Il Fatto Quotidiano

Gianna Nannini

“Il mio concerto su Instagram anti-solitudine”

- » ALESSANDRO FERRUCCI

La difficoltà solletica l’ingegno, la fantasia, stimola quelle cellule grigie care a Poirot; lo spirito di sopravvive­nza e il desiderio di collettivi­tà corredano il tutto. E così, questo pomeriggio alle 16 su Instagram, Gianna Nannini suonerà il primo concerto ai tempi del coronaviru­s. Sicuro. Non contagioso se non nel ritmo (“voglio che tutti battano le mani con me”), pratico (“non ho il pianoforte perché non me lo porta nessuno”). Collettivo. (“Vedremo in progress cosa accadrà”).

Sui social ha manifestat­o la sua preoccupaz­ione per la solitudine.

La questione va presa a 360 gradi: la solitudine può manifestar­e anche aspetti positivi, come calibrare la nostra capacità nel restare soli; oppure è “silenzio” e quando scrivo lo cerco per ritrovare il rumore degli alberi o il soffio del vento.

Però...

Ora la questione è drammatica e dobbiamo pensare a chi è solo, magari malato e in ospedale, e nessuno lo può avvicinare; abbiamo il dovere morale e civile di restare a casa per non intasare gli ospedali e garantire il più possibile le cure.

Qui c’è un altro però...

È importante non fasciarci la testa.

E riflettere.

Da anni corriamo e tutta questa fretta non ha portato grandi risultati, solo frenesia e la frenesia non ti lascia padrone di te, diventi manipolabi­le.

Quindi...

Questa fase ci sta portando a scontrarci con le nostre debolezze e fragilità: siamo costretti a guardarci dentro.

In molti prevedono un boom di divorzi e di gravidanze. (Ride) Quello sì, perché è difficile sopportars­i.

Andiamo al concerto: la scaletta...

È complicato: i miei musicisti non sono potuti venire, e senza la band non sono abituata ad affrontare il mio repertorio.

Soluzione?

Mi raggiunge Marco Colombo, con il quale suono da anni e abita vicino: utilizzere­mo solo due chitarre.

Improvvisa­to.

È casalingo, una sorta di timeless concert, solo che quelli sono ad alto livello e registrati, mentre noi non intendiamo produrre qualcosa, perché non è il momento di atteggiame­nti autoriferi­ti.

Ma...

Dobbiamo dare il nostro contributo, intrattene­re con testi forti: brani vecchi e nuovi totalmente improvvisa­ti. Voglio generare emozioni, voglio mantenere alto il sangue, voglio interazion­e, per questo scindo “emo” da “zione”.

Come?

Mi piacerebbe la partecipaz­ione del pubblico attraverso il battito di mani, poi ci colleghere­mo con altri: sto cercando chi mi fa la parte rap. Questa storia l’ho recuperata dalla scuola di mia figlia.

Nel frattempo come intrattien­e sua figlia?

I giochi me li invento: oggi ho preso una palla piccola che rappresent­a il mondo, e una grande che è il meteorite. Vince chi colpisce tre volte la terra ( ride a lungo).

Libro.

La storia di Elsa Morante e La peste di Camus; lui è il mio idolo dai tempi dell’università, insieme a Sartre e l’E s istenziali­smo.

Serie tv.

Pezzi unici è fortissimo, non vede l’ora di capire come prosegue la storia e ora mi dedico alla parte finale de L’amica geniale.

Film.

Zabriskie Point: forse per l’oggi è un po’ lento, ma oramai è impossibil­e trovare un regista che si cimenta con il piano sequenza; visto che abbiamo tempo, ce lo possiamo permettere.

Disco.

Neil Young con Tonight’s the Night, Johnny Cash per i suoi testi, e Massimo Ranieri perché almeno ce n’è uno che canta.

Comunque appuntamen­to a oggi pomeriggio.

E non vedo l’ora.

I miei musicisti non sono potuti venire, e senza la band non sono abituata ad affrontare il mio repertorio. Sarà in stile casalingo

Dobbiamo pensare a chi è solo, in ospedale, e non si può avvicinare; c’è il dovere morale e civile di restare a casa

Noi non intendiamo produrre qualcosa, perché non è il momento di inutili atteggiame­nti autoriferi­ti

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Ansa È live Gianna Nannini oggi pomeriggio si collegherà sul suo Instagram
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