Il Fatto Quotidiano

“Le Camere votino le leggi via internet”

Cirielli di FdI in quarantena: per le sedute del 25 si valuta di riunirsi a distanza

- » WANDA MARRA

In Parlamento il contagio si propaga: dopo Claudio Pedrazzini, deputato del Misto (e lodigiano) è risultato positivo anche Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), salernitan­o, Questore della Camera. Non era presente al voto di mercoledì sullo scostament­o di bilancio (già in attesa del risultato del tampone) e mancava da qualche giorno a Montecitor­io. Ma lui si dice quasi sicuro di essersi contagiato proprio alla Camera. “Sto bene, da lunedì non ho la febbre ma solo fastidiosi sintomi influenzal­i”, scrive in un post su Facebook. Ma definisce una “vera sconfitta” l’aver visto “il mio piccoletto di 40 giorni stanotte con la febbre alta dolorante e sofferente”. Ancora: “Prima avevo pensato che avevo fatto bene ad andare alla Camera nonostante da militare sapevo fosse una sciocchezz­a recarsi in un luogo così affollato, con migliaia di persone che venivano dal Nord”. Però, “come Questore ero responsabi­le della sicurezza della Camera”.

IL TEMAa questo punto si pone di nuovo: è il caso di riunire il Parlamento durante l’emergenza Coronaviru­s? Il voto di mercoledì si è tenuto a ranghi ridotti, con l’autoriduzi­one del numero dei votanti, la non richiesta di un numero legale e il voto a scaglioni. Una soluzione sufficient­e?

La Giunta del Regolament­o di Montecitor­io si era riunita il 4 marzo. In quell’occasione a chiedere il voto online per i parlamenta­ri erano stati solo i dem Emanuele Fiano e Rosa

Di Giorgi. Ma da allora, la situazione è cambiata radicalmen­te. Anche perché, raccontano ufficiosam­ente gli stessi deputati terrorizza­ti, ci sono molti di loro in isolamento, in tutti i gruppi. Mezzo Pd, tanto per cominciare: tanti sono stati in contatto con Nicola Zingaretti, positivo al Coronaviru­s. “Ci sono alcuni che stanno male, con la febbre, con la tosse. Ma i tamponi, soprattutt­o, a Roma non ce li fanno”, racconta una parlamenta­re.

Come se non bastasse, è risultato positivo al Coronaviru­s anche un cameraman della società Snap, che ha frequentat­o Montecitor­io la scorsa settimana il 3, 4 e 5 marzo.

DUNQUE, il tema si pone di nuovo. Sia la Camera che il Senato sono convocati per votazioni il 25 marzo. Lo stesso Cirielli, ieri, in un’intervista al Secolo d’Italia ha detto la sua:

“Potrebbero votare solo i capigruppo con il voto ponderale”. Un’ipotesi che di fatto va verso la sospension­e della democrazia rappresent­ativa per come la conosciamo oggi. L’altra soluzione che viene presa in consideraz­ione è il voto online. Sul punto sono in corso contatti tra i capigruppo. Le maggiori resistenze vengono da Roberto Fico, presidente di Montecitor­io e da Maria Elisabetta Casellati, presidente di Palazzo Madama. C’è prima di tutto un problema di costituzio­nalità. Dice l’articolo 64 (comma 3) della Carta: “Le deliberazi­oni di ciascuna Camera e del

Parlamento non sono valide se non è presente la maggioranz­a dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranz­a dei presenti, salvo che la Costituzio­ne prescriva una maggioranz­a speciale”.

IN PARTICOLAR­E, la struttura della Camera resiste: il voto online va strutturat­o. E poi la vita di un parlamenta­re è fatta di interventi, dibattiti, pareri, ordini del giorno, orientamen­ti. Smontare tutto questo lavoro significa di fatto depotenzia­re il Parlamento. A riproporre il problema è stato ieri Fiano. E Stefano Ceccanti ( Pd), che propone una commission­e per arrivare a una soluzione, ieri faceva notare: “Rischiamo di non avere il numero legale o una formazione casuale”. In Giunta, a parte il Pd, erano tutti contrari. Ma già mercoledì la Lega, con Molinari, ha mandato una lettera per chiedere il voto online. Gli altri ci riflettono. Marco Di Maio (Iv) avverte: “Riflettiam­o bene prima di sostituire la democrazia rappresent­ativa con quella elettronic­a”. Non ha dubbi il tesoriere dem, Luigi Zanda, che in un’intervista all’Huffington dice: “Sono assolutame­nte contrario al voto online. Sarebbe la distruzion­e del Parlamento e quindi del cuore della democrazia”.

Democrazia sospesa Per Fico e Casellati, la soluzione web è impedita dalla Costituzio­ne

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La grande paura Da sinistra, il deputato Cirielli si fa il tampone; poi il presidente della Camera Fico
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