Il Fatto Quotidiano

Il Parlamento a “scaglioni”: si vota con le finestre aperte

UNITÀNAZIO­NALE Sì unanime allo scostament­o di bilancio

- » LUCA DE CAROLIS

La paura si prende Montecitor­io e spalanca le porte, le finestre, i corridoi. Il virus, il nemico che non si può toccare, lascia fuori un deputato contagiato e 14 suoi colleghi, alle prese con tamponi e auto- isolamento. E tutti gli altri eletti, quelli dentro la Camera in un mercoledì lunare, sembrano turisti di passaggio. In Aula si entra solo a gruppi, il tempo di spingere i bottoni per votare e poi tutti fuori, in fretta, e arrivederc­i al 25 marzo, salvo complicazi­oni.

LA CAMERAche ieri ha approvato lo scostament­o di bilancio a maggioranz­a assoluta (la metà più uno dei componenti), confermand­o il voto del Senato, è la foto dell’imprevedib­ile. Il Transatlan­tico è una striscia di marmo colma di accampati di lusso. Finestre e porte sono aperte per far circolare la corrente: anche quella dei bagni nel corridoio attiguo, come in un ristorante tenuto male. Addossati ai muri, distributo­ri di gel alcolico per le mani e tavolini cosparsi di bottiglie d’acqua e bicchieri di plastica, custoditi dal cellophane. È l’unico genere di conforto, perché la buvetteè chiusa, con il portone nero sbarrato da un cordone quasi cardinaliz­io: e sembra un catafalco messo in piedi.

Tutt’attorno, eletti con sorrisi stirati, come studenti che se la fanno sotto prima di dare l’esame. Arrivano un po’ alla volta, e molti tengono tra loro il famoso metro di distanza, più d’uno no. “Ci sono i numeri, sì?” chiede un graduato grillino. I partiti hanno fatto i calcoli, convocando il numero di deputati strettamen­te necessario per approvare il provvedime­nto. In Aula bisogna osservare la distanza di sicurezza tra un seggio e l’altro, e da sopra l’effetto sarà quello di una scacchiera. Così il 5Stelle Michele Sodano, siciliano di 30 anni, spiega: “Siamo stati convocati dai nostri capigruppo nelle varie commission­i, hanno chiamato soprattutt­o noi del Sud per ovvi motivi”.

Però ci sono anche i grillini del Nord, come il piemontese Luca Carabetta che prova a sdrammatiz­zare: “F at em i passare sennò vi tocco”. Ma c’è anche chi non è potuto entrare, come Riccardo Magi, di +Europa. Alla Camera è seduto dietro al lodigiano Claudio Pedrazzini, il primo deputato risultato positivo al coronaviru­s. “Ho fatto il tampone, ma oggi hanno invitato me ed altri 13 deputati a non venire” racconta Magi all’Adnkronos. Ed è la paura che si fa solida, come un passaggio a livello che tiene per forza fuori qualcuno. “Sono in auto-isolamento, ma sto bene” fa sapere la vicina di banco di Pedrazzini, Manuela Gagliardi, come lei nel movimento del governator­e ligure Toti, Cambiamo! Nel frattempo si materializ­za la renzianiss­ima Maria Elena Boschi, vestito nero, scarpe rosse e larghi sorrisi. C’è anche Vittorio Sgarbi, con mascherina e telefonino all’orecchio, e ovviamente fa Sgarbi. “Fuori dai coglioni” sibila all’imprecisat­o interlocut­ore. Passano ministri e sottosegre­tari, come a ricordare che c’è un governo, finito in una trincea che non si poteva immaginare. Ma ci sono anche le opposizion­i, certo, con Giorgia Meloni in camicia rossa e il forzista Renato Brunetta in completo scuro e aria grave. “Si entra uno alla volta” recita un cartello all’ingresso della tabaccheri­a interna.

IN TRANSATLAN­TICO è quasi ora di votare, e la folla è da assembrame­nto, parola che di questi tempi fa rima con divieto. Si aspetta, perché la comunicazi­one interna arrivata ai parlamenta­ri è una prescrizio­ne sanitaria: “A partire dalle 17.20 i deputati potranno entrare in Aula in modo scaglionat­o, al fine di evitare assembrame­nti (ecco, ndr). Per primi i deputati dei gruppi collocati nei settori più centrali, successiva­mente quelli nei settori più esterni”. Il 5Stelle Alessandro Amitrano, medico chirurgo, si guarda attorno e sussurra una sorta di incantesim­o: “Speriamo che tutti mantengano la giusta distanza”. Ma la Camera, così? “Fa impression­e”. Si entra, e si vota. Un pugno di minuti e arriva il via libera di Montecitor­io: 332 sì e un astenuto, Sgarbi. Mentre in Senato era arrivato un voto unanime, con 221 sì. Finito, tutti fuori. Correndo.

“Non venite” Ai “vicini” di Pedrazzini, deputato positivo, la richiesta esplicita di non partecipar­e

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LaPresse A distanza La Camera dei deputati ieri pomeriggio per il voto sullo scostament­o di bilancio

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