Rientrati almeno 41 mila: Meridione terrorizzato
Decine di migliaia si sono dichiarati, altri no Possono mettere a rischio le strutture sanitarie del Mezzogiorno
La fuga da Nord a Sud, dalle aree con il maggior numero di contagi da coronavirus al Meridione, si rivela sempre più massiccia. E sulle regioni del Sud ora pende una pesantissima spada di Damocle: la paura, tangibile, che siano destinate a diventare una nuova zona rossa, con migliaia di casi. Sono infatti salite a oltre 33.500 in due giorni, le autosegnalazioni dei rientri in Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Basilicata iniziati con la grande fuga scattata la sera dello scorso 7 marzo quando sono cominciate a trapelare le indiscrezioni sul decreto del premier Conte sulle misure restrittive in Lombardia e in 14 province del Settentrione. Ma se si fa un passo indietro, se si torna ai primi provvedimenti – come la chiusura delle scuole nel Nord – i numeri diventano ancora più drammatici: oltre 41 mila rientri. E questa è solo la punta dell’iceberg, molti altri potrebbero aver omesso le dichiarazioni.
IN CAMPANIA è la stessa Regione ad ammettere che a fronte di sole 1.700 autodenunce, i rientri potrebbero essere molti di più. E parliamo di migliaia. In Calabria le autosegnalazioni ieri erano circa 4 mila, ma si stima che le persone tornate qui siano almeno il triplo: 12 mila. È anche il risultato di una politica in tre fasi delle restrizioni. Prima le scuole e le università, i luoghi di aggregazione. Poi lo stop agli spostamenti, se non per effettive necessità, nelle aree del Nord con il numero più alto di