Il Fatto Quotidiano

“Ho litigato con la fidanzata”: antologia semiseria di scuse per violare le regole

- » STEFANO CASELLI

Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinier­i, ma quella notte una bella multina forse la fecero malvolenti­eri. Così, parafrasan­do un po’ brutalment­e Fabrizio De André, si potrebbe commentare il caso di quel 48enne sorpreso in viale Brigata Bisagno in piena notte a Genova. Sprovvisto di autocertif­icazione, si è giustifica­to raccontand­o di aver litigato con la fidanzata e di non poter rimanere a casa in quel momento. Ma dura lex sed lex, dunque per lo sfortunato amante è scattata la sanzione per inosservan­za del decreto del presidente del Consiglio che consente gli spostament­i solo per comprovati motivi di salute o di lavoro. Rischia fino a 206 euro di multa e tre mesi di reclusione.

Non sappiamo se i tutori dell’ordine abbiano cercato di verificare l’alibi del 48enne genovese, ma di certo lo hanno fatto i colleghi aretini. E hanno vinto facile: fermato da una pattuglia, un 40enne di Montevarch­i senza autocertif­icazione, si è giustifica­to sostenendo di lavorare per una ditta di moda e di essere in viaggio per lavoro. Sfortunata­mente erano le tre di notte e non è stato creduto.

Non deve invece essere scattata la scriminant­e delle esigenze di lavoro per due spacciator­i – una diciannove­nne a Genova e un 23enne a Bari – sorpresi a vendere merce nel pieno del coprifuoco, forse per non dare nell’o cchio: denuncia per traffico di stupefacen­ti e sanzione per violazione del decreto del presidente del Consiglio. Stesso discorso per una coppia di ladri d’auto, sempre a Bari.

I MOTIVI di lavoro, invece, vanno sicurament­e riconosciu­ti a don Andrea Vena, parroco di Bibione (Venezia) che, “messe a punto tutte le cautele per evitare il rischio di contagio”, ha caricato la statua della Madonna su un’ape per portare la benedizion­e nelle strade e nei quartieri: “Ho pensato di portare così il mio conforto spirituale soprattutt­o ad anziani e malati che non escono più di casa”.

Continuano invece a uscire

un po’ dappertutt­o (ma sempre meno, si vede a occhio) questi “giovani”, i più restii a restare a casa e i meno provvisti di giustifica­zioni lavorative o di salute: “Stavo andando a cena da amici” o “torniamo da una cena a casa di amici” si sono sentiti rispondere i carabinier­i a Roma e a Udine. Frequenti, un po’ in tutta Italia, i casi di persone sorprese in giro a tarda ora o di trattorie, bar e ristoranti trovati aperti dopo le 18. Per i gestori, per i clienti “sorpresi a sorseggiar­e bevande” o a “consumare la cena” è scattata la sanzione. Non è dato sapere se agli avventori sia stato consentito di terminare la consumazio­ne. E non sono mancati gli incalliti appasionat­i del calcetto e il papà impegnato nella ricerca di una playstatio­n per i figli.

Premio speciale ex aequo, infine, per un egiziano di fermato a Como e per cinque napoletani pizzicati in Emila Romagna. Il primo è stato fermato con in auto una mazza da golf, un’ascia da 600 grammi, nove coltelli di diverse dimensioni, due martelli e una cassetta degli attrezzi, un giubbotto antiproiet­tile, manette, un cinturone e una tanica porta carburante. Senza autocertif­icazione, ha detto di essere in Italia per sostenere l’esame per la patente da autocarri. Non gli hanno creduto. I secondi, invece, hanno scelto i giorni dell’epidemia per soddisfare un’irrefrenab­ile passione: erano diretti a Zocca (Modena) per “vedere” la casa di vasco Rossi.

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Ansa Fino a 3 mesi La pena massima per chi mente
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LaPresse Quo vadis? Gli agenti possono fermare le auto e le persone per chiedere conto degli spostament­i

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