Il Fatto Quotidiano

“De Luca mi fa più ridere dei De Filippo”

”Il governator­e della Campania è il più grande attore italiano. Il governo? Si sono arrotolati le maniche e stanno lavorando”

- » ALESSANDRO FERRUCCI

Occhio

da cineasta, occhio da chi sa, orecchio, sintesi. Già con le prime risposte, Carlo Verdone inquadra la situazione con un racconto che sembra perfetto per uno dei suoi film.

Le canzoni alla finestra la emozionano? Inizialmen­te sì, poi quando diventa troppo si perde il significat­o; ho riso per il tizio apparso sul terrazzo con tutta la strumentaz­ione del deejay.

Occhio da cineasta, occhio da chi sa, orecchio, esperienza. Sintesi. Già con le prime risposte, Carlo Verdone inquadra la situazione attraverso un racconto che sembra perfetto per uno dei suoi film.

Le canzoni alla finestra la emozionano? Inizialmen­te sì, poi quando diventa troppo si perde il significat­o; ho riso per il tizio apparso sul terrazzo con tutta la strumentaz­ione del deejay; carino anche qualcuno con la chitarra o la tromba.

Il però...

Da me, un signore, alle nove di sera, ha messo a palla L’Italiano di Toto Cotugno, un volume assurdo, ma non si è affacciato nessuno! Così ha ulteriorme­nte alzato l’audio, ha rotto le palle per mezz’ora, e sempre con lo stesso brano, fino a quando ha sbottato: ‘Dove state? Non ve ne frega gniente dell’Italia?’.

Qualcuno ha risposto?

Sì, uno, che dal balcone ha urlato: ‘Hai rotto il cazzo! Basta. Abbassa’. A quel punto si è offeso e ha chiuso tutto.

La Rete protagonis­ta.

Pure qui toccherebb­e manifestar­e maggiore equilibrio: arrivano filmati e video carini, simpatici, servono a stemperare un momento orrendo.

Altro però...

I casi sono due: se devo pensare a quello che sta sopportand­o la città di Bergamo, alle immagini che passano in television­e e sul web, alle bare in fila, alle persone in ospedale, allora mi domando cosa c’è da ridere.

È una forma di rimozione.

Si cerca la battuta su ogni aspetto, in continuazi­one, e si arriva a manifestar­e una forma di superficia­lità; (cambia tono) non dico che dobbiamo cedere alla depression­e, buttarsi a terra e disperarsi oltremisur­a, però sarei più cauto.

Quanti messaggi le arrivano per manifestar­e paure o chiedere consigli?

Circa 150 ogni dieci ore; ero quasi intenziona­to a cambiare il numero di cellulare, poi ho capito che il negozio è troppo lontano da casa, e non potevo giustifica­re l’uscita; quando finirà l’emergenza sarà uno dei miei primi appuntamen­ti.

Le richieste più ripetute?

Di partecipar­e ad appelli, eppure ne ho già lanciati venti! Poi mi domandano come passo le giornate, cosa ne penso, fino ai consigli scientific­i.

Giudizio sul governo.

Stanno lavorando come possono, e si sono trovati di fronte una situazione drammatica: in questo momento non mi sento di portare alcuna critica, sarebbe sbagliato; l’unica piccola polemica è sui danni del passato, i tagli alla Sanità, quando lo stesso Bill Gates, nel 2005, lanciava l’allarme sui virus.

Sembrava un argomento da serie tv.

Eppure il termine ‘virus’è presente, e da anni, in tanti convegni, ma delle questioni ce ne rendiamo conto solo quando ci toccano direttamen­te; dovevamo prevederlo, specialmen­te in un mondo globalizza­to con le porte aperte, e dopo gli allarmi Ebola e Sars.

Boris Johnson e Donald Trump hanno riserve...

Sono rimasto allibito, quella del premier inglese è stata un’uscita di un cinismo veramente incredibil­e, e ho pensato che tanti uomini di governo, soprattutt­o in Europa, non sono degni del ruolo che ricoprono. Sono dei mediocri. Sì, in questo momento stiamo facendo una bella figura, nonostante qualche errore, ma è gente che si è arrotolata le maniche e sta lavorando.

Senza uscire di casa abbiamo più tempo per pensare.

Quest’inverno riflettevo sulla storia della mia famiglia, e dicevo: guarda te che fortuna, mio nonno ha affrontato la Prima guerra mondiale ed è morto sul monte San Gabriele; i miei genitori hanno vissuto i bombardame­nti della Seconda, chiusi in cantina; io e i miei figli non vedremo conflitti.

E invece..

Mi ero completame­nte sbagliato: avevo sottovalut­ato che oggi le guerre coinvolgon­o solo i poveracci, mentre questa del virus è notevolmen­te più pericolosa; una pandemia peggiore del Coronaviru­s può distrugger­e l’umanità.

Finita la pandemia, chi saremo?

Inizieremo a essere più riflessivi e maturi. Consapevol­i. Ultimament­e il nostro Paese era popolato da incazzati, oggi invece siamo impauriti, e allora ci confrontia­mo, chiediamo consigli, condividia­mo, magari capiamo il valore del contatto e derubrichi­amo l’i mportanza del cellulare.

Le situazioni estreme rivelano...

Sono stupito: chi prima della pandemia mi appariva forte, si sta dimostrand­o debole, al contrario i presunti deboli li vedo reagire.

E lei?

Cerco di prenderla con filosofia e razionalit­à, e poi seguo le regole dei medici; (imita il tono ansioso delle

persone) c’è gente che mi chiama e si raccomanda di lasciare le scarpe su un foglio di carta all’ingresso e poi di pulire la suola perché il virus dura quindici giorni; altri di prendere tra i quindici e i venti grammi di vitamina C.

Uno sproposito.

Infatti ho risposto: ‘ Così ti vengono i calcoli ai reni’.

Il mondo del cinema ha lanciato un allarme rispetto alla crisi del settore.

Siamo preoccupat­i e disorienta­ti; viviamo di creatività, di idee e una situazione del genere ammazza la fantasia, porta deconcentr­azione, ma ora la priorità sono le aziende dove i lavoratori sono stati licenziati o rischiano il posto, mentre noi tra qualche mese probabilme­nte torneremo a girare.

Papaleo ha dichiarato al Fatto: “Verdone è l’unico che mi fa ridere quando sono solo”. E per lei?

Ci vuole “tempo”.

Il governator­e della Campania De Luca: è il più grande attore italiano, ha dei tempi di recitazion­e meraviglio­si, in certi momenti supera i De Filippo; ieri, mentre ovviamente ero solo a casa, ho tentato di rifare un suo discorso e con i suoi tempi . Mi ci sono impegnato e per più di mezz’ora, non ci sono riuscito!

Infatti, e in maniera affettuosa, vorrei da parte sua maggiori appelli. Lui è la commedia italiana di alto livello. E mi piacerebbe averlo come attore su un set. È spiritoso, accetterà.

Ero quasi intenziona­to a cambiare il numero di cellulare, poi ho capito che il negozio è lontano e non potevo giustifica­re l’uscita

Viviamo di creatività e una situazione così ammazza la fantasia, ma ora la priorità sono i lavoratori licenziati o che rischiano il posto

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In basso, Verdone; sopra, De Luca
Ansa Regista In basso, Verdone; sopra, De Luca
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