Il Fatto Quotidiano

In un solo giorno 168 morti Ma a Codogno zero contagi

Oltre 10 mila casi e 631 decessi in Italia. Però nel Lodigiano l’epidemia frena e la provincia più colpita ora è Bergamo. “Effetto zone rosse”

- » ALESSANDRO MANTOVANI

Domenica 8 marzo i contagi in provincia di Bergamo hanno superato quelli in provincia di Lodi, il territorio nel quale l’epidemia è emersa giovedì 20 gennaio con il 38enne Mattia di Codogno trovato positivo al tampone per il nuovo coronaviru­s e uscito due giorni fa dalla terapia intensiva. Dal 6 marzo a ieri, il Lodigiano è passato da 739 casi a 963; la Bergamasca da 623 a 1.472 (al netto di qualche dato che può mancare perché i conteggi di ieri non sono completi per la Lombardia). Per il governator­e lombardo Attilio Fontana e il suo assessore alla Sanità Giulio Gallera è la prova che le zone rosse, istituite in dieci Comuni nel Lodigiano e a Vo’ Euganeo (Padova) lo scorso 24 febbraio, poco più di due settimane fa, con divieto assoluto di entrare e uscire da aree in cui vivono 50 mila persone, hanno frenato il contagio. Ed è stato un errore del governo, due giorni fa, scioglierl­e nella zona cosiddetta arancione estesa alla Lombardia e poi a tutto il Paese. Ieri per la prima volta a Codogno non c’è stato nemmeno un nuovo contagio, un dato anche simbolico che conforta la giunta lombarda. Come in Cina, le misure restrittiv­e avrebbero funzionato. Gli esperti sono più cauti.

Per il resto il bollettino dell’epidemia non autorizza grande ottimismo. Toglie il fiatoil numero dei morti: 168 in un giorno, 135 solo in Lombardia, con i quali si arriva a 631 in Italia e 468 nella regione più colpita, 85 in Emilia-Romagna, 26 in Veneto e via via le altre. È il dato più alto da quando si parla del virus in Italia. I contagiati totali sono 10.149, ovvero 977 in più in un giorno, ma come detto, in Lombardia mancano i risultati di centinaia di tamponi. Sono invece 8.514 le persone attualment­e positive in Italia, senza contare i morti e i 1.004 guariti. È sempre molto difficile la situazione delle terapie intensive della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, nonostante la consegna di 325 nuove macchine da parte della Protezione civile. Accanto al ministro della Salute Roberto Speranza, arriva oggi l’inviato speciale dell’Organizzaz­ione mondiale della Sanità, Ranieri Guerra, che ha tra l’altro lunghi e apprezzati trascorsi all’Istituto Superiore di Sanità.

Allarme ospedali

In Lombardia ed Emilia nuove macchine per le terapie intensive ma ne servono altre

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Massimo Galli.
A destra, il lavoro al “Sacco”. Sopra, il Civili di Brescia
In trincea Massimo Galli. A destra, il lavoro al “Sacco”. Sopra, il Civili di Brescia
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