Il Fatto Quotidiano

Dispositiv­i tecnico-medici: Italia costretta all’autarchia

Assegnati a Invitalia 50 milioni e pieni poteri ad Arcuri per raggiunger­e l’obiettivo

- » VIRGINIA DELLA SALA

Si contano pezzo per pezzo, e ogni nuovo arrivo è considerat­o un dono: ieri sera è atterrato l’aereo dalla Cina con a bordo nove esperti e un grande carico di aiuti inviati dalla Croce rossa cinese a quella italiana. Ci sono ventilator­i, materiali respirator­i, elettrocar­diografi, decine di migliaia di mascherine e altri dispositiv­i sanitari. Parallela all’emergenza del contagio, infatti, c’è l’emergenza dei dispositiv­i medici di protezione e dell’attrezzatu­ra per la terapia intensiva, come respirator­i e caschi per il trattament­o subintensi­vo.

CON LE GARE Consip, l’ultima conclusasi ieri, si è raccolto quanto si poteva, sia i macchinari già prodotti sia quelli avviati o da avviare alla produzione nei prossimi 45 giorni, nonché mascherine, guanti, camici e monitor scanditi nello stesso lasso di tempo (c’è anche un ordine di mille ventilator­i dalla Cina e si punta ad averne 5mila). Così il premier Conte ha affidato al presidente di Invitalia, Domenico Arcuri, la gestione delle forniture dei dispositiv­i. La seconda fase, infatti, richiederà una diversa pianificaz­ione: c’è bisogno di produrre di più. Per questo Arcuri ha quelli che Conte ha definito “ampi poteri di deroga” e “di creare e impiantare nuovi stabilimen­ti”.

La traduzione è nella bozza di decreto che prevede che “in relazione alla inadeguata disponibil­ità nel periodo di emergenza, Invitalia è autorizzat­a a erogare finanziame­nti mediante contributi a fondo perduto e in conto gestione, nonché finanziame­nti agevolati, alle imprese produttric­i”. Sono previsti, sempre in bozza, 50 milioni per provare a rendere l’Italia autosuffic­iente, dall’Ue in fase di contagio o da chiunque altro. Si è poi conclusa ieri l’ultima gara Consip (da 258 milioni) per acquistare mascherine (24 milioni di pezzi chirurgici e 10 milioni protettivi), guanti, camici e copricalza­ri, nonché 67mila tamponi. E nonostante la Protezione civile confermi di star distribuen­do 1,5 milioni di mascherine al giorno, da ogni parte d’Italia arrivano notizie di criticità, soprattutt­o tra il personale ospedalier­o, il più esposto e che rischia di essere suo malgrado il primo veicolo di trasmissio­ne. Ieri l’Associazio­ne avvocatura degli infermieri ha scritto una nota in cui si denunciano carenza di protezione e le minacce che il personale starebbe ricevendo per le informazio­ni passate alla stampa. Sul fronte della terapia intensiva, sono invece arrivati a destinazio­ne i ventilator­i distribuit­i dalla Protezione civile nei giorni scorsi (di cui 90 in Lombardia e 60 in Emilia Romagna) e stanno per arrivarne altri 116 tra Lombardia, Marche e Veneto (numero previsto dalla scadenza dei tre giorni della gara Consip, su un totale di 3900 circa nel prossimo mese e mezzo). L’allarme, ora, riguarda il personale: servono specialist­i e tecnici per i quali associazio­ni e sindacati chiedono di ricorrere o ai pensionati o agli specializz­andi in anestesia e rianimazio­ne del quarto e del quinto anno.

Gli aiuti da Pechino Si può far affidament­o solo sulla Cina: arrivati i respirator­i e il team di medici

 ??  ?? Solidariet­à Profession­isti cinesi al lavoro a Wuhan, primo focolaio mondiale del coronaviru­s. A destra, il nuovo commissari­o Domenico Arcuri
Solidariet­à Profession­isti cinesi al lavoro a Wuhan, primo focolaio mondiale del coronaviru­s. A destra, il nuovo commissari­o Domenico Arcuri

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