Ancora troppi in giro. Gallera: “Vi sorvegliamo dai cellulari”
Altri 345 morti, siamo a 2.503 ma l’aumento è costante Nel Centro-Sud crescono i malati. Le violazioni sono quasi 8 mila al giorno
C’è quello che si fa il video con la gente davanti alla panineria di Catania e lo mette anche su Facebook, altri si “prestano” il cane nel condominio per andare a passeggio scombussolando anche il cane, c’è chi gioca a calcetto a Piacenza e chi a Pokemon nel cimitero di Busto Arsizio (Varese). Tutti denunciati. E ancora, la metropolitana di Milano ancora troppo affollata, runners anche improbabili e non solo sul lungotevere di Roma. Insomma, la quarantena non funziona abbastanza. Ieri, dai vertici della Regione Lombardia, che paga il prezzo più alto alla pandemia da Covid-19, è arrivata la notizia che “dai dati tecnologici ricavati con le compagnie di rete mobile, fatto 100 il 20 febbraio, prima che scoppiasse l’emergenza, l’andamento del movimento della popolazione è poco sopra il 40 per cento. È un dato non sufficientemente basso”, ha ripetuto nella sua diretta Facebook, Filippo Sala, vice del governatore Attilio Fontana. E il suo collega Giulio Gallera, assessore alla Salute, l’ha detto anche in modo più deciso: “Vi controlliamo attraverso le celle telefoniche, non uscite di casa”. Le compagnie telefoniche stanno fornendo i dati dei movimenti dei cellulari, chi si sposta di almeno 500 metri nelle aree urbane passa da una cella all’altra e quindi è rilevabile.
DAL VIMINALE, dove ricordano di aver usato questo metodo in altri casi, non c’è conferma che il sistema sia generalizzato a tutto il Paese, ma la frontiera è questa, non sarà la app obbligatoria dei cinesi ma poco ci manca. I denunciati di lunedì sono 7.890 per inosservanza agli ordini dell’autorità, 229 per false dichiarazioni a pubblici ufficiali. Controllati, sempre lunedì, 172.720 persone e 97.551 esercizi commerciali: denunciati 217 esercenti, sospese 22 licenze. Anche questi numeri crescono, sia pure meno del virus. I controlli dall’11 al 16 marzo hanno riguardato 838.200 persone, 35.506 i denunciati per inosservanza agli ordini dell’autorità. È l’articolo 650 del codice penale, la pena è l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda, peraltro non superiore a 206 euro. Molte di queste denunce saranno archiviate e sull’applicabilità del reato di false informazioni, punito con la reclusione in teoria fino a sei anni, c’è giurisprudenza contrastante. Davvero non si capisce perché il governo non abbia introdotto sanzioni amministrative più efficaci e veloci, magari con il sequestro di auto e moto, naturalmente suscettibili di ricorsi quando riapriranno i tribunali...
IL CONTAGIO prosegue con i numeri spaventosi degli ultimi giorni. Sono 345 i morti “con il coronavirus” registrati in Italia tra lunedì e martedì, 220 nella sola Lombardia. Sono poco meno dei 349 morti di lunedì e dei 368 di domenica, il che fa pensare a una possibile stabilizzazione dei contagi reali. Quelli rilevati sono solo una parte, forse un quarto del totale secondo gli esperti, ma dipendono anche da quanti tamponi si fanno e a chi: le regioni procedono in ordine sparso. Anche i contagi rilevati salgono in misura compatibile con i dati degli ultimi giorni: siamo a 31.506, ovvero 3.526 da un giorno all’altro, compresi i 2.941 guariti (+192) e i morti che salgono a 2.503. Escludendoli abbiamo 26.062 persone attualmente in cura (+2.989), quasi metà a casa, 12.894 ricoverati (+1.869 in un giorno) e 2.060 nelle terapie intensive (+209). Di questi ultimi, 879 (+56) sono in Lombardia, dove prima dell’emergenza non c’erano nemmeno tutti questi posti letto – ovviamente destinati anche ad altri pazienti gravi – e si lavora per crearne altri in tempi rapidissimi. Mancano, come sappiamo, le macchine per la respirazione artificiale.
L’ASSESSORE Gallera ha fatto sapere che ne sono arrivate 14 dalla Protezione civile e 30 per la terapia subintensiva dalla Cina. Le province più disastrate restano Brescia e Bergamo, Milano cresce ma non troppo, nel Lodigiano i nuovi casi rilevati sono 50 ed è la prova che le prime “zone rosse” avevano funzionato. Forse, se attuate, avrebbero contenuto il virus anche nella Bergamasca.
Ci si interroga sul picco dopo il quale i contagi giornalieri dovrebbero cominciare a scendere. Per alcuni esperti siamo vicini, fermo restando che l’emergenza negli ospedali proseguirà per settimane; altri lo spostano più in là, fino a metà aprile e oltre. I dati nazionali dipendono per oltre il 70 per cento dalla Lombardia e dalle altre due regioni più colpire (Emilia-Romagna e Veneto). Qui la crescita da giorni non è più esponenziale, mentre continua a esserlo in altre regioni, anche del Centro-Sud, sia pure su valori più bassi. Nessuno sa dire quando rallenterà, molto dipende dal contenimento.
In Lombardia L’assessore Gallera: “Vi vediamo, state a casa”. Si può fare anche in tutta Italia