IL VIRUS ANTI-ABORTO COLPISCE ANCORA
STATO CONFUSIONALE” titolava ieri Libero in prima pagina, fotografando la situazione Coronavirus in Italia. Stato confusionale di cui deve soffrire anche Renato Farina, autore di un taglio a pagina 2 in cui approfittando proprio della confusione da pandemia, tira in ballo un vecchio cavallo di battaglia del quotidiano: l’attacco spregiudicato e alla cieca all’aborto. “Si blocca tutto, ma non l’aborto”, è il titolo del pezzo dell’”ex agente Betulla”. Aggiungeremmo, “signora mia, non ci sono più le pandemie di una volta”, quelle che secondo il giornalista di Libero dovrebbero interrompere le interruzioni volontarie di gravidanza. Peccato che per legge, quella 194 del 1978 confermata dagli italiani con il referendum del 1981 gli aborti vadano improrogabilmente effettuati entro le 12 settimane e 6 giorni dall’ultima mestruazione. Per non parlare poi degli aborti terapeutici, le cui tempistiche sono stabilite dai medici in base al rischio che la donna corre portando avanti la gravidanza. Ecco perché il decreto ministeriale non cita la pratica dell’aborto tra gli interventi da sospendere per sollevare gli ospedali da incombenze extra-coronavirus. Ma Farina questo lo sa, tant’è che chiude l’articolo con un inno alla vita e ai figli che si potrebbero far nascere approfittando dello “Stato” confusionale o confessionale.