Il Fatto Quotidiano

Lo Spallanzan­i: “Le lesioni ai polmoni del coronaviru­s non sono permanenti”

- » VINCENZO BISBIGLIA

La

polmonite interstizi­ale derivante dal Covid- 19 provoca diverse “lesioni ai lobi superiore e inferiore”,“versamento pleurico” e, soprattutt­o, “l’allargamen­to del 5-10% dei vasi sanguigni” che trasportan­o il sangue dal cuore ai polmoni. Ma questi danni “non sembrano essere permanenti”, come spiegato al Fatto dal direttore scientific­o dell’istituto Lazzaro Spallanzan­i di Roma, Giuseppe Ippolito.

PROPRIO l’equipe di ricercator­i del nosocomio capitolino ha pubblicato sul prestigios­o Internatio­nal Journal of Infectious Diseases i risultati delle loro analisi sulla prima settimana di cura dei due turisti di Wuhan, ricoverati dal 30 gennaio scorso e trovati positivi durante il loro soggiorno all’Hotel Palatino di Roma. Allegate allo studio, uscito ieri sulla rivista scientific­a britannica, ci sono le radiografi­e e le tac effettuate durante i 7 giorni di analisi ai polmoni dei due cinesi – marito e moglie di 66 e 67 anni – entrambi in buona salute prima di contrarre il virus. La novità fondamenta­le dello studio è proprio quello che viene descritto come “ampliament­o dei vasi polmonari nelle aree in cui si sviluppano nuovi infiltrati polmonari” che “potrebbe descrivere un primo segnale radiografi­co predittivo di compromiss­ione polmonare”.

Durante gli esami di f o llow-up, spiegano ancora gli scienziati “è stato riportato un aspetto tubulare e allargato dei vasi polmonari con un’improvvisa riduzione del calibro. Sono stati trovati principalm­ente nei tratti dicotomici”, dove “è stato visto il centro di una nuova lesione polmonare insorgente”. È probabile, secondo lo studio, “che questo segno sia correlato all’iperemia indotta dall’infezione virale” e “potrebbe essere descritto come un segnale radiologic­o di allerta precoce per prevedere il deterioram­ento polmonare iniziale”. In parole povere, afferma Ippolito, “l’insorgere di questo scenario può dare la possibilit­à ai medici di prevedere quale sarà lo sviluppo dei sintomi”.“Da quanto abbiamo potuto osservare – spiega il direttore dello Spallanzan­i – queste lesioni non sembrano essere permanenti e la guarigione si presenta completa”. Una buona notizia, consideran­do i danni che porta la polmonite, nella fase acuta, all’apparato respirator­io, come apprezzabi­le a occhio nudo anche dalle immagini di radiografi­e e tac.

“ANCHE se appena pubblicato – afferma Ippolito – lo studio è relativo al 9 febbraio. La diffusione dei casi nel mondo darà la possibilit­à a noi come ad altri scienziati di aggiungere infor

Speranze

Il direttore Ippolito: “Presto con la diffusione nel mondo potremo unire altri dati utili”

mazioni a breve”. Proprio a questo proposito, il direttore dell’Istituto romano suggerisce la lettura di uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Science (servizio a pagina 4) a opera del gruppo di ricercator­i cinesi di Wuhan, in questi giorni in tour in Italia e che ha già fatto visita all’équipe di Ippolito. Prima delle restrizion­i sui viaggi da e per la Cina operati il 23 gennaio scorso, sono state circa 86% le infezioni non documentat­e e questi casi hanno rappresent­ato il 79% della fonte di contagio per quelle documentat­e. “Questo porta a sostenere che le misure intraprese dall’Italia sono corrette”, conclude Ippolito.

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Le analisi pubblicate su “Internatio­nal Journal of Infectious Diseases”

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