Il Fatto Quotidiano

Evviva il Mes (e la garrota) o la prevalenza dell’intellettu­ale

- » MARCO PALOMBI

Poi dice le sorprese. Uno sta lì – a casa, per carità – che si spaventa per il virus e il dopo-virus ed ecco la soluzione dove meno te l’aspetti: tra i commenti del Sole 24 Ore. Firmano l’ex capo economista del Tesoro Lorenzo Codogno e l’ex molte cose Giampaolo Galli. E che dicono? Che certo, ora servono stimoli economici, ancorché temporanei a parte la spesa sanitaria (e tanti saluti a quando era “doloroso ma necessario” chiudere i piccoli ospedali), ma prima possibile bisogna approvare la riforma del Mes, l’ex fondo Salva- Stati, e chiederne l’aiuto. Dice: sì, “in passato” eravamo contrari, ma sentite che pensata. Dice: vedrete che con questo casino non ci impongono un default preventivo e pure il Memorandum of understand­ingda firmare - il modello greco, per capirci – potrebbe “prevedere una nuova valutazion­e dell’Italia dopo la fine dell’epidemia” per stabilire allora le “misure struttural­i di riforma necessarie”. Perché no? Impegniamo­ci fin d’ora, in cambio di due spicci, a farci garrotare per vent’anni: visto come ha funzionato bene ad Atene? Ci siamo chiesti: col Paese avviato a una dura recessione, la Bce che si rifiuta di fare la Banca centrale e gli altri Paesi Ue che fischietta­no, perché proporre una cosa tanto inutile quanto autolesion­ista? Non pensiamo sia qui il caso secondo cui “a pensar male si fa peccato” eccetera: ci pare invece spieghi meglio la faccenda – parafrasan­do Fruttero&Lucentini – la prevalenza dell’intellettu­ale (anche nella forma, più complessa, che diremmo dell’utile intellettu­ale) nel farsi della storia.

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