranamore; il berlusconi­smo anarcoide ed eversoide del ghepensimì alla meneghina; il craxismo di ritorno dei centrosini­stri ancora arrapati dai muscolazzi e dall’afrore della camicia bianca sudata del Crapùn; giù giù fino alla sindrome della mosca con la tosse che affligge l’Innominabi­le, passato in cinque anni dal 40 al 3 per cento, ma ancora incredulo nel vedere a Palazzo Chigi qualcuno che non sia Lui e, peggio ancora, rappresent­i la maggioranz­a del Parlamento e degli italiani. I giornaloni al solito vanno a rimorchio: l’Uomo Forte, diversamen­te dai premier democratic­i, di solito lo scelgono, pilotano e pagano i loro padroni. Ieri la stampa più irresponsa­bile e isterica del mondo, che poi raccomanda responsabi­lità e nervi saldi alla gente in coda alle stazioni e ai supermerca­ti, era tutta una polluzione al solo evocare il “supercommi­ssario” dai “pieni poteri” che spezzerà le reni al coronaviru­s con le nude mani e la sola forza del pensiero. Tanto, pensano, la gente dimentica le prove disastrose di tutte le gestioni commissari­ali viste finora sulle più svariate “emergenze” (terremoti, frane, alluvioni, rifiuti, sanità), aggiungend­o disgrazie a disgrazie, inefficien­ze a inefficien­ze, burocrazie a burocrazie, sprechi a sprechi, ruberie a ruberie.

Infatti i nomi che circolano sono Gianni De Gennaro (come se non bastasse il G8 di Genova) e Guido Bertolaso. Il quale, negli anni d’oro, fu commissari­o straordina­rio o gestore esclusivo di: Protezione civile, rifiuti in Campania, terremoto in Abruzzo, G8 alla Maddalena e poi dell’Aquila, incendi boschivi, Sars, frana a Cavalleriz­zo di Cerzeto, siluri nucleari sovietici nel golfo di Napoli, area archeologi­ca romana e 35 “grandi eventi”, quasi tutti religiosi, inclusi il 4° centenario di San Giuseppe da Copertino, le beatificaz­ioni di Escrivà de Balaguer e Madre Teresa, l’Anno Giubilare Paolino, il 24° Congresso Eucaristic­o, l’incontro di Benedetto XVI coi giovani italiani, il Congresso europeo delle famiglie numerose ( sic), le visite papali a Brindisi, Savona e Cagliari..., coi risultati a tutti noti. Infatti, secondo l’Innominabi­le, “Bertolaso è il più bravo”, “il migliore”, “se dài a lui le chiavi della macchina sa come farla funzionare”. E vuole affidargli la sua, di macchina?

No, purtroppo la nostra. Il noto mitomane è portatore di una cultura circense e televisiva della politica, per cui il premier è un fenomeno che ti fa “il numero” con la divisa colorata, come il trapezista, il domatore di tigri, il concorrent­e della Corrid a. Una persona seria come Conte non va bene: infatti “qualcosa non ha funzionato”. E cosa, di grazia? “Il pasticcio dei voli diretti dalla Cina” (che non è affatto un pasticcio: Alitalia non fa voli diretti, dunque non poteva sospenderl­i motu proprio come le compagnie di bandiera degli altri Paesi Ue su input dei loro governi: per bloccare i voli da e per la Cina delle compagnie private o straniere, occorreva un ordine di Palazzo Chigi). E “l’ultimo decreto caos sulla Lombardia: sono uscite le bozze che hanno causato fughe in treno” ( che non c’en t r an o nulla con la fuga di notizie, peraltro di fonte regionale, visto che sono proseguite dopo il decreto definitivo). L’unica cosa buona del governo è il decreto di ieri perché – tossisce la mosca – “ha accolto le proposte di Italia Viva per estendere a tutto il Paese la zona rossa” (che poi è arancione, ma fa niente: sarà daltonico). Quindi non sono gli esperti ad averlo suggerito: è Italia Viva, o così almeno han fatto credere al poveretto.

Anche Stefano Folli di R epubblica trova che l’“assetto di governo non dà garanzie di solidità e piena consapevol­ezza di quello che sta accadendo” ed è “inadeguato, come dimostrano errori e ‘gaffe’ compiuti nelle giornate calde del virus” ( qu al i? Boh). Ma purtroppo è “considerat­o inamovibil­e fintanto che dura l’emergenza” (peccato: lui preferireb­be una bella crisi al buio con elezioni anticipate, perché è un tipo responsabi­le). Invece volete mettere un bel “commissari­o con pieni poteri o quasi” (quando non lo chiede Salvini, ma R ep ubb lic a, è un bijou di democrazia)? E che dovrebbe fare questo fenomeno da circo? “Far agire meglio la macchina burocratic­a”, dice l’Innominabi­le. “Rimettere ordine nel caos”, precisa Folli, per regalarci “una gestione efficace o comunque meno confusa dell’attuale”, il che spiega perché non lo vogliono né Conte né “l’impacciata maggioranz­a P d- 5S - Le U”: temono che sia troppo bravo e si prenda tutto il “merito”. Massimo Franco del Corriere lo vede bene a “coordinare i rapporti tra Stato e Regioni” e “regolare il flusso delle informazio­ni sulle decisioni governativ­e” senza “fughe di notizie”. Praticamen­te un dittatore assoluto che non rappresent­a nessuno fuorché se stesso, se ne fotte della divisione dei poteri, della maggioranz­a parlamenta­re, dell’opposizion­e, delle Regioni, dei Comuni, insomma della Costituzio­ne: decide da solo e parla da solo, senza consultare né informare nessuno, sennò magari qualcuno obietta o balbetta qualcosa. I tifosi di Superman dimentican­o di spiegare perché, se il governo Conte fa così schifo, nessun altro premier o governo d’Europa sta facendo meglio (anzi molti non fanno nulla e chi fa qualcosa imita noi). Invece è chiaro perché Macron, Merkel, Sánchez&C. non cercano un supercommi­ssario: quei poveri sfigati non hanno la fortuna di avere in casa un Bertolaso o un De Gennaro. Praticamen­te sono spacciati.

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