“Ho litigato con la fidanzata”: antologia semiseria di scuse per violare le regole
Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri, ma quella notte una bella multina forse la fecero malvolentieri. Così, parafrasando un po’ brutalmente Fabrizio De André, si potrebbe commentare il caso di quel 48enne sorpreso in viale Brigata Bisagno in piena notte a Genova. Sprovvisto di autocertificazione, si è giustificato raccontando di aver litigato con la fidanzata e di non poter rimanere a casa in quel momento. Ma dura lex sed lex, dunque per lo sfortunato amante è scattata la sanzione per inosservanza del decreto del presidente del Consiglio che consente gli spostamenti solo per comprovati motivi di salute o di lavoro. Rischia fino a 206 euro di multa e tre mesi di reclusione.
Non sappiamo se i tutori dell’ordine abbiano cercato di verificare l’alibi del 48enne genovese, ma di certo lo hanno fatto i colleghi aretini. E hanno vinto facile: fermato da una pattuglia, un 40enne di Montevarchi senza autocertificazione, si è giustificato sostenendo di lavorare per una ditta di moda e di essere in viaggio per lavoro. Sfortunatamente erano le tre di notte e non è stato creduto.
Non deve invece essere scattata la scriminante delle esigenze di lavoro per due spacciatori – una diciannovenne a Genova e un 23enne a Bari – sorpresi a vendere merce nel pieno del coprifuoco, forse per non dare nell’o cchio: denuncia per traffico di stupefacenti e sanzione per violazione del decreto del presidente del Consiglio. Stesso discorso per una coppia di ladri d’auto, sempre a Bari.
I MOTIVI di lavoro, invece, vanno sicuramente riconosciuti a don Andrea Vena, parroco di Bibione (Venezia) che, “messe a punto tutte le cautele per evitare il rischio di contagio”, ha caricato la statua della Madonna su un’ape per portare la benedizione nelle strade e nei quartieri: “Ho pensato di portare così il mio conforto spirituale soprattutto ad anziani e malati che non escono più di casa”.
Continuano invece a uscire
un po’ dappertutto (ma sempre meno, si vede a occhio) questi “giovani”, i più restii a restare a casa e i meno provvisti di giustificazioni lavorative o di salute: “Stavo andando a cena da amici” o “torniamo da una cena a casa di amici” si sono sentiti rispondere i carabinieri a Roma e a Udine. Frequenti, un po’ in tutta Italia, i casi di persone sorprese in giro a tarda ora o di trattorie, bar e ristoranti trovati aperti dopo le 18. Per i gestori, per i clienti “sorpresi a sorseggiare bevande” o a “consumare la cena” è scattata la sanzione. Non è dato sapere se agli avventori sia stato consentito di terminare la consumazione. E non sono mancati gli incalliti appasionati del calcetto e il papà impegnato nella ricerca di una playstation per i figli.
Premio speciale ex aequo, infine, per un egiziano di fermato a Como e per cinque napoletani pizzicati in Emila Romagna. Il primo è stato fermato con in auto una mazza da golf, un’ascia da 600 grammi, nove coltelli di diverse dimensioni, due martelli e una cassetta degli attrezzi, un giubbotto antiproiettile, manette, un cinturone e una tanica porta carburante. Senza autocertificazione, ha detto di essere in Italia per sostenere l’esame per la patente da autocarri. Non gli hanno creduto. I secondi, invece, hanno scelto i giorni dell’epidemia per soddisfare un’irrefrenabile passione: erano diretti a Zocca (Modena) per “vedere” la casa di vasco Rossi.